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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4408 del 15 aprile 1998
«Tuttavia il fenomeno della successione delle leggi processuali si atteggia in modo particolare qualora siano ontologicamente separati i due momenti di formazione dell'atto e di formale acquisizione dei risultati della ricerca probatoria, come...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 603 del 11 maggio 1992
«Il sequestro previsto dall'art. 253 del nuovo codice di procedura penale non è una misura cautelare come il sequestro preventivo e quello conservativo, bensì è un mezzo di ricerca della prova (come le perquisizioni, le ispezioni, le...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14595 del 23 dicembre 1999
«Ed invero, l'inutilizzabilità dei risultati illegittimamente acquisiti non consente nessuna differenza nel regime sanzionatorio in relazione alla utilizzazione delle intercettazioni nello stesso procedimento nel quale sono state disposte, ovvero...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1208 del 15 maggio 1998
«La diversità del procedimento di cui si parla deve assumere rilievo di carattere sostanziale e non può essere ricollegata a dati meramente formali, quale la materiale distinzione degli incartamenti relativi a due procedimenti o il loro diverso...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2006 del 2 settembre 1996
«In tema di misure cautelari, i gravi indizi di colpevolezza che giustificano l'emissione della misura possono essere legittimamente tratti da un giudizio ragionevolmente probabilistico che tenga conto delle massime di esperienza, cioè della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 608 del 22 maggio 1992
«La confisca facoltativa di cui all'art. 240, primo comma, c.p., è legittima ove sia dimostrato il diretto carattere strumentale della cosa sequestrata al compimento del reato e si possa formulare una prognosi sulla pericolosità sociale derivante...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2923 del 21 settembre 1995
«In tema di applicazione di misure cautelari personali, è carente e manifestamente illogica la motivazione circa la sussistenza delle esigenze di cui all'art. 274 c.p.p. che si limiti a mere formule di stile, senza indicare, con specifico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1763 del 29 agosto 1995
«Pur non potendosi in assoluto affermare che il ruolo dirigenziale o verticistico, di cui taluno risulti investito nell'ambito di un sodalizio mafioso, sia di per sé sufficiente a far ritenere quel soggetto automaticamente responsabile di ogni...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1758 del 27 maggio 1995
«In tema di misure cautelari, ai fini della verifica dei gravi indizi di colpevolezza richiesti dall'art. 273 c.p.p., la sola presunta appartenenza ad organizzazione collegiale di vertice in seno all'organizzazione criminale «Cosa Nostra», può...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2080 del 9 settembre 1996
«... A tal fine è solo necessario che essi presentino il carattere della gravità richiesto dall'art. 273 c.p.p. Dalla reiterazione del provvedimento restrittivo deriva, come unica conseguenza, che i termini di durata della misura decorrono dal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42748 del 7 novembre 2003
«Nel procedimento incidentale di applicazione delle misure cautelari, il pubblico ministero deve presentare al giudice tutti gli elementi su cui la richiesta si fonda, ma non ha l'obbligo di indicare i nominativi degli autori di dichiarazioni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 49523 del 14 novembre 2001
«In tema di interrogatorio di persona in stato di custodia cautelare, il comma 4 dell'art. 294 c.p.p. non indica alcun termine tassativo per l'avviso al difensore prima del compimento dell'atto, limitandosi a richiederne la tempestività, in modo da...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1235 del 20 gennaio 2011
«Il ricorso per cassazione, sottoscritto da avvocato diverso da quello cui, nella procura a margine del ricorso stesso, è stato conferito il mandato a proporlo, è inammissibile, per la mancanza della necessaria procura in favore del sottoscrittore,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4162 del 10 marzo 1995
«In materia di misure cautelari personali, non può assegnarsi, ai fini dell'esigenza cautelare di cui all'art. 274, lett. a), allo stato di latitanza dell'indagato, valore di motivo di aggravamento della detta esigenza quoad tempus ,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4005 del 20 gennaio 1998
«La prognosi di pericolosità sociale di cui all'art. 274, lett. c) c.p.p. va effettuata sulla base delle modalità e delle circostanze dei fatti e della personalità e capacità a delinquere dell'indagato, desunte non solo dagli eventuali precedenti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 182 del 30 marzo 1993
