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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4017 del 27 aprile 1994
«Dichiarata la nullità dell'aggiudicazione ed emessa dal giudice delegato nuova ordinanza di vendita all'incanto ad un prezzo maggiore di quello originariamente fissato, il tribunale, al quale sia proposto reclamo con cui si chieda che sia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3771 del 20 aprile 1994
«Con riguardo alla liquidazione dell'attivo fallimentare, la presentazione dell'istanza di sospensione della vendita di immobili ex art. 108, terzo comma, R.D. 16 marzo 1942, n. 267 non determina la sospensione della procedura di vendita sino a che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3916 del 1 aprile 1992
«Le particolari disposizioni contenute nell'art. 108 L. fall., che consentono al giudice delegato di sospendere la vendita degli immobili per notevole inadeguatezza del prezzo fino a che non venga emesso il decreto di trasferimento del bene, non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2420 del 27 febbraio 1992
«La circostanza che la sospensione della vendita immobiliare, ex art. 108, terzo comma, legge fallimentare, sia disposta non dal giudice delegato, ma da altro giudice, non comporta di per sé la nullità del provvedimento dovendosi presumere, in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8666 del 29 agosto 1998
«L'affittuario di azienda di impresa soggetta a concordato preventivo, che eserciti diritto di prelazione ex art. 3, quarto comma, della legge n. 223 del 1991, non si trova, rispetto alle vicende della procedura, in una posizione di terzietà, tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3509 del 14 aprile 1994
«Il termine di dieci giorni per la proposizione del reclamo al tribunale fallimentare contro il provvedimento, decisorio, del giudice delegato di sospensione, ex art. 108, terzo comma, L. fall. della vendita immobiliare dopo l'aggiudicazione,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6582 del 25 giugno 1999
«In tema di liquidazione dell'attivo fallimentare, qualora il giudice delegato rigetti l'istanza di sospensione della vendita, proposta ex art. 108 L. fall., per essere già stato disposto il trasferimento dei beni all'aggiudicatario, in caso di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1344 del 20 gennaio 2011
«In sede di legittimità, ai sensi dell'art. 372 c.p.c., è consentita la produzione da parte del curatore fallimentare, unitamente al controricorso, dei decreti di trasferimento dei beni posti in vendita a seguito del rigetto dell'istanza di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11887 del 3 novembre 1992
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 108, terzo comma, L. fall. — che riconosce al giudice delegato il potere di sospendere le operazioni di trasferimento dell'immobile, indipendentemente dalla forma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 393 del 13 gennaio 2010
«In sede di ripartizione dell'attivo fallimentare, e con riguardo alla disciplina antecedente alla riforma di cui al D.L.vo 9 gennaio 2006, n. 5, il giudice delegato deve limitarsi a risolvere le questioni relative alla graduatoria dei privilegi ed...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18105 del 7 agosto 2009
«Nella ripartizione dell'attivo del fallimento, le osservazioni dei creditori possono investire soltanto la graduazione dei privilegi e la collocazione di ciascun credito rispetto a quelli concorrenti, posto che il decreto di approvazione dello...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5766 del 13 giugno 1990
«Il provvedimento del giudice fallimentare in tema di ripartizione dell'attivo è assoggettabile ad imposta proporzionale di registro, ai sensi dell'art. 8 della tariffa allegato A del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 634, solo per la parte in cui,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2988 del 10 febbraio 2006
«Il ricorso per cassazione del curatore fallimentare avverso il decreto della corte di appello che annulla il decreto di chiusura del fallimento emesso dal tribunale, in accoglimento del reclamo di un creditore, è inammissibile per difetto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2433 del 30 gennaio 2009
«In tema di liquidazione fallimentare, gli effetti dell'aggiudicazione, anche provvisoria, restano fermi nei confronti degli aggiudicatari qualora si verifichi la causa di chiusura del fallimento di cui all'art. 118, primo comma, n. 2 legge fall....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20180 del 24 settembre 2010
«In sede di ripartizione dell'attivo fallimentare non è possibile rimettere in discussione l'importo dei crediti ammessi e le cause di prelazione riconosciute o escluse in sede di verificazione del passivo, attesa l'efficacia preclusiva,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3114 del 21 maggio 1984
