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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4671 del 11 ottobre 1996
«Ai fini dell'emissione di una misura cautelare personale, la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza deve necessariamente riferirsi alla persona nei confronti della quale si deve applicare la misura custodiale. (In motivazione, la S.C. ha...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2006 del 2 settembre 1996
«In tema di misure cautelari, i gravi indizi di colpevolezza che giustificano l'emissione della misura possono essere legittimamente tratti da un giudizio ragionevolmente probabilistico che tenga conto delle massime di esperienza, cioè della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2923 del 21 settembre 1995
«In tema di applicazione di misure cautelari personali, è carente e manifestamente illogica la motivazione circa la sussistenza delle esigenze di cui all'art. 274 c.p.p. che si limiti a mere formule di stile, senza indicare, con specifico...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 11 del 1 agosto 1995
«Affinché la chiamata in reità o correità possa assurgere a grave indizio di colpevolezza ai sensi dell'art. 273 c.p.p. è necessario che la stessa sia corredata da riscontri esterni - non necessariamente riferiti in modo specifico alla posizione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1700 del 4 maggio 1998
«Il controllo di legittimità sulla motivazione delle ordinanze di riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale è diretto a verificare, da un lato, la congruenza e la coordinazione logica dell'apparato argomentativo che collega gli...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 196 del 23 febbraio 1993
«Il divieto di applicazione di misure cautelari personali in presenza di una causa di estinzione del reato o della pena non è meramente astratto. Esso infatti, pur nei limiti di un quadro probatorio incompleto e quindi non definitivo, attribuisce...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6717 del 13 febbraio 2008
«In tema di misure coercitive, il tempo trascorso dalla commissione del reato non esclude automaticamente l'attualità e la concretezza delle condizioni di cui all'art. 274 comma primo, lett. c) c.p.p. (Nella fattispecie la Corte ha ritenuto congrua...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3900 del 12 novembre 1997
«In tema di applicazione delle misure cautelari, l'esigenza di salvaguardia da inquinamento l'acquisizione e la genuinità della prova non si esaurisce con la chiusura delle indagini preliminari o con la conclusione del giudizio di primo grado....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2996 del 20 agosto 1992
«In tema di libertà personale, il «concreto» pericolo per l'acquisizione o la genuinità della prova, necessario per l'adozione della misura cautelare, deve essere ipotizzabile non in astratto, ma desunto da elementi di fatto esistenti nella...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2631 del 23 luglio 1996
«In tema di esigenze cautelari, l'art. 274 lett. c) c.p.p., come modificato dall'art. 3 legge 8 agosto 1995 n. 332 non impedisce di trarre il pericolo concreto di reiterazione dei reati della stessa specie cioè lesivi dell'interesse protetto e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1154 del 31 marzo 1994
«In materia di misure cautelari personali, l'indagine che il giudice di merito (quello che ha applicato la misura, ed il tribunale del riesame) è tenuto a compiere - che deve necessariamente riflettersi nella motivazione, per formulare il giudizio...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4016 del 17 dicembre 1999
«Il sequestro preventivo di documenti di un procedimento amministrativo, disposto al fine di inibire il protrarsi della ipotizzata attività criminosa ed impedire che questa possa portare a conseguenze ulteriori, essendo diretto a sospendere il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6480 del 16 aprile 1998
«A seguito delle modifiche introdotte dalla legge 8 agosto 1995 n. 332 in tema di misure coercitive, il giudice, al fine di valutare la sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 274, lett. c), c.p.p., deve tenere conto sia delle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 277 del 21 febbraio 1996
«Le esigenze cautelari di cui all'art. 274, lett. c), c.p.p. — anche nella formulazione novellata dall'art. 3 legge 8 agosto 1995, n. 332 — possono essere correttamente dedotte dalle modalità del fatto e dalla personalità dell'agente che in esse si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3974 del 27 novembre 1995
«La motivazione in ordine alla pericolosità sociale ed alla necessità della misura della custodia cautelare in carcere non può accomunare in una valutazione cumulativa, con riguardo alla gravità della vicenda, la posizione di più indagati per il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6780 del 21 febbraio 2012
