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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14471 del 9 luglio 2005
«La domanda di ammissione al passivo fallimentare, come si evince dall'art. 94 legge fall., ha natura e funzione di vera e propria domanda giudiziale introduttiva di una attività cognitiva idonea a produrre il giudicato formale e sostanziale sui...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18935 del 11 dicembre 2003
«Il decreto con il quale il giudice delegato al fallimento, all'esito della verificazione dello stato passivo, rigetta la domanda di insinuazione proposta da un creditore può essere motivato mediante il richiamo delle ragioni svolte dal curatore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12823 del 3 settembre 2003
«I provvedimenti che, in sede di verificazione dei crediti, vengono adottati dal giudice delegato, quand'anche non abbiano formato oggetto di opposizione, non acquistano efficacia di cosa giudicata, ma spiegano solo effetti preclusivi nell'ambito...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1230 del 23 gennaio 2004
«Appartiene alla giurisdizione ordinaria, e non a quella tributaria, la controversia relativa all'ammissione al passivo di un credito di natura tributaria vantato dall'Amministrazione finanziaria (nella specie: per imposta di registro), richiesto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1925 del 22 aprile 1989
«La vendita di cose, che il giudice delegato, con valutazione che non è sindacabile in sede di legittimità, ritiene deteriorabili o deprezzabili, ha una funzione meramente conservativa del valore del bene e quindi un carattere di urgenza che la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17249 del 5 dicembre 2002
«In tema di vendita di beni fallimentari, deve escludersi che il giudice delegato, con il decreto dichiarativo della decadenza dell'aggiudicatario per inadempienza, sia tenuto a fissare un'udienza per l'audizione delle parti, giusta disposto degli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14103 del 23 settembre 2003
«Con riguardo alla vendita di beni mobili ad offerte private, prevista dall'art. 106 legge fall. e sottratta alle regole dell'aggiudicazione in esito ad incanto, le disposizioni del giudice delegato devono ritenersi suscettibili di sospensione,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19210 del 30 settembre 2005
«L'interesse e la legittimazione dell'imprenditore in concordato preventivo con cessione dei beni ad impugnare il decreto di trasferimento di bene immobile emesso — nell'ambito della liquidazione concordataria — dal giudice delegato non sono...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16755 del 16 luglio 2010
«In tema di liquidazione dell'attivo fallimentare, al giudice delegato è attribuito, ai sensi dell'art. 108, comma 3, legge fall. (nel testo "ratione temporis" applicabile), il potere discrezionale di disporre la sospensione della vendita - anche...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1610 del 22 gennaio 2009
«In tema di liquidazione dell'attivo fallimentare, al giudice delegato è attribuito, ai sensi dell'art. 108, comma 3, legge fall. (nel testo "ratione temporis" applicabile), il potere discrezionale di disporre la sospensione della vendita anche ad...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3771 del 20 aprile 1994
«Con riguardo alla liquidazione dell'attivo fallimentare, la presentazione dell'istanza di sospensione della vendita di immobili ex art. 108, terzo comma, R.D. 16 marzo 1942, n. 267 non determina la sospensione della procedura di vendita sino a che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3916 del 1 aprile 1992
«Le particolari disposizioni contenute nell'art. 108 L. fall., che consentono al giudice delegato di sospendere la vendita degli immobili per notevole inadeguatezza del prezzo fino a che non venga emesso il decreto di trasferimento del bene, non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6582 del 25 giugno 1999
«In tema di liquidazione dell'attivo fallimentare, qualora il giudice delegato rigetti l'istanza di sospensione della vendita, proposta ex art. 108 L. fall., per essere già stato disposto il trasferimento dei beni all'aggiudicatario, in caso di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3787 del 15 febbraio 2008
«In tema di diritto di prelazione da parte dell'imprenditore il quale, a titolo di affitto, ha assunto dal curatore la gestione, anche parziale, di aziende appartenenti ad imprese assoggettate a procedure fallimentari e, ai sensi dell'art. 3, comma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18105 del 7 agosto 2009
«Nella ripartizione dell'attivo del fallimento, le osservazioni dei creditori possono investire soltanto la graduazione dei privilegi e la collocazione di ciascun credito rispetto a quelli concorrenti, posto che il decreto di approvazione dello...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17261 del 5 dicembre 2002
