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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16499 del 28 luglio 2011
«Colui che, a norma dell'art. 246 c.p.c., è incapace a testimoniare in un determinato giudizio perché titolare di un interesse che potrebbe legittimarlo a partecipare al giudizio medesimo, non riacquista la suddetta capacità per l'intervento di un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1840 del 7 febbraio 2003
«Qualora il giudice abbia respinto con ordinanza l'eccezione di incapacità a testimoniare tempestivamente sollevata, essa deve essere nuovamente riproposta in sede di precisazione delle conclusioni, chiedendo la revoca del provvedimento emesso; in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3710 del 29 marzo 1995
«L'ammissione dei mezzi di prova di cui all'art. 261 c.p.c. è rimessa all'iniziativa e alla discrezionale valutazione del giudice di merito, onde non è censurabile in sede di legittimità la sentenza che non abbia emesso e non abbia indicato le...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12463 del 10 novembre 1999
«Il procedimento di rendiconto di cui agli artt. 263 ss. c.p.c. è fondato sul presupposto dell'esistenza dell'obbligo legale o negoziale di una delle parti di rendere il conto all'altra, facendo conoscere il risultato della propria attività in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5311 del 16 novembre 1978
«...costituita nel relativo giudizio, con la stessa comparsa di risposta, in cui si era definita «convenuta». La corte ha confermato la sentenza del merito, che aveva ritenuto valida detta costituzione, enunciando il principio di cui in massima).»
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Cassazione civile, sentenza n. 4069 del 29 ottobre 1954
«L'art. 272 c.p.c. disponendo che le questioni relative all'intervento sono decise unitamente al merito, non fa distinzione alcuna tra questioni pregiudiziali di rito o preliminari di merito e questioni di merito, onde l'applicazione di esso non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2649 del 11 febbraio 2004
«La mancata riunione di cause in materia di lavoro e previdenza non è prevista dalla legge come causa di nullità processuale estesa agli atti successivi, fino alla sentenza, e pertanto non può essere dedotta come motivo di ricorso per cassazione;...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11357 del 16 maggio 2006
«Peraltro, l'ordinanza del giudice di merito che, nella ipotesi considerata dall'articolo 274 c.p.c., provvede sulla istanza di riunione, deve considerarsi atto processuale di carattere meramente preparatorio, privo di contenuto decisorio sulla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26687 del 6 dicembre 2005
«Qualora il giudice del merito dichiari, nel dispositivo di una sentenza, improcedibile, piuttosto che inammissibile, la domanda, incorre in un errore meramente formale, risolvendosi la diversità terminologica adottata in una improprietà nell'uso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6471 del 15 luglio 1997
«Sebbene, di norma, la pronunzia giurisdizionale sul merito debba essere unica e tale da definire il giudizio con un unica sentenza, quando il giudice riconosca che la sollecitata definizione di una parte della domanda o di alcuni capi dell'unica...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9207 del 28 agosto 1991
«L'uso della facoltà — conferita al giudice del merito dall'art. 277 c.p.c. — di pronunziare, quando ritenga necessaria ulteriore istruzione, una sentenza limitata a quella parte del thema decidendum che di tale istruzione non abbia bisogno, ha...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3277 del 29 marzo 1996
«La volontà dolosa, a seconda dei vari livelli di intensità dai quali può essere caratterizzata, può dar luogo alla configurabilità del dolo intenzionale (allorché si persegue l'evento come scopo finale della condotta o come mezzo necessario per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6517 del 26 aprile 2012
«Il carattere parziale o non definitivo della sentenza di primo grado comporta che il gravame debba riguardare soltanto la questione dalla stessa affrontata, con la conseguenza, da un lato, che l'appellante non è obbligato a riproporre le altre...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3062 del 11 aprile 1990
«Il rito del lavoro non è incompatibile con la pronunzia di sentenze non definitive, non solo sulle questioni pregiudiziali menzionate dall'art. 420 c.p.c., ma anche su questioni di merito, con la conseguenza che legittimamente il giudice può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1431 del 26 febbraio 1990
«In tema di risarcimento del danno, quando il giudizio sull'an si sia svolto separatamente da quello sul quantum, la sentenza di condanna generica costituisce giudicato esterno rispetto al giudizio di liquidazione del danno, la cui interpretazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5846 del 2 dicembre 1999
