-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7098 del 18 luglio 1997
«La fuga all'estero dopo la commissione di un reato, in previsione dell'emissione di mandato o ordine di cattura, si risolve, dopo che il provvedimento restrittivo sia stato emesso, in un volontario sottrarsi all'esecuzione dello stesso e...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4666 del 20 settembre 1999
«L'ordinanza di sospensione dei termini di custodia cautelare che, a norma dell'art. 304, comma 2, c.p.p., riconosca in via generale la particolare complessità del dibattimento, opera anche nei confronti del latitante, impedendo che il suo...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 56 del 4 marzo 1993
«Dal disposto dell'art. 298 c.p.p., si desume che nei confronti di un medesimo soggetto, il quale versi nella duplice situazione giuridica di imputato e condannato, è possibile la contestuale esecuzione di una delle misure alternative alla...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8839 del 5 marzo 2010
«Anche nel caso di più ordinanze cautelari emesse in distinti procedimenti dinanzi alla medesima autorità giudiziaria nei confronti della stessa persona per fatti diversi non legati dalla connessione qualificata prevista dall'art. 297, comma terzo,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40321 del 29 ottobre 2008
«Quando nei confronti dello stesso imputato sono emesse in distinti procedimenti pendenti dinanzi alla medesima autorità giudiziaria ordinanze di custodia cautelare per fatti diversi tra i quali non sussiste la connessione qualificata prevista...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2021 del 15 gennaio 2008
«In tema di misure cautelari, la sopravvenienza di provvedimenti giurisdizionali diversi da quelli previsti dall'art. 300 c.p.p. (archiviazione, sentenza di non luogo a procedere o di proscioglimento, sentenza di condanna a pena dichiara estinta,...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 20922 del 3 giugno 2005
«Nel caso di pluralità di ordinanze applicative della medesima misura cautelare la regola dettata dall'art. 297, comma 3, c.p.p., secondo cui i termini di durata massima della misura decorrono dal giorno in cui è stata eseguita o notificata la...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3632 del 24 gennaio 2003
«Ai sensi dell'art. 297, comma terzo, c.p.p., il quale fa divieto di applicare la così detta contestazione a catena, il termine al quale riferire la “desumibilità dagli atti” è diverso a seconda che in relazione al fatto oggetto della prima...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42271 del 17 dicembre 2002
«In tema di divieto di c.d. «contestazione a catena», i termini di efficacia della nuova ordinanza cautelare emessa per lo stesso fatto oggetto di precedente ordinanza, ovvero per fatti diversi commessi antecedentemente e legati ad esso dal...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 31287 del 18 settembre 2002
«In tema di divieto di contestazioni a catena (art. 297, comma 3, c.p.p.), l'individuazione del momento di “desumibilità dagli atti” degli elementi idonei a costituire presupposto per l'emissione della successiva ordinanza cautelare in epoca...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4470 del 5 maggio 1999
«Legittimato passivo alla citazione in opposizione a decreto ingiuntivo è esclusivamente il beneficiario dell'ingiunzione e, pertanto, nell'ipotesi in cui la citazione in opposizione a decreto ingiuntivo sia proposta e venga notificata nei...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2136 del 11 giugno 1999
«In tema di giudizio di appello, appartiene al giudice di secondo grado (ed anche al giudice di rinvio che debba decidere su di un appello in materia di provvedimenti restrittivi della libertà) il potere di sostituire, integrare e modificare la...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 833 del 29 novembre 1999
«Nel caso in cui il ricorso per cassazione venga notificato a più parti, utilizzandosi un originale per la notifica ad una parte ed altro originale per la notifica alle altre parti, ed entrambi gli originali, conformi fra loro e recanti la procura...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 996 del 15 aprile 1998
«In tema di divieto di «contestazioni a catena», di cui all'art. 297, comma 3, c.p.p., il termine al quale riferire la «desumibilità dagli atti» è diverso a seconda che in relazione al fatto oggetto della prima ordinanza cautelare sia o meno...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5901 del 23 dicembre 1996
«La norma contenuta nell'ultima parte dell'art. 297, comma terzo, c.p.p., secondo la quale «la disposizione non si applica relativamente alle ordinanze per fatti non desumibili dagli atti prima del rinvio a giudizio disposto per il fatto con il...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1751 del 20 maggio 1997