«La ripartizione finale dell'attivo di un fallimento può aver luogo anche se siano ancora pendenti giudizi di opposizione all'esclusione di credito o di impugnazione alla loro ammissione, ma in tale ipotesi, in qualunque grado i predetti giudizi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1500 del 2 febbraio 2001
«Qualora la sussistenza e la prededucibilità di un credito nei confronti della massa vengano disconosciute dal giudice delegato con decreto ex art. 111 legge fallimentare, il preteso creditore, per ottenere il riconoscimento dei propri diritti,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5435 del 17 maggio 1995
«In tema di rendiconto del curatore del fallimento, non è ricorribile per cassazione, ex art. 111 Cost., l'ordinanza del tribunale fallimentare che abbia dichiarato inammissibile il reclamo contro il provvedimento con cui il giudice delegato — in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2827 del 6 maggio 1985
«L'art. 115 della legge fallimentare prevedendo che il curatore provvede al pagamento delle somme assegnate ai creditori nel piano di ripartizione nei modi stabiliti dal giudice delegato, comporta che il giudice delegato possa disporre modi di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9901 del 24 maggio 2004
«In tema di fallimento, il creditore non ammesso al passivo, pur potendo, come ogni altro interessato, presentare osservazioni al piano di riparto e potendo giovarsi dell'accantonamento generico e di quegli altri che il giudice delegato può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13895 del 19 settembre 2003
«In tema di riparto fallimentare, i creditori tardivamente insinuati al passivo conservano le loro ragioni di soddisfacimento integrale sulle somme ancora da ripartire, come risulta dall'inciso «salvi i diritti di prelazione» che figura al primo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9262 del 25 giugno 2002
«L'incarico professionale conferito, in assenza di autorizzazione del giudice delegato, dall'imprenditore il quale si trovi in regime di amministrazione controllata o di concordato preventivo, ove si inserisca nel quadro di un piano di risanamento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13056 del 9 settembre 2002
«Con riferimento all'ipotesi di concordato preventivo cui abbia fatto seguito la dichiarazione di fallimento, il credito relativo a mutuo contratto, con l'autorizzazione del giudice delegato, dall'imprenditore (il quale, come si evince dall'art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7868 del 9 giugno 2000
«Il provvedimento di prima delibazione della proposta di concordato (di competenza del giudice delegato, secondo la previsione procedimentale dell'art. 124 l. fall.) manca dei requisiti della definitività (non essendo preclusa la riproposizione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24026 del 26 novembre 2010
«In tema di concordato fallimentare, proposto (nella specie, dal curatore) nella vigenza del d.l.vo n. 5 del 2006 e prima del d.l.vo n. 169 del 2007, in una procedura di fallimento disciplinata, ad ogni altro effetto, dal testo originario del r.d....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4760 del 3 aprile 2002
«I provvedimenti del giudice delegato al fallimento sono modificabili e revocabili, sia d'ufficio che su istanza di parte, fino al momento della relativa esecuzione e, quindi, nel caso di provvedimenti preordinati alla liquidazione dell'attivo ed...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1631 del 15 febbraio 1995
«In tema di concordato fallimentare, il decreto, con il quale il tribunale, su reclamo proposto ai sensi dell'art. 26 del R.D. 16 marzo 1942 n. 267, confermi o meno il provvedimento del giudice delegato di reiezione della proposta del concordato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10634 del 9 maggio 2007
«L'interpretazione dei patti del concordato fallimentare e della sentenza di omologazione importa una quaestio voluntatis la cui risoluzione spetta al giudice di merito e non è censurabile in sede di legittimità, se correttamente e adeguatamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1983 del 11 febbraio 2003
«Il provvedimento del giudice delegato che inviti la società garante di una proposta di concordato fallimentare a depositare presso un istituto di credito una somma di denaro necessaria per l'esecuzione del concordato stesso è espressione del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12862 del 4 settembre 2002
«Il trasferimento dei beni all'assuntore del concordato fallimentare trova titolo diretto ed immediato nella relativa sentenza di omologazione, mentre i successivi, eventuali decreti del giudice delegato — ivi compresi quelli contenenti la...»