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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 31402 del 19 agosto 2005
«Tra gli elementi a favore della persona sottoposta alle indagini, di cui all'art. 309, comma 5, impone la trasmissione al giudice del riesame, sotto comminatoria di perdita di efficacia della misura cautelare, ai sensi del successivo comma 10...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 107 del 27 marzo 1993
«Le dichiarazioni accusatorie, spontaneamente rese da un indagato a norma dell'art. 350, comma settimo, c.p.p., raccolte dalla polizia giudiziaria ma non documentate in verbale (né per esteso né riassunto), possono essere utilizzate in fase di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1700 del 4 maggio 1998
«Nei provvedimenti cautelari personali, in tema di contestazione dell'accusa, si deve aver riguardo alla specificazione del fatto che non può considerarsi insufficiente o inidonea quando l'indagato sia stato posto in grado di comprendere i termini,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1677 del 6 dicembre 1999
«In tema di esigenze cautelari, il disposto di cui all'art. 274, lett. c), c.p.p., secondo cui deve tenersi conto, per ipotizzare il pericolo di reiterazione della condotta criminosa, dei parametri congiunti delle modalità del fatto costituente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4829 del 9 febbraio 1996
«In tema di misure cautelari personali, le tre esigenze cautelari relative al pericolo di inquinamento delle prove, pericolo di fuga e di reiterazione del reato, non devono necessariamente concorrere, bastando anche l'esistenza di una sola di esse...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7654 del 25 febbraio 2010
«Nei confronti dell'imputato scarcerato a seguito della sentenza di proscioglimento o di assoluzione pronunziata nel primo grado di giudizio e successivamente condannato per il medesimo fatto in appello, può essere ripristinata la custodia...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 10 marzo 1999
«Ne consegue che, con riferimento alla prescrizione, il giudice ha il potere-dovere di dichiararla non soltanto allorché accerti l'avvenuto decorso del termine stabilito per il reato enunciato nel capo di imputazione, ma anche allorché, restando...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4086 del 22 gennaio 1998
«La pronuncia della sentenza di condanna di primo grado ha esclusivamente i seguenti tre effetti: 1) interrompere il decorso del termine; 2) costituire il momento iniziale della fase successiva; 3) sostituire in tale fase al reato per cui si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2181 del 3 marzo 1995
«Ai fini del calcolo del termine di durata massima della custodia cautelare occorre fare riferimento esclusivamente alla contestazione contenuta nel capo d'imputazione e non della eventuale diversa quantificazione della pena conseguente a modifiche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1783 del 10 maggio 1995
«Tuttavia, quando risulti con evidenza, in base alla sola data del commesso reato così come precisata nell'imputazione, che debba essere applicata all'indagato, in base all'art. 2 del c.p., una normativa più favorevole inequivocabilmente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8906 del 7 marzo 2002
«In tema di misure cautelari, quando, ai sensi dell'art. 278 c.p.p. (o per le misure interdittive, dell'art. 287 c.p.p.), occorre fare riferimento alla «pena stabilita dalla legge», per tale deve intendersi, qualora il giudice de libertate ritenga...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4820 del 9 febbraio 1996
«Ne consegue che l'indicazione della data in cui si assume essere stato consumato un determinato reato, non è un elemento necessariamente indispensabile nella «descrizione sommaria del fatto», tanto più nelle ipotesi in cui si tratti di un reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3000 del 20 agosto 1992
«Dal primo comma del predetto art. 65 discende che il tribunale del riesame, una volta che accerti che, quanto meno nell'interrogatorio, il fatto risulti contestato all'indagato nella sua reale dimensione, abbia il potere-dovere di trarre da quella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46835 del 17 dicembre 2007
«In tema di termini di durata della custodia cautelare, l'assoluzione nel giudizio di primo grado dal reato più grave — nell'ipotesi di pluralità di ordinanze cautelari concernenti fatti diversi ma desumibili al momento della emissione della prima...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42271 del 17 dicembre 2002
«In tema di divieto di c.d. «contestazione a catena», i termini di efficacia della nuova ordinanza cautelare emessa per lo stesso fatto oggetto di precedente ordinanza, ovvero per fatti diversi commessi antecedentemente e legati ad esso dal...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6237 del 11 febbraio 2000
