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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4666 del 20 settembre 1999
«L'ordinanza di sospensione dei termini di custodia cautelare che, a norma dell'art. 304, comma 2, c.p.p., riconosca in via generale la particolare complessità del dibattimento, opera anche nei confronti del latitante, impedendo che il suo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1382 del 13 gennaio 2006
«In tema di titolo esecutivo, la notifica dell'estratto della sentenza contumaciale è validamente effettuata al difensore di fiducia, qualora, in fase dibattimentale, nei confronti dell'imputato latitante sia stato erroneamente emesso il decreto di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 608 del 22 febbraio 2000
«In tema di perdita di efficacia della custodia cautelare per scadenza dei termini, quando i titoli custodiali, pur se tutti decorrenti, quanto a durata, dalla prima ordinanza applicativa ex art. 297, comma terzo, c.p.p., siano stati emessi in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1072 del 19 maggio 1998
«In tema di durata massima dei termini di custodia cautelare, mentre l'art. 297, comma quarto, c.p.p. introduce l'istituto del cosiddetto «congelamento», in forza del quale, limitatamente ai termini di fase e indipendentemente da un provvedimento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4941 del 18 dicembre 1997
«In tema di compatibilità tra custodia cautelare e detenzione, il criterio stabilito dall'art. 297 comma 5 c.p.p., ai fini della decorrenza dei termini di custodia cautelare in costanza di detenzione per altro titolo, è richiamato dall'art. 298...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27542 del 9 luglio 2001
«In tema di durata massima della custodia cautelare, il c.d. congelamento dei termini di fase previsto dall'art. 297, comma 4, c.p.p. opera automaticamente, senza necessità di una richiesta del pubblico ministero o di un provvedimento del giudice.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 226 del 17 febbraio 1998
«In tema di congelamento e di sospensione dei termini procedurali va affermata la totale diversità dei due istituti e la loro applicabilità in via alternativa nel computo dei termini della fase processuale; con la conseguenza dell'esclusione del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5166 del 3 febbraio 1998
«Il congelamento dei termini di custodia cautelare previsto dall'art. 297, comma quarto, c.p.p., e la sospensione dei termini di custodia cautelare prevista dall'art. 304, comma secondo, c.p.p., sono istituti diversi e indipendenti: il primo opera...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2206 del 30 maggio 1997
«Il congelamento dei termini della custodia cautelare previsto dall'art. 297 comma 4 c.p.p., non è cumulabile con la sospensione dei termini prevista dall'art. 304 comma 2 c.p.p. poiché la seconda, di più ampia portata, esclude l'operatività del...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 45246 del 20 novembre 2012
«In tema di contestazione a catena, la questione relativa alla retrodatazione della decorrenza del termine di custodia cautelare può essere dedotta anche nel procedimento di riesame solo se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni: a)...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 26434 del 9 luglio 2007
«In tema di c.d. contestazione a catena, la disciplina prevista dall'art. 297, comma terzo, c.p.p. presuppone la coesistenza delle diverse ordinanze applicative di una misura cautelare per il medesimo fatto ovvero per fatti connessi o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6841 del 18 febbraio 2004
«La retrodatazione della misura custodiale non vale per la fase successiva all'emissione del provvedimento che dispone il giudizio ordinario o abbreviato ovvero della sentenza di applicazione della pena su richiesta, stante l'inapplicabilità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42271 del 17 dicembre 2002
«In tema di divieto di c.d. «contestazione a catena», i termini di efficacia della nuova ordinanza cautelare emessa per lo stesso fatto oggetto di precedente ordinanza, ovvero per fatti diversi commessi antecedentemente e legati ad esso dal...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8631 del 1 marzo 2001
«L'ordinanza che dispone una misura cautelare personale, per fatti diversi e anteriori a quelli oggetto di altro provvedimento restrittivo, viola il divieto delle «contestazioni a catena» solo se tra i fatti sia stata accertata in concreto la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3040 del 2 novembre 1999
«La permanenza del reato di associazione per delinquere cessa con la privazione della libertà personale dell'agente. Pertanto, se dopo la scarcerazione risulti provata l'ulteriore adesione al sodalizio, deve ravvisarsi un nuovo e autonomo reato per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2136 del 11 giugno 1999
