-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5866 del 26 maggio 1995
«La valutazione equitativa del danno, ai sensi dell'art. 1226 c.c., può essere effettuata in modo da comprendere anche l'attribuzione degli interessi maturati a favore dell'avente diritto fino alla data della decisione, salva la separata...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11163 del 24 dicembre 1994
«...escluso che a tale carenza possa supplirsi mediante valutazione equitativa del danno, poiché il potere attribuito al giudice dall'art. 1226 c.c. non esonera l'interessato dall'onere di offrire gli elementi probatori in ordine alla sua esistenza.»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6414 del 17 maggio 2000
«La liquidazione equitativa dei danni è dall'art. 1226 c.c. rimessa al prudente criterio valutativo del giudice di merito non soltanto quando la determinazione del relativo ammontare sia impossibile, ma anche quando la stessa, in relazione alle...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2975 del 20 marzo 1998
«...una sorta di asservimento de facto in pregiudizio del vicino, al quale spetta conseguentemente il risarcimento del danno rimesso, in difetto di precise indicazioni della parte danneggiata, alla valutazione equitativa del giudice di merito.»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10111 del 17 aprile 2008
«L'accertamento e la liquidazione di tale perdita, necessariamente equitativa, sono devoluti al giudice di merito e sono insindacabili in sede di legittimità se adeguatamente motivati. (Nella specie la S.C. ha confermato, correggendone parzialmente...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4801 del 18 maggio 1999
«Conseguentemente nel rapporto tra il responsabile e il danneggiato il danno futuro va collegato all'invalidità permanente va liquidato in via equitativa, a norma degli artt. 2056 e 1226, essendo fondato su situazioni future ed ipotetiche,...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2203 del 7 marzo 1994
«In materia di danni derivanti dalla circolazione di veicoli, l'art. 4, L. 26 febbraio 1977, n. 39, stabilendo che per valutare l'incidenza dell'inabilità temporanea e dell'invalidità permanente su un reddito di lavoro si debba avere riguardo a...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15823 del 28 luglio 2005
«...nell'esercizio del suo potere di liquidazione equitativa del danno patrimoniale conseguente all'invalidità, che è danno diverso da quello biologico, quale generico parametro di riferimento per la valutazione del reddito figurativo della casalinga.»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 490 del 20 gennaio 1999
«In tema di liquidazione del danno da fatto illecito, l'adozione del criterio di determinazione della somma dovuta a titolo di risarcimento del danno alla salute e di quello morale alla stregua del sistema cosiddetto del «valore di punto...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6082 del 18 giugno 1998
«...di probabilità e normalità, il tipo e le modalità di reimpiego del danaro abituali per ciascuna categoria, permette di determinare, sia pure in via equitativa, il danno subito dal soggetto in dipendenza del fatto notorio dell'inflazione.»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2762 del 28 marzo 1997
«Ai fini del riconoscimento in favore del creditore del maggior danno derivante dalla sopravvenuta svalutazione monetaria, ai sensi dell'art. 1224, secondo comma, c.c., il giudice può utilizzare il fatto notorio acquisito alla comune esperienza...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10607 del 30 aprile 2010
«L'esercizio del potere discrezionale di liquidare il danno in via equitativa, conferito al giudice dagli artt. 1226 e 2056 c.c., espressione del più generale potere di cui all'art. 115 c.p.c., dà luogo non già ad un giudizio di equità, ma ad un...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17492 del 9 agosto 2007
«Il potere di emettere la decisione secondo equità, che a norma dell'art. 114 c.p.c. attiene alla decisione nel merito della controversia e presuppone sempre una concorde richiesta delle parti, si distingue dal potere di liquidare in via equitativa...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6067 del 17 marzo 2006
«Il ricorso alla valutazione equitativa del danno da parte del giudice di merito se, da una parte, presuppone che non sussistano elementi utili e sufficienti per determinare il preciso ammontare del pregiudizio, dall'altra è consentito soltanto...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13469 del 16 settembre 2002
«In tema di risarcimento danni, qualora la peculiare natura del pregiudizio lamentato dall'attore (e ritenuto esistente, sotto il profilo dell' an debeatur , dal giudice di merito) renda impervia ovvero impossibile la prova concreta del suo preciso...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1885 del 11 febbraio 2002
