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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9199 del 6 settembre 1990
«Nel rito del lavoro, la produzione in appello di nuovi documenti (che si sottrae al divieto sancito dal secondo comma dell'art. 437 c.p.c.) esige, a pena di decadenza, che essi siano specificamente indicati dalle parti nel ricorso dell'appellante...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3680 del 8 aprile 1991
«Ai sensi dell'art. 400 c.p.c., nel procedimento di revocazione relativo a sentenze in materia di lavoro e di previdenza ed assistenza obbligatorie si osservano, in quanto non derogate da quelle dettate in tema di revocazione, le norme per il rito...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 427 del 18 gennaio 1991
«Nelle controversie in materia di previdenza ed assistenza obbligatorie, la questione della procedibilità della domanda giudiziaria in relazione al preventivo esperimento della procedura amministrativa, è rimessa al potere-dovere del giudice del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4390 del 23 aprile 1991
«Nel rito del lavoro, attesa la particolare rilevanza del verbale di udienza (che attesta la composizione del collegio non solo nel momento della discussione ma anche in quello della deliberazione), l'omessa indicazione dei componenti del collegio,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6809 del 4 giugno 1992
«Nella controversia promossa dal lavoratore licenziato per superamento del periodo di comporto, la deduzione, da parte del lavoratore medesimo, di un numero di giorni di assenza inferiore a quello indicato dal datore di lavoro convenuto configura...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1891 del 16 febbraio 1993
«Nel rito del lavoro la mancanza di comunicazione all'appellante dell'avvenuto deposito del decreto di fissazione dell'udienza di discussione, escludendo l'insorgere dell'onere di quest'ultimo di provvedere alla notificazione dell'atto di gravame e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3371 del 22 marzo 1993
«La decisione deliberata in camera di consiglio da un collegio diverso da quello che ha assistito alla discussione, in violazione dell'art. 278, primo comma, c.p.c., è causa di nullità insanabile della sentenza, rilevabile d'ufficio in ogni stato e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 728 del 21 gennaio 1993
«Nel rito del lavoro sia l'attore che il convenuto sono tenuti – a pena di decadenza – a specificare nei rispettivi atti introduttivi della controversia i mezzi di prova dei quali intendono avvalersi ed in particolare, quando si tratta di prova...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9167 del 30 agosto 1993
«Nel rito del lavoro, attesa la particolare rilevanza del dispositivo della sentenza come deliberato e letto in udienza, e del verbale della stessa udienza (che attesta la composizione del collegio sia al momento della discussione che a quello...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9565 del 17 settembre 1993
«Con riguardo alle controversie in materia di previdenza e assistenza obbligatorie, la preventiva sperimentazione del procedimento amministrativo costituisce requisito per la procedibilità (e non la proponibilità) della domanda giudiziale e la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3497 del 14 aprile 1994
«Nel rito del lavoro, attesa la particolare rilevanza del verbale di udienza (che attesta la composizione del collegio non solo nel momento della discussione ma anche in quello della deliberazione), l'omessa indicazione dei due giudici a latere,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6156 del 27 giugno 1994
«Nel caso di domanda inerente a rapporto obbligatorio, il problema della sussistenza o meno, in capo alla parte attrice, del credito allegato in giudizio, ove insorga esclusivamente per effetto di eccezione della parte convenuta, ancorché...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8418 del 15 ottobre 1994
«La disposizione (art. 276 c.p.c.) che impone la partecipazione, alla deliberazione della decisione, degli stessi giudici che componevano il collegio all'udienza di discussione — da osservarsi anche con riguardo al procedimento (disciplinato dalla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9626 del 15 novembre 1994
«Il principio, desumibile dall'art. 329, comma 2, c.p.c., secondo cui l'effetto devolutivo dell'appello non si verifica per i capi della sentenza di primo grado che non siano investiti dai motivi di impugnazione, con relativa formazione del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12061 del 22 novembre 1995
«Nel rito del lavoro, la lettura in udienza del dispositivo della sentenza, costituente un adempimento distinto e successivo rispetto alla deliberazione della decisione, deve essere compiuta, se il giudice è collegiale, alla contestuale presenza di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 123 del 29 novembre 1995
