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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7708 del 13 luglio 1993
«Nel rito del lavoro, l'onere imposto al ricorrente dall'art. 414 n. 4 c.p.c., relativo all'esposizione degli elementi di fatto e di diritto che integrano la fattispecie costitutiva del diritto fatto valere in giudizio, è sanzionato dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5879 del 17 marzo 2005
«Nel processo del lavoro, qualora nel ricorso introduttivo non siano indicati — ex art. 414, n. 4, analogamente a quanto stabilito per il giudizio ordinario dall'art. 163, n. 4 c.p.c. del codice di rito — gli elementi di fatto e di diritto posti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15817 del 13 agosto 2004
«Nel rito del lavoro la valutazione di nullità del ricorso introduttivo — per mancata determinazione dell'oggetto della domanda o per mancata esposizione degli elementi di fatto e delle ragioni di diritto su cui si fonda — non è attività riservata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4349 del 26 marzo 2001
«Nel rito del lavoro la nullità del ricorso introduttivo del giudizio di primo grado, per la mancata determinazione dell'oggetto della domanda e per mancata esposizione degli elementi di fatto e delle ragioni di diritto su cui si fonda la domanda...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23745 del 17 settembre 2008
«Nel rito del lavoro, i mezzi di prova ed i documenti che, a pena di decadenza, il ricorrente deve, in forza degli artt. 414, primo comma, n. 5, e 415, primo comma, cod. proc. civ., indicare nel ricorso e depositare unitamente ad esso sono quelli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13753 del 22 luglio 2004
«Nel rito del lavoro, ai fini della ammissibilità della prova testimoniale è sufficiente che siano stati articolati i capitoli di prova e siano stati indicati i testimoni da escutere, mentre non è richiesto a pena di inammissibilità che venga...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9896 del 12 novembre 1996
«Nel rito del lavoro l'indicazione specifica, nel ricorso introduttivo, dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi, prescritta dall'art. 414 n. 5 c.p.c. è stabilita solo ai fini della concentrazione dell'istruttoria nel rispetto del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8424 del 24 settembre 1996
«L'inosservanza, da parte del lavoratore ricorrente, dell'onere d'indicare, specificandone i dati, e di produrre in giudizio il contratto collettivo post-corporativo del quale chiede l'applicazione può giustificare il rigetto della domanda soltanto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8020 del 2 settembre 1996
«Nel rito del lavoro, l'omessa indicazione, nell'atto introduttivo del giudizio, dei mezzi di prova dei quali il ricorrente intende avvalersi determina non già l'inammissibilità del ricorso, bensì l'impossibilità di proporre in seguito i mezzi di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4330 del 24 ottobre 1989
«Nel nuovo rito del lavoro, che è caratterizzato dall'oralità, dall'immediatezza e dalla concentrazione degli atti processuali nonché dall'accentuata ufficialità del processo, la disciplina dettata dai nn. 3, 4 e 5 dell'art. 414 c.p.c. — secondo la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1212 del 13 febbraio 1985
«La decadenza che sanziona per il ricorrente — stante la necessaria estensione della disposizione espressa contenuta nell'art. 416 c.p.c. per il resistente — l'omissione, nell'atto introduttivo del giudizio, della specifica indicazione dei...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16457 del 27 settembre 2012
«In un giudizio promosso dal datore di lavoro, avente ad oggetto la domanda di accertamento negativo rispetto al verbale ispettivo emesso dal competente Istituto previdenziale per omessa contribuzione, qualora l'Istituto articoli la propria difesa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20176 del 22 luglio 2008
«Nel rito del lavoro, l'onere di chiedere al giudice l'emissione di un nuovo decreto di fissazione dell'udienza, posto dall'art. 418 cod. proc. civ., a pena di decadenza, a carico del convenuto che abbia proposto domanda riconvenzionale, si applica...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10335 del 17 maggio 2005
«In tema di formalità di proposizione della domanda riconvenzionale nelle controversie soggette al rito del lavoro o alle quali tale rito si estenda, qualora la controversia principale sia stata erroneamente introdotta con il rito ordinario e venga...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12300 del 21 agosto 2003
«Nel rito del lavoro, l'onere di chiedere al giudice l'emissione di un nuovo decreto di fissazione dell'udienza, posto dall'art. 418 c.p.c., a pena di decadenza, a carico del convenuto che abbia proposto domanda riconvenzionale, non rispondendo in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 382 del 21 gennaio 1986
