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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40321 del 29 ottobre 2008
«Quando nei confronti dello stesso imputato sono emesse in distinti procedimenti pendenti dinanzi alla medesima autorità giudiziaria ordinanze di custodia cautelare per fatti diversi tra i quali non sussiste la connessione qualificata prevista...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 18003 del 23 maggio 2006
«La regola della retrodatazione della decorrenza dei termini di custodia cautelare, nel caso di emissione di più ordinanze che dispongono la medesima misura nei confronti dello stesso imputato per fatti diversi, trova applicazione pur quando, in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42271 del 17 dicembre 2002
«In tema di divieto di c.d. «contestazione a catena», i termini di efficacia della nuova ordinanza cautelare emessa per lo stesso fatto oggetto di precedente ordinanza, ovvero per fatti diversi commessi antecedentemente e legati ad esso dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1499 del 9 luglio 1999
«L'intervenuta declaratoria di nullità del decreto che ha disposto il giudizio non incide sulla sua idoneità a produrre comunque gli effetti di cui all'art. 297, comma 3, c.p.p., per cui deve in ogni caso farsi ad esso riferimento ai fini della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1764 del 16 giugno 1999
«Con l'introduzione del nuovo comma terzo dell'art. 297 c.p.p., per effetto dell'art. 12 della legge 8 agosto 1995, n. 332, il legislatore ha esteso l'ambito del divieto della cosiddetta contestazione a catena, ai fini della decorrenza del termine...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2136 del 11 giugno 1999
«In tema di giudizio di appello, appartiene al giudice di secondo grado (ed anche al giudice di rinvio che debba decidere su di un appello in materia di provvedimenti restrittivi della libertà) il potere di sostituire, integrare e modificare la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1835 del 2 giugno 1999
«Il divieto delle contestazioni a catena e la conseguente applicazione della disciplina dell'art. 297, comma terzo, c.p.p., trovano applicazione nelle ipotesi di misure cautelari riferibili allo stesso fatto o a fatti diversi tra i quali sussista...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6530 del 2 febbraio 1999
«Tale vincolo potrà ritenersi sussistente soltanto nella eccezionale ipotesi in cui risulti che fin dalla costituzione del sodalizio criminoso o dalla adesione ad esso, un determinato soggetto, nell'ambito del generico programma criminoso, abbia...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9 del 17 luglio 1997
«Il divieto della cosiddetta «contestazione a catena» di cui al terzo comma dell'art. 297 c.p.p. trova applicazione in tutte le situazioni cautelari riferibili allo stesso fatto o a fatti diversi tra cui sussista connessione ai sensi dell'art. 12,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2058 del 13 marzo 1996
«È pienamente valida la deposizione resa dal consulente del lavoro anche nell'ipotesi in cui il giudice abbia omesso di avvertirlo del suo diritto di astenersi dal testimoniare, atteso che né l'art. 351 c.p.p. (vecchio testo) — che prevedeva il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4490 del 19 luglio 1996
«Il divieto della cosiddetta «contestazione a catena», anche nell'attuale formulazione dell'art. 297, comma 3, c.p.p., trova applicazione soltanto quando si verta in ambito di unico procedimento e non quando si tratti di procedimenti diversi,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1751 del 20 maggio 1997
«In tema di misure cautelari personali, una volta che sia scaduto il termine d'impugnazione dell'originario provvedimento o sia comunque esaurito il procedimento incidentale, gli effetti della decisione permangono nel procedimento principale fino...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 920 del 2 maggio 1997
«In materia di richiesta di revoca della custodia cautelare in carcere, la «attuale sussistenza» delle condizioni di applicabilità della misura previste dagli artt. 273 e 274 c.p.p., in quanto correlata sia ai fatti sopravvenuti che a quelli coevi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5601 del 4 dicembre 1996
«La pronuncia di sentenza di appello che confermi la condanna di primo grado per un reato derubricato rispetto a quello contestato (nella specie lesioni aggravate in luogo di omicidio volontario) costituisce un fatto nuovo ai fini della valutazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2204 del 10 novembre 1995
«Può costituire fatto nuovo, che comporta la modifica del quadro di riferimento probatorio e legittima la revoca della custodia in carcere, dopo il rinvio a giudizio dell'indagato, il convincimento espresso dal giudice del dibattimento, all'esito...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2829 del 5 giugno 1995