«Il difetto di competenza territoriale del pretore in funzione di giudice del lavoro (competenza che, essendo inderogabile suole anche definirsi funzionale) non è rilevabile ex officio dopo l'adozione dei provvedimenti relativi all'istruzione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1241 del 2 febbraio 1995
«Anche nelle controversie del lavoro ed in quelle agrarie assoggettate al medesimo rito, il principio dell'immutabilità del collegio riguarda esclusivamente la fase della discussione e della decisione della causa e non già anche la fase...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2431 del 2 marzo 1995
«Nel giudizio innanzi alla Corte di cassazione, secondo quanto disposto dall'art. 372 c.p.c., non è ammesso il deposito di atti e documenti non prodotti nei precedenti gradi di processo, salvo che non riguardino l'ammissibilità del ricorso e del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2767 del 9 marzo 1995
«Nel rito del lavoro, che prevede la lettura del dispositivo nella stessa udienza di discussione della causa, il dispositivo medesimo non può considerarsi come atto meramente interno, modificabile fino al momento in cui la sentenza venga pubblicata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4228 del 13 aprile 1995
«Ove la sentenza dei giudici di merito sia stata cassata per i concorrenti motivi di cui ai nn. 3 e 5 dell'art. 360 c.p.c., il giudice di rinvio è vincolato al principio di diritto affermato, ma, in relazione ai punti decisivi e non congruamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4299 del 15 aprile 1995
«Il principio secondo cui la sentenza di cassazione vincola il giudice di rinvio non solo in ordine ai principi di diritto affermati, ma anche ai necessari presupposti di fatto, vale solo con riferimento a quei fatti che il principio di diritto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4721 del 28 aprile 1995
«La morte o la perdita della capacità di una parte costituita, che sopravvengono nel corso del giudizio di appello, prima della chiusura della discussione, trovano specifica e compiuta regolamentazione nelle disposizioni dell'art. 300 c.p.c., senza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5509 del 19 maggio 1995
«La sopravvenienza di un requisito «nuovo» del diritto fatto valere in giudizio, che sia determinata dall'emissione di una declaratoria d'illegittimità costituzionale – o dall'avvento di una normativa d'interpretazione autentica – di una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6337 del 6 giugno 1995
«Anche nel rito del lavoro il giudicato cosiddetto esterno, ove intervenga nel corso del giudizio di primo grado, può essere eccepito fino all'udienza di discussione della causa non trovando preclusione alcuna nel disposto dell'art. 417 c.p.c., e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6441 del 8 giugno 1995
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro il giuramento decisorio può essere deferito, in grado d'appello, in qualsiasi momento della causa, secondo la testuale previsione dell'art. 437, secondo comma, c.p.c., e quindi anche nel corso della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1742 del 6 marzo 1996
«Il diritto del difensore non residente in Roma, che ne abbia fatto richiesta, di ricevere con lettera raccomandata l'avviso dell'udienza di discussione innanzi alla Corte di cassazione, ai sensi dell'art. 135 disp. att. c.p.c. presuppone una...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1989 del 11 marzo 1996
«Ai fini della costituzione dell'intimato nel giudizio di cassazione è necessario che l'avvocato sia munito di procura speciale, ai sensi dell'art. 370 c.p.c., che richiama il precedente art. 365. Pertanto, l'avvocato dell'intimato che sia munito...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2258 del 18 marzo 1996
«Nel rito del lavoro, stante il divieto delle udienze di mero rinvio, ogni udienza, compresa la prima è destinata oltreché all'assunzione delle prove, alla discussione e quindi all'immediata pronunzia della sentenza mediante lettura del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 39 del 2 maggio 1996
«Nel rito del lavoro, la costituzione dell'appellato mediante deposito in cancelleria del fascicolo e di una memoria difensiva, da effettuarsi entro il termine previsto dall'art. 436, primo comma, c.p.c., si configura come un onere per l'appellato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7815 del 24 agosto 1996
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro non è causa di nullità la lettura del dispositivo della sentenza (sia d'appello che di primo grado) in udienza successiva a quella in cui si è svolta la discussione.»