«In tema di misure cautelari personali, una volta che sia scaduto il termine d'impugnazione dell'originario provvedimento o sia comunque esaurito il procedimento incidentale, gli effetti della decisione permangono nel procedimento principale fino...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2824 del 30 ottobre 1996
«In caso di ordinanza applicativa di misura cautelare nei confronti di più soggetti, costituisce fatto nuovo sopravvenuto, del quale il giudice deve tenere conto ai fini della decisione sulla richiesta di revoca avanzata da taluno di costoro, ai...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3944 del 16 febbraio 1994
«Nell'ipotesi di sospensione condizionale della pena subordinata all'adempimento di determinati obblighi, l'inosservanza di questi da parte del condannato non comporta la revoca automatica del beneficio, potendo il soggetto allegare la comprovata...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3597 del 16 settembre 1994
«L'omesso tempestivo ricorso al procedimento impugnatorio incidentale di riesame, condizionato da termini perentori, non consente più alla parte interessata di utilmente prospettare, in sede di impugnazione sul rigetto della richiesta di revoca,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4468 del 28 ottobre 1995
«Il principio fissato dall'art. 299, comma 1, c.p.p., secondo cui, al fine di evitare ingiustificate compressioni della libertà personale, il giudice, ove richiestone, deve sempre verificare la persistenza delle condizioni legittimanti...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1108 del 27 marzo 2000
«Il principio secondo cui in tema di esigenze cautelari il semplice decorrere del tempo non può costituire ordinariament, da solo, elemento di valutazione, viene meno nel caso in cui si sia formato il giudicato cautelare su dette esigenze, ipotesi...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37363 del 10 novembre 2006
«Il rigetto dell'istanza di sostituzione della misura cautelare con altra meno afflittiva, implica per il giudice l'obbligo di motivare accertando in concreto e, quindi, in termini puntuali e specifici, se ricorrano le specifiche situazioni che, in...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 886 del 29 aprile 1998
«A fronte di una richiesta di revoca o di sostituzione delle misure cautelari, la seconda parte del comma 3 ter dell'art. 299 c.p.p., stabilisce l'obbligo del giudice di provvedere all'interrogatorio dell'imputato che ne abbia fatto richiesta,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 289 del 16 marzo 1992
«Il giudice, investito della richiesta di revoca o di modifica di una misura cautelare, ai sensi dell'art. 299 c.p.p., non è tenuto, né facoltizzato, ad assumere prove, d'ufficio o su richiesta di parte, ma deve decidere necessariamente sulla base...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23626 del 11 giugno 2001
«Il pubblico ministero non ha alcun obbligo di depositare, unitamente al parere da lui espresso in ordine ad una richiesta di revoca o sostituzione di misura cautelare, gli atti o documenti a sostegno di detto parere, non essendo un tale obbligo...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1271 del 27 maggio 1994
«Il giudice, per provvedere sull'istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare, deve sentire, a pena di nullità, il pubblico ministero al quale deve rivolgere direttamente formale ed esplicita richiesta cui non può surrogare quella della...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4168 del 26 novembre 1993
«Il giudice, qualora debba provvedere, anche di ufficio, in ordine alla revoca o alla sostituzione della misura coercitiva, ha l'obbligo di richiedere il parere del pubblico ministero. Trattandosi di richiesta obbligatoria, la sua omissione, in...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 147 del 7 aprile 1993
«Il provvedimento di revoca della misura cautelare adottato dal giudice dell'udienza preliminare non è affetto dalla nullità prevista dall'art. 178 lett. b) c.p.p., per violazione delle norme inerenti la partecipazione obbligatoria del pubblico...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1635 del 22 maggio 1995
«L'adozione, da parte del giudice, del provvedimento previsto dall'art. 299, comma quarto, c.p.p., in caso di aggravamento delle esigenze cautelari (sostituzione della misura applicata con un'altra più grave o imposizione di modalità più gravose...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 19143 del 7 maggio 2009
«Integra il reato di corruzione in atti giudiziari (art. 319 ter c.p.) la condotta del medico della direzione sanitaria di una casa circondariale che, dietro il versamento di un corrispettivo, rilasci all'imputato detenuto, ai fini del procedimento...»