«In tema di giudizio di appello, appartiene al giudice di secondo grado (ed anche al giudice di rinvio che debba decidere su di un appello in materia di provvedimenti restrittivi della libertà) il potere di sostituire, integrare e modificare la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 290 del 4 maggio 1999
«In tema di c.d. contestazione a catena la disciplina prevista dall'art. 297, terzo comma, c.p.p. è applicabile, oltre che alle ipotesi espressamente previste, anche a quelle relative a fatti diversi, ancorché non in rapporto di connessione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4717 del 19 novembre 1996
«Ai fini della revoca dell'affidamento in prova al servizio sociale, previsto dall'art. 47, penultimo comma, dell'ordinamento penitenziario, rilevano soltanto condotte tenute successivamente alla concessione del beneficio. Non può, pertanto, dar...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1751 del 20 maggio 1997
«In tema di misure cautelari personali, una volta che sia scaduto il termine d'impugnazione dell'originario provvedimento o sia comunque esaurito il procedimento incidentale, gli effetti della decisione permangono nel procedimento principale fino...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 961 del 28 maggio 1996
«La decisione del giudice di appello avverso l'ordinanza di rigetto della richiesta di revoca di misura cautelare è vincolata, oltre che dall'effetto devolutivo proprio di questo tipo di impugnazione, anche dalla natura del provvedimento impugnato,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2829 del 5 giugno 1995
«La revoca della misura cautelare coercitiva postula il mutamento, in senso favorevole all'indagato, del quadro indiziario tenuto presente al momento dell'adozione del provvedimento, sicché, in difetto di sopravvenute ragioni positive, il cui onere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 548 del 14 luglio 1995
«L'ordinanza con la quale in pendenza del giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo venga revocata anziché, come disposto dall'art. 649 c.p.c., sospesa la provvisoria esecuzione del decreto medesimo non è impugnabile con ricorso per cassazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3944 del 16 febbraio 1994
«Nell'ipotesi di sospensione condizionale della pena subordinata all'adempimento di determinati obblighi, l'inosservanza di questi da parte del condannato non comporta la revoca automatica del beneficio, potendo il soggetto allegare la comprovata...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3597 del 16 settembre 1994
«L'omesso tempestivo ricorso al procedimento impugnatorio incidentale di riesame, condizionato da termini perentori, non consente più alla parte interessata di utilmente prospettare, in sede di impugnazione sul rigetto della richiesta di revoca,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3276 del 1 luglio 1995
«Presupposto per l'emissione del provvedimento cautelare che sostituisce la misura cautelare o ne aggrava le modalità di esecuzione, ai sensi del comma quarto dell'art. 299 c.p.p., è la sopravvenienza di circostanze tali da far ritenere aggravate...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5165 del 1 dicembre 1999
«In tema di revoca delle misure cautelari, il «fatto nuovo» ovvero l'«elemento nuovo» idoneo a superare il c.d. giudicato cautelare già formatosi non può consistere nella semplice circostanza di una diversa e più favorevole valutazione delle stesse...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 553 del 17 maggio 1995
«In presenza di un provvedimento applicativo della misura della custodia cautelare in carcere, disposta ma non ancora eseguita, il giudice competente è legittimato ad ordinarne la revoca quando l'indagato di uno dei reati previsti dall'art. 275,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37363 del 10 novembre 2006
«Il rigetto dell'istanza di sostituzione della misura cautelare con altra meno afflittiva, implica per il giudice l'obbligo di motivare accertando in concreto e, quindi, in termini puntuali e specifici, se ricorrano le specifiche situazioni che, in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1962 del 28 ottobre 1998
«Poiché la disposizione di cui all'art. 299, comma 3 bis, c.p.p., che prevede l'obbligo del giudice di sentire il pubblico ministero qualora debba provvedere sulla revoca o sulla sostituzione di una misura cautelare, ha carattere generale ed è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2075 del 27 maggio 1998
«In tema di revoca delle misure cautelari, poiché il c.d. giudicato cautelare ne fonda l'irrevocabilità allo stato delle acquisizioni, una nuova istanza non può essere proposta prima che esso si formi, e cioè che sia concluso l'itinerario di...»