«I gravi indizi di colpevolezza, necessari per l'applicazione di una misura cautelare, possono essere desunti anche dal semplice dispositivo di una sentenza di condanna, ancorchè non sia stata ancora depositata la motivazione.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4829 del 9 febbraio 1996
«In tema di misure cautelari personali, le tre esigenze cautelari relative al pericolo di inquinamento delle prove, pericolo di fuga e di reiterazione del reato, non devono necessariamente concorrere, bastando anche l'esistenza di una sola di esse...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5439 del 4 dicembre 1996
«Ai fini della valutazione delle esigenze cautelari previste dalle lettere b) e c) dell'art. 274 c.p.p., il giudice di merito non può prescindere dal verificare se la preesistente condizione detentiva dell'indagato abbia incidenza, o non, sul...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2955 del 16 settembre 1998
«Una volta che il giudice, nel disporre il provvedimento di coercizione personale, abbia ritenuto sussistente l'esigenza cautelare di prevenire la reiterazione del reato, non sussiste obbligo di motivazione sul divieto di disporre la custodia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 985 del 28 maggio 1996
«Qualora il delitto addebitato al ricorrente sia compreso fra quelli indicati dall'art. 275, comma 3, c.p.p., nel testo sostituito dall'art. 5 della L. n. 332 del 1995, la motivazione in ordine al tempus commissi delicti non è richiesta, operando...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1241 del 10 maggio 1996
«In tema di motivazione del provvedimento che dispone la custodia cautelare la precisazione introdotta nell'art. 292 n. 2 lett. c) dall'art. 9 comma 1 L. 8 agosto 1995 n. 332 nella parte in cui si dispone che debbano essere esposte «le concrete e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1250 del 7 giugno 1995
«In materia di misure cautelari, non occorre una separata motivazione specifica sul diniego di sostituzione di una misura con altra minore, quando il giudice motivi in merito alla idoneità di quella più grave come l'unica adeguata al caso concreto.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 38615 del 13 ottobre 2008
«In tema di criteri di scelta delle misure cautelari, è legittimo il riferimento alle specifiche modalità e circostanze del fatto ai fini della motivazione circa l'applicazione della custodia in carcere, costituendo la condotta tenuta dal soggetto,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31881 del 25 settembre 2002
«Ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione nei confronti di persone indiziate dell'appartenenza ad associazioni di tipo mafioso, l'accertamento della pericolosità del proposto non può essere condotto secondo la presunzione delineata dal...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2711 del 21 aprile 2000
«I vizi del procedimento del riesame devono essere fatti valere nell'ambito del procedimento di riesame ovvero con ricorso per cassazione avverso il provvedimento del tribunale emesso ai sensi dell'art. 309 c.p.p. Invero il vizio del procedimento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2025 del 7 luglio 1995
«Il vigente codice di rito autorizza il giudice, nel corso del dibattimento, a trasmettere gli atti al pubblico ministero in due sole ipotesi: quando rilevi che non si è provveduto alla necessaria modificazione dell'imputazione (art. 521, comma 2);...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2238 del 4 luglio 1995
«In presenza di gravi indizi di colpevolezza per uno dei reati indicati dall'art. 275, comma terzo, c.p.p., la misura cautelare più grave deve essere comunque applicata, senza alcuna necessità di dimostrare la sussistenza delle esigenze cautelari,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 572 del 11 marzo 1994
«L'art. 275, terzo comma c.p.p. stabilisce una presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari per i reati ivi previsti, che è iuris tantum e non de iure . Pertanto, il giudice che dispone la misura cautelare e quello del riesame sono tenuti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5220 del 1 febbraio 1993
«In tema di misure cautelari, se è vero che, in base al disposto di cui all'art. 275 comma terzo c.p.p., la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine a taluno dei delitti ivi indicati dà luogo alla presunzione che siano anche...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2442 del 24 novembre 1995
«La modifica del comma 3 dell'art. 275 c.p.p., ad opera dell'art. 4, L. 8 agosto 1995, n. 332, che ha eliminato la presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari per alcuni reati, non comporta alcuna conseguenza in ordine alla decisione del...»