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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 13530 del 27 luglio 2012
«Nel rito del lavoro, si applica anche alle controversie introdotte dal datore di lavoro il principio secondo il quale i fori speciali esclusivi, alternativamente concorrenti tra loro, indicati dall'art. 413, secondo e terzo comma, c.p.c., per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22672 del 2 dicembre 2004
«In tema di controversie di lavoro, la competenza per territorio del giudice nella cui circoscrizione è sorto il rapporto, ai sensi della prima ipotesi dell'art. 413 secondo comma c.p.c. (nel nuovo testo fissato dall'art. 1 della legge 11 agosto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9138 del 13 settembre 1997
«In materia di licenziamenti individuali, l'improcedibilità della domanda per il mancato esperimento del tentativo obbligatorio di conciliazione di cui all'art. 5 legge n. 108 del 1990 non comporta una interruzione del termine semestrale di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4214 del 2 maggio 1994
«La delibera di messa in liquidazione di una società regolarmente costituita non determina l'estinzione dell'ente e la cessazione della sua attività imprenditoriale, giacché tale cessazione — anche ai fini dell'art. 413, comma terzo, c.p.c. (quanto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3515 del 25 marzo 1995
«In ipotesi di cassazione (con rinvio) di sentenza d'appello resa nei confronti dell'Ente Ferrovie dello Stato, il giudice di rinvio dev'essere individuato secondo i criteri ordinari, anziché secondo la regola del foro erariale, attese la sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3880 del 11 giugno 1986
«L'art. 414 c.p.c., pur non prevedendo tra gli elementi che il ricorso deve contenere, l'indicazione della procura e del procuratore né la sottoscrizione, deve intendersi integrato dalla disposizione generale contenuta nell'art. 125 c.p.c., secondo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 871 del 6 febbraio 1985
«L'art. 414 n. 2 c.p.c., nello stabilire che il ricorso deve indicare il domicilio eletto dal ricorrente nel comune in cui ha sede il giudice adito, detta una disposizione che è riferibile alla parte e non al suo procuratore, per il quale continua...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1115 del 14 febbraio 1983
«Anche in tema di controversie soggette al rito del lavoro ove è stabilito l'obbligo della parte di eleggere domicilio nel comune in cui ha sede il giudice adito (art. 414 c.p.c.), la notificazione della sentenza alla parte presso il procuratore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15966 del 18 luglio 2007
«Nel rito del lavoro l'inesatta e incompleta indicazione, nel ricorso introduttivo, dell'oggetto della domanda e degli elementi di diritto tale da non impedire l'identificazione dell'oggetto e dei motivi in diritto della pretesa, può essere...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11353 del 17 giugno 2004
«Nel rito del lavoro il ricorrente deve - analogamente a quanto stabilito per il giudizio ordinario dal disposto dell'art. 163, n. 4, c.p.c. - indicare ex art. 414, n. 4 c.p.c. nel ricorso introduttivo della lite gli elementi di fatto e di diritto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2359 del 4 marzo 1998
«Il fatto che, a norma dell'art. 5, legge 15 luglio 1966, n. 604 gravi sul datore di lavoro l'onere della prova della giusta causa o del giustificato motivo del licenziamento non esime il lavoratore, il quale neghi la sussistenza dei fatti posti a...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 752 del 16 gennaio 2007
«La notifica del ricorso per cassazione all'autorità amministrativa anziché all'Avvocatura dello Stato è possibile solo nell'ipotesi eccezionale di cui all'art. 23, quarto comma della legge n. 689 del 1981, che permette all'autorità, ed...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 382 del 21 gennaio 1986
«L'art. 418 c.p.c. sulla richiesta in caso di proposizione di domanda riconvenzionale di emissione di un nuovo decreto per la fissazione dell'udienza trova la sua specifica ragione nella necessità di provocare la modificazione di un provvedimento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4347 del 19 aprile 1995
«Nel rito del lavoro, non determina nullità la mancata comunicazione al convenuto, che abbia proposto domanda riconvenzionale, della data fissata per la nuova udienza ai sensi dell'art. 418 c.p.c., considerato che tale comunicazione non è richiesta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 26289 del 25 novembre 2013
«In materia di licenziamento, l'eccezione di inapplicabilità della tutela reale del lavoratore subordinato ai sensi dell'art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300 integra una eccezione in senso lato, con la conseguenza che è nella facoltà del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3650 del 17 giugno 1985