«L'art. 418 c.p.c. sulla richiesta in caso di proposizione di domanda riconvenzionale di emissione di un nuovo decreto per la fissazione dell'udienza trova la sua specifica ragione nella necessità di provocare la modificazione di un provvedimento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5122 del 17 ottobre 1985
«Nel rito del lavoro la necessità per il convenuto che agisce in riconvenzionale di chiedere — a pena di decadenza come espressamente sancisce l'art. 418 c.p.c. — che il giudice adito fissi una nuova udienza di discussione assolve alla funzione di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23815 del 16 novembre 2007
«Nelle controversie soggette al rito di cui agli artt. 409 e segg. c.p.c. l'inosservanza dell'onere, posto dall'art. 418 c.p.c. a carico del convenuto, di chiedere la fissazione di una nuova udienza comporta la decadenza dalla riconvenzionale e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16955 del 1 agosto 2007
«Nel rito del lavoro, l'inosservanza da parte del convenuto, che abbia ritualmente proposto, ai sensi dell'art. 416 c.p.c., domanda riconvenzionale, del disposto di cui al primo comma dell'art. 418 c.p.c. — il quale impone, a pena di decadenza...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 13025 del 4 dicembre 1991
«Nel rito del lavoro, l'inosservanza del convenuto, il quale formuli domanda riconvenzionale, all'onere di chiedere la fissazione di una nuova udienza, secondo le previsioni dell'art. 418, primo comma, c.p.c., implica decadenza, e, quindi,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6090 del 18 ottobre 1983
«Nel caso in cui il giudice del lavoro ritenga di non dover dare corso alla domanda riconvenzionale del convenuto (per un qualsiasi motivo di forma o di sostanza) dichiarandola in limine litis inammissibile, e così ometta di provvedere alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4347 del 19 aprile 1995
«Nel rito del lavoro, non determina nullità la mancata comunicazione al convenuto, che abbia proposto domanda riconvenzionale, della data fissata per la nuova udienza ai sensi dell'art. 418 c.p.c., considerato che tale comunicazione non è richiesta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19834 del 4 ottobre 2004
«A norma dell'art. 419, c.p.c., nelle controversie soggette al rito del lavoro l'intervento del terzo ex art. 105 c.p.c. non può avvenire oltre il termine stabilito per la costituzione del convenuto e, qualora sia tardivo, la tardività non può...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23929 del 23 dicembre 2004
«Nel rito del lavoro, la nullità del ricorso introduttivo per mancata indicazione degli elementi di fatto e di diritto posti alla base della domanda è sanabile alla stregua dell'art. 164, quinto comma, c.p.c., ed in caso di mancata fissazione, da...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 29006 del 10 dicembre 2008
«Nel rito del lavoro, il giudice, ove si verta in situazione di "semiplena probatio", ha il potere-dovere di provvedere d'ufficio agli atti istruttori idonei a superare l'incertezza dei fatti costitutivi dei diritti in contestazione,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3228 del 6 marzo 2001
«Nel rito del lavoro, il corretto esercizio del potere officioso conferito al giudice dalla norma di cui all'art. 421 c.p.c. in tema di ricerca di prove suppletive od integrative a supporto della domanda postula l'esistenza, in seno al processo,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9034 del 6 luglio 2000
«Nel rito del lavoro, l'attribuzione al giudice di poteri istruttori d'ufficio, ai sensi dell'art. 421, secondo comma, c.p.c., incontra un duplice limite, poiché, da una parte, deve rispettare il principio della domanda e dell'onere di deduzione in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4714 del 12 aprile 2000
«Alla parte che invoca in giudizio l'applicazione di un contratto collettivo post-corporativo incombe l'onere di produrlo, con la conseguenza che, in caso di mancata produzione di esso e di contestazione della controparte in ordine all'esistenza e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6769 del 10 luglio 1998
«Ai sensi dell'art. 421 c.p.c., il potere ufficioso di ordinare l'esibizione di documenti è discrezionale, sicché il suo esercizio non comporta alcun vincolo per il giudice. Del pari discrezionale è, quindi, anche il potere di desumere argomenti di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10522 del 25 ottobre 1997
«Nel rito del lavoro, quando le risultanze di causa offrono significativi dati di indagine, il giudice non può limitarsi a fare meccanica applicazione della regola formale di giudizio fondata sull'onere della prova, ma ha il potere-dovere di...»