«La revoca della misura cautelare coercitiva postula il mutamento, in senso favorevole all'indagato, del quadro indiziario tenuto presente al momento dell'adozione del provvedimento, sicché, in difetto di sopravvenute ragioni positive, il cui onere...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3597 del 16 settembre 1994
«L'omesso tempestivo ricorso al procedimento impugnatorio incidentale di riesame, condizionato da termini perentori, non consente più alla parte interessata di utilmente prospettare, in sede di impugnazione sul rigetto della richiesta di revoca,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5165 del 1 dicembre 1999
«Ogni procedimento cautelare, infatti, è del tutto autonomo rispetto agli altri procedimenti incidentali de libertate, ancorché innestati nel medesimo processo, e la frammentazione che ne deriva implica, per il margine di discrezionalità del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1753 del 2 luglio 1993
«Ad elementi siffatti non può ricondursi il «pentimento» del capo di un'organizzazione criminale, dal momento che esso non esclude il perdurare dell'associazione di stampo camorristico e, di conseguenza, delle esigenze cautelari relative agli altri...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 931 del 19 maggio 1993
«Per poter far cessare la custodia cautelare devono venire a mancare completamente le suddette esigenze, ma a tale ipotesi consegue la revoca della misura imposta, a norma del primo comma dell'art. 299 c.p.p. il quale, non prevedendo — per ovvi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3628 del 17 febbraio 1999
«In materia di richiesta di revoca o di sostituzione della custodia cautelare in carcere, la attuale sussistenza delle condizioni di applicabilità della misura prevista dagli artt. 273 e 274 c.p.p., in quanto correlata sia ai fatti sopravvenuti sia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37363 del 10 novembre 2006
«Il rigetto dell'istanza di sostituzione della misura cautelare con altra meno afflittiva, implica per il giudice l'obbligo di motivare accertando in concreto e, quindi, in termini puntuali e specifici, se ricorrano le specifiche situazioni che, in...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 35861 del 26 ottobre 2006
«In materia di richiesta di revoca o di sostituzione della custodia cautelare in carcere, la attuale sussistenza delle condizioni di applicabilità della misura prevista dagli artt. 273 e 274 c.p.p., in quanto correlata sia ai fatti sopravvenuti sia...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23626 del 11 giugno 2001
«Il pubblico ministero non ha alcun obbligo di depositare, unitamente al parere da lui espresso in ordine ad una richiesta di revoca o sostituzione di misura cautelare, gli atti o documenti a sostegno di detto parere, non essendo un tale obbligo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3631 del 16 settembre 1994
«Il conflitto (negativo) insorto tra il giudice delle indagini preliminari, che abbia già emesso il decreto che dispone il giudizio ma sia ancora nel possesso degli atti (per gli adempimenti successivi), e il giudice del dibattimento, che non abbia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3843 del 2 dicembre 1997
«In tema di sequestro preventivo, posto che l'art. 321, comma primo, c.p.p., si limita a prescrivere che il relativo provvedimento abbia la forma del «decreto motivato», senza nulla aggiungere con riguardo al suo specifico contenuto, deve ritenersi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5825 del 13 gennaio 2000
«In tema di libertà personale, è provvedimento errato, ma non abnorme, quello con il quale il giudice revochi sua precedente ordinanza, con la quale era stata dichiarata la inefficacia della misura cautelare in carcere per decorrenza dei termini....»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 7676 del 16 maggio 2012
«Il liquidatore di una società estinta per cancellazione dal registro delle imprese può ben essere destinatario di una autonoma azione risarcitoria, ma non della pretesa attinente al debito sociale, onde è inammissibile l'impugnazione proposta nei...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 18 aprile 1997
«Ai fini sia dell'articolo 303, comma primo, lett. c), c.p.p., sia dell'art. 300, comma quarto, stesso codice, nel caso di condanna per più reati avvinti dalla continuazione, per alcuni dei quali soltanto (nella specie per i reati satelliti)...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5399 del 20 gennaio 1998
«Alla disposizione dell'art. 300, comma 3, c.p.p. — secondo la quale quando per un determinato fatto è pronunciata sentenza di condanna a pena condizionalmente sospesa, le misure cautelari applicate perdono efficacia — consegue che in relazione al...»