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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1335 del 20 gennaio 2009
«Il debito avente ad oggetto il risarcimento del danno da inadempimento di obbligazioni contrattuali diverse da quelle pecuniarie ha natura di debito di valore, in quanto tiene luogo della materiale utilità che il creditore avrebbe percepito se...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7079 del 28 luglio 1994
«Il principio secondo cui l'obbligazione risarcitoria configura debito di valore — con la conseguenza che il giudice deve tener conto, anche di ufficio, della svalutazione monetaria verificatasi fino alla data della relativa decisione, in quanto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 367 del 20 gennaio 1986
«...la trasformazione del corrispondente debito di valore in debito di valuta, con la conseguenza che il giudice del merito, nel procedere alla liquidazione del danno, deve tenere conto, anche d'ufficio, dell'intervenuta svalutazione della moneta.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5337 del 9 agosto 1983
«...sicché il giudice, nella relativa quantificazione, deve tener conto, anche d'ufficio, e quindi indipendentemente da qualsiasi prova da parte del danneggiato stesso, della svalutazione monetaria sopravvenuta sino alla data della liquidazione.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4201 del 3 ottobre 1977
«Il principio in base al quale il debito di risarcimento del danno per fatto illecito, quale debito di valore, va liquidato tenendo conto, anche d'ufficio ed in grado d'appello, della svalutazione monetaria verificatasi fra la data del fatto e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10433 del 5 dicembre 1994
«Gli interessi legali sull'equivalente monetario del danno decorrono di diritto e ben può il giudice attribuirli d'ufficio senza una specifica domanda della parte e senza incorrere nel vizio di ultrapetizione quando questa abbia chiesto l'integrale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3888 del 29 giugno 1985
«Gli interessi compensativi sulle somme di denaro liquidate a titolo di risarcimento del danno costituiscono una componente del danno stesso e della relativa domanda e possono, quindi, essere assegnati dal giudice anche d'ufficio. Conseguentemente,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1067 del 24 marzo 1976
«...essere liquidati anche d'ufficio, dovendosene ritenere implicita la richiesta nella domanda relativa all'obbligazione principale, cosicché il giudice che li concede - in mancanza di esplicita richiesta - non incorre nel vizio di extrapetizione.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11021 del 4 ottobre 1999
«...il patrimonio del danneggiato, sicché resta sottratta al principio nominalistico, e deve, pertanto, essere quantificata dal giudice, anche d'ufficio, tenendo conto della svalutazione monetaria sopravvenuta fino alla data della liquidazione.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17492 del 9 agosto 2007
«...in via equitativa il danno, ai sensi dell'art. 1226 c.c., che consiste nella possibilità del giudice di ricorrere, anche d'ufficio, a criteri equitativi per supplire all'impossibilità della prova del danno risarcibile nel suo preciso ammontare.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1799 del 18 febbraio 1995
«...ed importa la decisione della lite prescindendo dallo stretto diritto, il secondo autorizza, invece, il ricorso — anche d'ufficio — a criteri equitativi per supplire all'impossibilità della prova del danno risarcibile nel suo preciso ammontare.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 957 del 26 gennaio 1995
«Il giudice di merito ha la facoltà di liquidare il danno in via equitativa, anche d'ufficio, quando sia mancata la prova del dedotto ammontare dello stesso, per l'impossibilità per la parte di fornire sufficienti elementi, ovvero quando gli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2934 del 19 marzo 1991
«Il giudice adito con azione di risarcimento dei danni può e deve, anche d'ufficio, procedere alla liquidazione degli stessi in via equitativa non solo nell'ipotesi in cui sia mancata interamente la prova del loro preciso ammontare per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12714 del 25 maggio 2010
«In tema di risarcimento del danno, l'ipotesi del fatto colposo del creditore che abbia concorso al verificarsi dell'evento dannoso (di cui al primo comma dell'art. 1227 c.c.) va distinta da quella (disciplinata dal secondo comma della medesima...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24080 del 25 settembre 2008