«La norma di cui al terzo comma dell'articolo 297 c.p.p. non trova applicazione nel caso in cui la cosiddetta «contestazione a catena» abbia per oggetto il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso ed i cosiddetti reati fine, perché il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2136 del 11 giugno 1999
«In tema di giudizio di appello, appartiene al giudice di secondo grado (ed anche al giudice di rinvio che debba decidere su di un appello in materia di provvedimenti restrittivi della libertà) il potere di sostituire, integrare e modificare la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3381 del 29 gennaio 1999
«Questa disciplina garantista è derogata per fatti-reato diversi uniti da connessione qualificata, quando questi fatti non siano desumibili dagli atti stessi esistenti prima del rinvio a giudizio disposto per il primo fatto reato con cui intercorre...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9 del 17 luglio 1997
«Tale divieto si applica a condizione che siano desumibili dagli atti, entro i limiti temporali rispettivamente previsti dal primo e dal secondo periodo del citato art. 297, terzo comma, per le diverse situazioni in essi previste, tutti gli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1751 del 20 maggio 1997
«Qualora le parti processuali chiedano l'applicazione della pena, ai sensi degli artt. 444 e segg. c.p.p., del tutto prescindendo da uno dei reati contestati — nella specie la pena era stata patteggiata solo per il reato di costruzione abusiva e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1246 del 6 giugno 1997
«Ai fini del computo dei termini di durata massima della custodia cautelare nella fase delle indagini preliminari, allorquando il pubblico ministero, nell'esercitare l'azione penale con la richiesta di rinvio a giudizio, muta l'originaria...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 24 del 11 ottobre 2000
«Ai fini del computo del termine massimo di custodia cautelare nella fase del giudizio non può tenersi conto delle nuove contestazioni effettuate dal pubblico ministero, dovendosi fare riferimento esclusivamente all'imputazione formulata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4784 del 11 maggio 1993
«L'art. 366 c.p.p., pur avendo introdotto il riferimento «ad un fatto previsto dalla legge come reato», nulla ha innovato - come chiaramente risulta dalla relazione al progetto preliminare - relativamente al contenuto della querela. Deve, quindi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6004 del 19 gennaio 1996
«Attesa l'inquadrabilità del delitto di pubblica istigazione a delinquere (art. 414 c.p.), fra i reati di pericolo, per i quali non è ammissibile la figura del tentativo, deve escludersi la legittimità del sequestro di cose che si assumano...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 431 del 18 marzo 1992
«Il controllo nel merito relativo ad un provvedimento di sequestro non esige la cognizione della sussistenza dei reati, essendo sufficiente la deliberazione prima facie che il fatto, per il quale si procede, sia preveduto dalla legge come reato....»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2780 del 15 marzo 1996
«In tema di applicazione dell'indulto a reati unificati con il vincolo della continuazione - sia nell'ipotesi in cui, in ragione del titolo, alcuni tra i reati unificati siano esclusi e altri compresi nel provvedimento di clemenza, sia nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39352 del 21 novembre 2002
«Le dichiarazioni spontanee rese all'autorità giudiziaria equivalgono «ad ogni effetto» all'interrogatorio - dunque anche ai fini dell'interruzione della prescrizione - ex art. 374, comma 2 c.p.p. solo quando vi sia stata una contestazione chiara e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40714 del 15 novembre 2001
«La contestazione in udienza del reato di violazione dei sigilli collegato alle contravvenzioni edilizie ai sensi dell'art. 12, comma 1, lett. b) del codice di rito, non rientra nella previsione della contestazione di «fatto nuovo» prevista...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1090 del 22 giugno 1992
«Il Gip, deve, pertanto, attenersi al criterio della gravità degli indizi nella decisione, sia pure sommaria, della rilevanza e consistenza oggettiva degli elementi a sua disposizione, i quali non debbano consistere in fatti che, dotati di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 778 del 21 aprile 1995
«In caso di arresto o di fermo, l'ordinanza che dispone la custodia cautelare, essendo pronunciata all'esito dell'udienza di convalida e trascritta nel verbale di udienza, non costituisce un documento autonomo rispetto a questo, sicché per la parte...»