«Se le esigenze di cui all'art. 274 c.p.p. identificano i criteri prognostici di pericolosità dell'indagato, tale da consigliare il vincolo de libertate, il pericolo richiesto dalla norma citata, con riguardo a tutte le ipotesi comprese nella norma...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3420 del 10 agosto 1995
«Il pericolo di fuga di cui all'art. 274, lett. b), c.p.p. non può essere desunto da mere presunzioni, ma deve essere ancorato a concreti elementi dai quali sia logicamente possibile dedurre la reale ed effettiva preparazione della fuga. Non è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1661 del 29 ottobre 1992
«Al fine di determinare l'esistenza del concreto pericolo che l'indagato si dia alla fuga, il giudice deve esprimere una valutazione che, coinvolgendo l'intera personalità del prevenuto, consenta di valutare, con giudizio prognostico fondato su...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5969 del 26 febbraio 1998
«Ai fini dell'emissione di provvedimento di coercizione personale, risponde a corretti criteri logico-giuridici ritenere la sussistenza del concreto pericolo della ripetizione di reati della stessa specie di quelli per cui si procede da parte di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5636 del 9 febbraio 1994
«In tema di misure cautelari, ai fini della sussistenza dell'esigenza cautelare di cui alla lettera c) dell'art. 274 c.p.p., i reati della stessa specie, che l'indagato si presume possa commettere con rilevante probabilità una volta che abbia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2856 del 30 ottobre 1998
«Le «specifiche modalità e circostanze del fatto» di cui alla lett. c) dell'art. 274 c.p.p., in base alle quali il giudice, fra gli altri elementi, deve valutare le esigenze cautelari nel singolo caso concreto, ben possono essere prese in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6480 del 16 aprile 1998
«A seguito delle modifiche introdotte dalla legge 8 agosto 1995 n. 332 in tema di misure coercitive, il giudice, al fine di valutare la sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 274, lett. c), c.p.p., deve tenere conto sia delle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2174 del 27 marzo 1999
«In tema di ripristino della custodia cautelare nei confronti dell'imputato, già scarcerato per decorrenza dei termini, in seguito alla pronuncia della sentenza di condanna di primo o secondo grado (art. 307, comma 2, lett. b), c.p.p.), una...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1913 del 8 agosto 1996
«Anche se la detenzione, a seguito di titolo definitivo, di un soggetto cui è stata applicata la custodia cautelare in carcere rende oggettivamente inattuali le esigenze cautelari previste dall'art. 274, lett. b) e c), c.p.p., tale astratta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2229 del 21 ottobre 1993
«In tema di ripristino della custodia cautelare ex art. 307, secondo comma, lett. b) c.p.p., lo stato di detenzione attuale dell'imputato, anche in esecuzione di pena, non può condizionare di per sè la possibilità di riconoscere la sussistenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2860 del 30 giugno 1995
«Per la scelta della misura cautelare, il legislatore, con il terzo comma dell'art. 275 c.p.p., presume l'esistenza delle esigenze cautelari di cui al precedente art. 274 in virtù del titolo di reato contestato. Tale presunzione è relativa e può...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 127 del 17 febbraio 1994
«Le misure cautelari sono disciplinate dalle norme vigenti al momento della loro attuazione e non da quelle vigenti al momento in cui il reato è stato commesso.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19 del 12 aprile 1999
«In tema di misure cautelari, a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 439 del 1995, non sussiste più incompatibilità presunta tra il regime detentivo e lo stato di salute particolarmente grave di un indagato; ciò di conseguenza non...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 10 marzo 1999
«In tema di misure coercitive, ove il giudice non ritenga di accogliere, sulla base degli atti, la richiesta di revoca o di sostituzione della custodia cautelare in carcere basata sulla prospettazione di condizioni di salute incompatibili con lo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5633 del 31 gennaio 1996
«Le «condizioni di salute particolarmente gravi incompatibili con lo stato di detenzione e comunque tali da non consentire adeguate cure in caso di detenzione in carcere», cui fa riferimento l'art. 275, comma 4, c.p.p., nel testo introdotto...»