-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2170 del 14 gennaio 1999
«In tema di esigenze cautelari, l'adeguatezza della misura in concreto applicata va valutata anche con riferimento alla prognosi di spontaneo adempimento da parte dell'indagato degli obblighi e delle prescrizioni che a detta misura cautelare siano...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 34473 del 10 settembre 2012
«La presunzione di adeguatezza della custodia in carcere di cui all'art. 275, comma terzo, cod. proc. pen. opera non solo nel momento di adozione del provvedimento genetico della misura coercitiva ma anche nelle successive vicende che attengono...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12500 del 3 aprile 2012
«I principi di proporzionalità, adeguatezza e gradualità, dettati dall'art. 275 cod. proc. pen. per le misure cautelari personali, sono applicabili anche alle misure cautelari reali, costituendo oggetto di valutazione preventiva non eludibile da...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1848 del 21 gennaio 2004
«La disposizione di carattere eccezionale dell'art. 275, terzo comma, ult. parte c.p.p., secondo la quale per taluni delitti opera una presunzione semplice di sussistenza delle esigenze cautelari, non può essere intesa nei termini così rigidi da...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31881 del 25 settembre 2002
«Ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione nei confronti di persone indiziate dell'appartenenza ad associazioni di tipo mafioso, l'accertamento della pericolosità del proposto non può essere condotto secondo la presunzione delineata dal...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2711 del 21 aprile 2000
«I vizi del procedimento del riesame devono essere fatti valere nell'ambito del procedimento di riesame ovvero con ricorso per cassazione avverso il provvedimento del tribunale emesso ai sensi dell'art. 309 c.p.p. Invero il vizio del procedimento...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 238 del 5 aprile 2000
«In tema di misure cautelari personali applicate nei confronti di appartenenti ad associazioni mafiose, il riconoscimento, nel giudizio di merito, dell'attenuante di cui all'art. 8 del D.L. 1 maggio 1991, n. 152, convertito dalla L. 12 luglio 1991,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5612 del 2 dicembre 1999
«Non è viziata da contraddittorietà l'ordinanza coercitiva che ritenga la gravità indiziaria degli elementi relativi alla partecipazione di taluno all'associazione dedita al narcotraffico, ma non di quelli concernenti il suo inserimento nel...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5013 del 27 settembre 1999
«La presunzione di pericolosità dell'imputato e di adeguatezza esclusiva della custodia cautelare in carcere, di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p., non può trovare applicazione, nella parte in cui si riferisce a delitti aggravati dalla finalità di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4297 del 11 ottobre 1996
«Ai fini della presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 275, comma terzo, seconda parte, c.p.p., è irrilevante la circostanza che l'esistenza delle condizioni di cui all'art. 7 del D.L. 13 maggio 1991 n. 152 non sia stata...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1415 del 7 giugno 1996
«Qualora il ruolo del singolo partecipante rivesta, in seno all'associazione di stampo mafioso, carattere di assoluta specificità e di esclusivo rilievo soggettivo e qualora solo in detto ruolo possa consistere il contributo partecipativo al...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3722 del 27 novembre 1995
«Anche il concorso esterno in associazione di stampo mafioso rientra tra i reati per i quali, in ordine alle esigenze cautelari, l'art. 275 c.p.p. pone una presunzione di pericolosità: esso invero integra pur sempre una partecipazione nel reato...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5220 del 1 febbraio 1993
«In tema di misure cautelari, se è vero che, in base al disposto di cui all'art. 275 comma terzo c.p.p., la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine a taluno dei delitti ivi indicati dà luogo alla presunzione che siano anche...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2442 del 24 novembre 1995
«La modifica del comma 3 dell'art. 275 c.p.p., ad opera dell'art. 4, L. 8 agosto 1995, n. 332, che ha eliminato la presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari per alcuni reati, non comporta alcuna conseguenza in ordine alla decisione del...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4209 del 23 novembre 1993
«Attesa la presunzione di adeguatezza esclusiva della custodia cautelare in carcere nei confronti di soggetti gravemente indiziati di taluno dei delitti previsti dall'art. 275, terzo comma, c.p.p., ed avuto riguardo alla operatività di detta...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 577 del 26 marzo 1992