«In relazione ad essa, la S.C. ha ritenuto errata la decisione di merito che aveva assegnato alla parte civile, una volta divenuta irrevocabile la sentenza di condanna, la metà delle somme in sequestro, rinviando le parti per l'accertamento della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3800 del 15 aprile 1998
«Dal testuale dettato dell'art. 278 c.p.c. si evince che l'istituto della provvisionale, diversamente da quello della condanna generica, dà luogo ad un provvedimento di condanna vera e propria, che presuppone la valutazione positiva del giudice di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17780 del 22 novembre 2003
«Per la qualificazione come ordinanza o come sentenza di un provvedimento del giudice civile, anche in composizione monocratica ai sensi dell'art. 281 bis c.p.c., ai fini della sua impugnabilità, è necessario ricorrere al criterio del contenuto e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4225 del 13 aprile 1995
«Al fine di stabilire se un provvedimento abbia o meno carattere di ordinanza o di sentenza e sia quindi o meno soggetto ai mezzi di impugnazione previsti per quest'ultima deve aversi riguardo non alla sua forma esteriore o alla denominazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13104 del 15 luglio 2004
«La questione dell'integrazione del contraddittorio non costituisce, per se stessa, questione preliminare «di merito» ai sensi dell'art. 279, secondo comma, nn. 2 e 4, c.p.c., ma, piuttosto, questione processuale; né, inoltre, costituisce,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11842 del 25 giugno 2004
«Quando il dispositivo contenga statuizioni che riguardino solo alcune cause decise (e la sentenza va intesa, quanto ad esse, come definitiva ai sensi di cui all'art. 279, secondo comma, n. 5, c.p.c.) e si limiti, per il resto, a disporre la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8969 del 5 luglio 2000
«Salvo che il giudice istruttore non abbia fatto uso del potere di rimettere le parti al collegio su una questione pregiudiziale o preliminare di merito, vale il principio per cui il collegio deve decidere su tutte le domande ed eccezioni,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3769 del 25 febbraio 2004
«Rientra nel potere discrezionale del giudice del merito tanto la facoltà di derogare, in presenza di richiesta della parte, alla regola generale della concentrazione della decisione in un'unica sentenza, quanto quella di rigettare, anche senza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4465 del 20 maggio 1997
«Nel caso in cui le parti contendenti accampino contrapposte pretese creditorie fondate sullo stesso titolo o scaturenti da rapporti diversi, il giudice di merito, ai sensi degli artt. 103, 104, 279 c.p.c. ha facoltà di separare le cause relative a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3605 del 4 giugno 1981
«Fuori dell'ipotesi prevista dagli artt. 279, n. 4 e 278 c.p.c. al giudice del merito non è consentito frazionare il procedimento decisorio in più pronunzie, aventi per oggetto la stessa causa. Pertanto, nel caso di violazione di tale principio,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2028 del 27 marzo 1980
«A norma della disposizione di cui all'art. 279, n. 4, c.p.c., da interpretare in armonia con tutti i numeri precedenti dello stesso articolo, il giudice è abilitato a decidere con sentenza non definitiva le questioni pregiudiziali di rito o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4378 del 4 agosto 1982
«Le ordinanze, anche se emesse dal collegio, conservano il carattere strumentale insito nella loro natura e funzione processuale, pur quando involgano questioni attinenti al merito, sicché non possono produrre effetti preclusivi o altrimenti...»
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Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 2671 del 5 febbraio 2013
«L'istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva o dell'esecuzione della sentenza impugnata, formulata ai sensi dell'art. 283 c.p.c., mette capo ad un subprocedimento incidentale, privo di autonomia rispetto al giudizio di merito, sicché la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13617 del 22 luglio 2004
«Nel processo del lavoro, cui è improntato anche il rito locatizio, l'appello è proponibile prima del deposito della sentenza soltanto nell'ipotesi eccezionale di esecuzione iniziata in base al dispositivo, al solo scopo di investire il giudice del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12841 del 21 maggio 2008
«Tuttavia, detti vizi, ove assumano autonomo rilievo, in quanto riguardanti un punto sul quale l'ordinanza di correzione abbia avuto carattere non solo decisorio, ma anche definitivo, perché funzionalmente estraneo alla correzione della sentenza da...»