«In tema di risarcimento del danno, il fatto colposo del creditore che abbia contribuito al verificarsi dell'evento dannoso (ipotesi regolata dall'art. 1227, primo comma, c.c.) è rilevabile d'ufficio, per cui la sua prospettazione non richiede la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14853 del 27 giugno 2007
«L'eccezione di cui all'art. 1227, comma 2, c.c., non è rilevabile d'ufficio, e dev'essere puntualmente sollevata da chi vi abbia interesse in modo analitico e circostanziato.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7025 del 23 maggio 2001
«Con riguardo all'esimente da responsabilità, prevista dal secondo comma dell'art. 1227 c.c., il giudice del merito è tenuto a svolgere l'indagine in ordine all'omesso uso dell'ordinaria diligenza da parte del creditore, soltanto se vi sia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4799 del 2 aprile 2001
«In tema di risarcimento del danno, l'ipotesi del fatto colposo del creditore che abbia concorso al verificarsi dell'evento dannoso (primo comma dell'art. 1227 c.c.) va distinta da quella (disciplinata dal secondo comma della medesima norma)...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1073 del 1 febbraio 2000
«L'ipotesi del concorso di colpa del danneggiato di cui all'art. 1227, primo comma c.c., non concretando un'eccezione in senso proprio ma una semplice difesa, dev'essere esaminata e verificata dal giudice anche d'ufficio, attraverso le opportune...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3408 del 22 maggio 1986
«Mentre il concorso di colpa del creditore, previsto dal primo comma dell'art. 1227 c.c., può essere rilevato anche d'ufficio, nella diversa ipotesi dell'esimente contemplata dal secondo comma della stessa norma, il giudice è tenuto a svolgere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20808 del 7 ottobre 2010
«In tema di responsabilità contrattuale, il debitore che si avvale nell'adempimento dell'obbligazione dell'opera di terzi risponde dei fatti dolosi e colposi di questi, sicché, ove si tratti di fatto doloso dell'ausiliario, il debitore è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4954 del 2 marzo 2007
«...la sussistenza del concorso colposo del danneggiato per mancato uso della cintura di sicurezza, senza che fosse stata sollevata eccezione sul punto, né formulato alcun rilievo d'ufficio, seguito da specifica indagine istruttoria). (Mass. redaz.).»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8527 del 8 aprile 2009
«La novazione non forma oggetto di un'eccezione in senso proprio, come si deduce dalla nozione e dalla disciplina quali delineate negli artt. 1230 - 1235 c.c., poste a raffronto con l'espressa previsione della non rilevabilità d'ufficio della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18498 del 25 agosto 2006
«Tale accertamento (c.d. compensazione «impropria»), pur potendo dare luogo ad un risultato analogo a quello della compensazione propria, non per questo è soggetto alla relativa disciplina tipica, sia processuale (sostanziantesi nel divieto di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 260 del 11 gennaio 2006
«...escluso dal fatto che la compensazione non possa essere rilevata d'ufficio e debba essere eccepita dalla parte, poiché tale disciplina giuridica comporta unicamente che il suddetto effetto risulta nella disponibilità del debitore che se ne avvale.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11943 del 8 agosto 2002
«Il principio secondo il quale l'istituto della compensazione — postulando l'autonomia dei rapporti cui si riferiscono le contrapposte ragioni di credito delle parti — non trova applicazione nel caso in cui non sussista la predetta autonomia di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1905 del 15 marzo 1983
«Le norme concernenti la compensazione - fra cui, in particolare, quella della non rilevabilità d'ufficio - riguardano l'ipotesi di compensazione in senso tecnico-giuridico, la quale postula l'autonomia dei rapporti cui si riferiscono i...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3823 del 1 aprile 1995
«La disposizione che esclude la rilevabilità di ufficio della compensazione, contenuta sul comma 1 dell'art. 1242 c.c., si riferisce sia alla compensazione giudiziale che a quella legale.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2705 del 4 maggio 1981
«...intrinsecamente retroattivo — tuttavia stabilisce che il giudice non può d'ufficio dichiarare la compensazione stessa, esigendo dalla parte una manifestazione di volontà diretta a giovarsi dell'effetto estintivo già verificatosi ope legis .»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6391 del 14 luglio 1997
«L'eccezione di compensazione ha carattere di eccezione in senso stretto, non rilevabile d'ufficio dal giudice per l'espresso divieto posto dall'art. 1242 primo comma c.c., ed è soggetta nel rito del lavoro a decadenza se non proposta nella memoria...»