«In tema di liquidazione del danno, allorché, non essendo contestata la sussistenza di quest'ultimo ed essendo incerta soltanto la sua entità, per il relativo accertamento la disposta consulenza tecnica venga - nella valutazione discrezionale del...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9626 del 2 ottobre 1997
«In tema di risarcimento dei danni, è ammissibile una valutazione equitativa globale, purché nell'ambito di una stessa voce; allorché, invece, il danno deve essere analiticamente considerato rispetto alle voci richieste (con riferimento, nella...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13114 del 27 dicembre 1995
«Poiché il ricorso alla valutazione equitativa ai sensi dell'art. 1226 c.c. presuppone che non vi siano elementi di prova sul preciso ammontare del danno e che la dimostrazione dello stesso sia impossibile o quantomeno assai difficoltosa in...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1799 del 18 febbraio 1995
«Il potere di emettere una decisione secondo equità, previsto dall'art. 114 c.p.c., si distingue dal potere di liquidare il danno in via equitativa a norma dell'art. 1226 c.c., in quanto mentre il primo presuppone l'istanza delle parti ed importa...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1055 del 16 marzo 1977
«La valutazione equitativa del danno presuppone che questo, pur non essendo provato nel suo preciso ammontare, sia certo nella sua esistenza ontologica. Se tale certezza non sussiste, il potere discrezionale del giudice di merito, nonostante...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11202 del 27 dicembre 1994
«La formulazione dell'art. 2056 c.c. — il quale, per la determinazione del risarcimento da illecito extracontrattuale, richiama, al comma 1, anche la disposizione dell'art. 1226 (valutazione equitativa del danno), aggiungendo, al comma 2, che il...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12318 del 19 maggio 2010
«La valutazione equitativa del danno, in quanto inevitabilmente caratterizzata da un certo grado di approssimatività, è suscettibile di rilievi in sede di legittimità, sotto il profilo del vizio della motivazione, solo se difetti totalmente la...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1529 del 26 gennaio 2010
«La valutazione equitativa del danno, in quanto inevitabilmente caratterizzata da un certo grado di approssimatività, è suscettibile di rilievi in sede di legittimità, sotto il profilo del vizio della motivazione, solo se difetti totalmente la...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23304 del 8 novembre 2007
«Il principio dell'insindacabilità della liquidazione equitativa del danno in sede di giudizio di legittimità non trova applicazione quando nella sentenza di merito non sia stato dato conto del criterio utilizzato, la relativa valutazione risulti...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8004 del 18 aprile 2005
«Qualora sia provata, o non contestata, l'esistenza del danno, il giudice può far ricorso alla valutazione equitativa non solo quando è impossibile stimare con precisione l'entità dello stesso, ma anche quando, in relazione alla peculiarità del...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10760 del 23 luglio 2002
«In tema di valutazione equitativa ex art. 1226 c.c., l'implicita decisione di non esercitare tale potere discrezionale si sottrae al sindacato in sede di legittimità quando la motivazione sulla liquidazione è immune da vizi logici o giuridici.»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3977 del 3 luglio 1982
«Ai fini della liquidazione equitativa del danno — ammissibile solo quando questo sia certo nella sua esistenza ontologica, pur non potendo essere provato nel suo preciso ammontare — il giudice è tenuto a dare chiara ed esauriente motivazione...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12247 del 25 maggio 2007
«Ai fini della valutazione equitativa del danno biologico, le tabelle nazionali medico legali orientative ed attuariali vanno applicate non già automaticamente, bensì con apprezzamento anche delle condizioni personalizzanti (cosiddette condizioni...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8057 del 31 marzo 2007
«In materia di risarcimento danni da illecito extracontrattuale (nella specie, sinistro stradale) è onere del soggetto leso allegare e dimostrare, anche mediante presunzioni, che i postumi permanenti conseguenti al fatto illecito hanno inciso,...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8281 del 16 settembre 1996
«Per la liquidazione di danni da fatto illecito, che si proiettano nel futuro — ove nel caso di danno da lucro cessante durante l'inabilità temporanea — può procedersi ad una valutazione equitativa in base al principio dell' id quod plerumque...»