«Il D.L. 9 settembre 1991, n. 292, conv. con modif. in L. 8 novembre 1991, n. 356, nella parte in cui, modificando l'art. 275, comma terzo, c.p.p., quale risultava dalla precedente modifica introdotta dal D.L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. con...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8636 del 27 febbraio 2008
«L'impossibilità assoluta, da parte della madre, di provvedere all'assistenza della prole di età inferiore ai tre anni, prevista dall'art. 275, comma quarto, c.p.p. come condizione ostativa, di regola, all'applicazione della custodia cautelare in...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11965 del 13 marzo 2003
«In tema di incompatibilità dello stato di salute dell'indagato con la detenzione in carcere, l'art. 275, comma 4 bis c.p.p. pone una presunzione in bonam partem che, ai sensi del successivo comma 4 ter, può essere superata non in base all'art....»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31901 del 25 settembre 2002
«In tema di giudicato cautelare, non ricorre alcuna preclusione a che il giudice, venuta meno la situazione sanitaria giustificativa di una misura custodiale affievolita ai sensi dell'art. 275, comma 4 bis, c.p.p., riconsideri il quadro cautelare...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3387 del 13 giugno 2000
«In tema di misure cautelari, allorché, nella persistenza dei gravi indizi di colpevolezza, venga richiesta la revoca della custodia cautelare in carcere per grave malattia, ai sensi dell'art. 275, comma 4 bis, c.p.p., si esige, da parte del...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3506 del 14 dicembre 1999
«La presunzione di cui al terzo comma dell'art. 275 c.p.p., che impone l'applicazione della custodia in carcere quando sussistano gravi indizi in ordine a determinati reati e non risultano acquisiti elementi di esclusione delle esigenze cautelari,...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 47073 del 9 dicembre 2003
«In tema di misure cautelari personali, anche in assenza di esigenze cautelari di eccezionale rilevanza, non sussiste il divieto della custodia cautelare in carcere previsto dall'art. 275, quarto comma, c.p.p. nei confronti dell'imputato padre di...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 795 del 15 maggio 1996
«In tema di provvedimenti coercitivi, la ratio della limitazione al potere del giudice di scegliere la misura cautelare personale, introdotta dall'art. 5 L. 8 agosto 1995, n. 332, che ha modificato l'art. 275, comma 4, c.p.p., secondo cui non può...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4955 del 29 dicembre 1994
«La presunzione di cui al comma 3 dell'art. 275 c.p.p., che impone l'applicazione della custodia in carcere, quando sussistono gravi indizi in ordine a determinati reati e non risultino acquisiti elementi che escludano l'esistenza di esigenze...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2397 del 12 luglio 1997
«Il problema dell'inosservanza delle prescrizioni che rappresentano il contenuto delle singole misure cautelari è disciplinato, nel codice di rito vigente, dall'art. 276, il quale prevede la possibilità o del cumulo delle misure ovvero quella della...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 23595 del 20 maggio 2004
«Non deve farsi luogo all'interrogatorio cosiddetto di garanzia, nel caso in cui la custodia cautelare in carcere è disposta, ex art. 276, comma primo ter c.p.p., in sostituzione della misura degli arresti domiciliari, a seguito della avvenuta...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21487 del 28 maggio 2008
«In caso di trasgressione alle prescrizioni degli arresti domiciliari, concernenti il divieto di allontanarsi dal luogo di detenzione per ragioni diverse da quelle autorizzate, deve escludersi che la norma di cui all'art. 276, comma primo ter,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 780 del 21 marzo 2000
«Nel caso di trasgressione alle prescrizioni inerenti ad una misura cautelare applicata nel contesto di una scarcerazione per decorrenza del termine massimo di custodia cautelare, il ripristino della custodia in carcere è subordinato, a norma...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2181 del 3 marzo 1995
«Ai fini del calcolo del termine di durata massima della custodia cautelare occorre fare riferimento esclusivamente alla contestazione contenuta nel capo d'imputazione e non della eventuale diversa quantificazione della pena conseguente a modifiche...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1757 del 11 luglio 1992
«Una volta instaurato il giudizio direttissimo sulla base dell'arresto in flagranza convalidato e proseguito, dopo l'annullamento — irrituale perché disposto in assenza di impugnazione — dei provvedimenti di convalida e di misura cautelare, con il...»