«Nel nuovo rito del lavoro — applicabile alle controversie locatizie in virtù dell'espresso richiamo operato dall'art. 46 della legge n. 392 del 1978 — la consulenza tecnica non costituisce un mezzo di prova che l'attore ha l'onere di indicare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3647 del 8 agosto 1989
«Nel caso in cui il consulente tecnico di ufficio abbia compiuto accertamenti senza dare alle parti, nelle forme e nei modi all'uopo previsti, la possibilità di presenziarvi, la violazione del principio del contraddittorio, che inficia la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3924 del 12 giugno 1986
«La controversia che, pur riguardando un rapporto non compreso fra quelli indicati dall'art. 409 c.p.c., sia stata, ciononostante, trattata e decisa, sia in primo che in secondo grado, secondo il rito del lavoro rimane assoggettata (non collegando...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11233 del 16 dicembre 1996
«Nelle controversie proposte davanti al giudice del lavoro (nella specie, perché involgente un rapporto di agenzia e, quindi, ascrivibile all'ambito dei rapporti di parasubordinazione di cui all'art. 409, n. 3, c.p.c.), le preclusioni al rilievo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 311 del 13 gennaio 1994
«Lo ius superveniens in tema di competenza si applica — nel regime anteriore all'entrata in vigore del nuovo testo dell'art. 5 c.p.c. dettato dalla legge n. 353 del 1993 — anche nei giudizi pendenti, ma il rilievo dell'eventuale incompetenza, che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6139 del 12 marzo 2013
«Nell'ipotesi di incompetenza ex art. 428 c.p.c., qualora il giudice ometta di fissare il termine previsto dal secondo comma di tale articolo per la riassunzione della causa dinanzi al giudice competente, deve ritenersi tempestiva la riassunzione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10164 del 28 aprile 2010
«La disposizione di cui al secondo comma dell'art. 431 c.p.c. nel testo modificato dalla legge 11 agosto 1973, n. 533, la quale riconosce al lavoratore la facoltà di procedere ad esecuzione "con la sola copia del dispositivo in pendenza del termine...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9264 del 8 settembre 1990
«L'appello con riserva dei motivi, previsto con riferimento al rito del lavoro dal secondo comma dell'art. 433 c.p.c., non è ammissibile nelle controversie in tema di locazione soggette al medesimo rito, poiché l'art. 51 della legge 27 luglio 1978...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4829 del 13 maggio 1998
«La competenza del giudice d'appello è funzionale ed inderogabile ai sensi dell'art. 341 c.p.c. e del successivo art. 433 c.p.c. relativo alle controversie di lavoro e previdenziali, in considerazione della peculiarità del giudizio di impugnazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22154 del 24 novembre 2004
«Nell'ipotesi in cui nel termine di legge sia stata depositata una dichiarazione di appello con richiesta di riforma della sentenza di primo grado, ma priva dei motivi, contenuti nella relazione tecnica di parte alla quale si sia fatto semplice...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9069 del 2 maggio 2005
«In mancanza di espressa previsione in deroga alle disposizioni generali (quale quella prevista per il ricorso per cassazione dall'art. 134 att. c.p.c., non suscettibile di applicazione analogica) il deposito presso la cancelleria a mani del...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6841 del 29 luglio 1996
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, la proposizione dell'appello si perfeziona, ai sensi dell'art. 435 c.p.c., con il deposito, nei termini previsti dalla legge, del ricorso nella cancelleria del giudice ad quem, che impedisce ogni...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 20604 del 30 luglio 2008
«Nel rito del lavoro l'appello, pur tempestivamente proposto nel termine previsto dalla legge, è improcedibile ove la notificazione del ricorso depositato e del decreto di fissazione dell'udienza non sia avvenuta, non essendo consentito - alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3373 del 11 aprile 1996
«Nel procedimento d'appello in materia di lavoro o di previdenza e assistenza obbligatorie, i vizi della vocatio in ius consistenti nell'omissione o nella nullità della notificazione del ricorso, ovvero (come nella specie) nella nullità dipendente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18618 del 5 agosto 2013
«Nel rito del lavoro, non può dichiararsi l'improcedibilità dell'appello nel caso in cui il ricorso sia stato tempestivamente depositato, completo in ogni sua parte, nel termine previsto dalla legge, e tuttavia sia stata notificata alla controparte...»