«In tema di equa riparazione per violazione del termine ragionevole del processo, per “definitività” della decisione concludente il procedimento nel cui ambito la violazione si assume verificata, la quale segna il dies a quo del termine di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 395 del 13 gennaio 2010
«La cognizione rimessa al giudice in sede di reclamo, ai sensi dell'art. 119, secondo comma, della legge fall., avverso il decreto di chiusura del fallimento è limitata alla verifica della sussistenza di uno dei casi di chiusura di cui ai numeri da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2988 del 10 febbraio 2006
«Il ricorso per cassazione del curatore fallimentare avverso il decreto della corte di appello che annulla il decreto di chiusura del fallimento emesso dal tribunale, in accoglimento del reclamo di un creditore, è inammissibile per difetto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5562 del 6 marzo 2009
«Il ricorso per cassazione avverso il decreto di rigetto del reclamo proposto nei confronti del decreto di chiusura del fallimento deve essere notificato al curatore fallimentare, essendo lo stesso legittimato nonostante la chiusura del fallimento,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17308 del 16 agosto 2011
«Ai fini della legittimazione a proporre reclamo avverso il decreto di chiusura del fallimento da parte del creditore del fallito, la posizione di coloro che hanno proposto insinuazione tardiva oppure opposizione allo stato passivo e i cui relativi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2433 del 30 gennaio 2009
«In tema di liquidazione fallimentare, gli effetti dell'aggiudicazione, anche provvisoria, restano fermi nei confronti degli aggiudicatari qualora si verifichi la causa di chiusura del fallimento di cui all'art. 118, primo comma, n. 2 legge fall....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20180 del 24 settembre 2010
«In sede di ripartizione dell'attivo fallimentare non è possibile rimettere in discussione l'importo dei crediti ammessi e le cause di prelazione riconosciute o escluse in sede di verificazione del passivo, attesa l'efficacia preclusiva,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1500 del 2 febbraio 2001
«Qualora la sussistenza e la prededucibilità di un credito nei confronti della massa vengano disconosciute dal giudice delegato con decreto ex art. 111 legge fallimentare, il preteso creditore, per ottenere il riconoscimento dei propri diritti,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13895 del 19 settembre 2003
«In tema di riparto fallimentare, i creditori tardivamente insinuati al passivo conservano le loro ragioni di soddisfacimento integrale sulle somme ancora da ripartire, come risulta dall'inciso «salvi i diritti di prelazione» che figura al primo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9289 del 19 aprile 2010
«Il decreto di rimessione "in bonis" dell'impresa assoggettata ad amministrazione controllata, certificando l'avvenuto superamento dello stato di dissesto che ha dato luogo alla procedura, evidenzia l'assenza d'interdipendenza e continuità tra la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 35979 del 25 ottobre 2002
«In tema di esecuzione, il termine perentorio di trenta giorni ai fini della presentazione dell'istanza per la concessione della misura alternativa alla detenzione decorre - a seguito delle modifiche dell'art. 656, comma 5, c.p.p. per effetto del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 36764 del 11 ottobre 2001
«In tema di esecuzione, quando la condanna sia stata inflitta per taluno dei delitti di cui all'art. 4 bis dell'ordinamento penitenziario, il divieto di sospensione previsto dall'art. 656, comma 9, lett. a), c.p.p. deve ritenersi operante anche se...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14996 del 9 aprile 2001
«In tema di esecuzione di pena detentiva nei confronti di condannato che si trovi agli arresti domiciliari per il fatto oggetto della condanna da eseguire, l'art. 656, comma 10, c.p.p. (nel testo vigente anteriormente alle modifiche apportate dal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4503 del 26 settembre 2000
«La declaratoria di fungibilità della pena a norma dell'art. 657 c.p.p. non è né automatica, né necessariamente contestuale all'ordine di esecuzione e desumibile dal relativo fascicolo, ma va disposta con distinto decreto e discende da una autonoma...»
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Cassazione penale, Sez. I, ordinanza n. 373 del 1 aprile 1994
«Il pubblico ministero presso la pretura non è legittimato a proporre impugnazione avverso l'ordinanza con la quale il magistrato di sorveglianza dichiara inammissibile la richiesta di conversione della pena pecuniaria, atteso che il magistrato di...»