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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15 del 2 gennaio 2009
«In tema di impugnazioni, nell'ipotesi in cui il giudice di appello modifichi la decisione di primo grado in senso più favorevole all'imputato, non può essere pronunziata condanna alle spese processuali, poichè tale condanna consegue esclusivamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9552 del 13 agosto 1992
«In tema di formazione dello stato passivo del fallimento, il curatore, allorché forma l'elenco dei creditori e, successivamente, partecipa alla verifica dei crediti, si trova non nella posizione di terzietà propria dei soggetti considerati...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1 del 2 gennaio 2007
«Ai fini della valutazione del pericolo di fuga in tema di convalida dell'arresto a fini estradizionali è irrilevante che l'estradando si trovi in stato di detenzione nel territorio nazionale perché sottoposto a procedimento penale pendente dinanzi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3097 del 10 ottobre 1992
«In tema di estradizione, è ricorribile per cassazione il provvedimento con il quale il presidente della corte d'appello, su richiesta dell'autorità governativa per il tramite del procuratore generale, dispone la proroga del termine di perenzione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4126 del 15 marzo 2012
«In tema di fallimento, alla legittimazione del concessionario a far valere il credito tributario nell'ambito della procedura fallimentare deve essere attribuita una valenza esclusivamente processuale, nel senso che il potere rappresentativo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9901 del 24 maggio 2004
«In tema di fallimento, il creditore non ammesso al passivo, pur potendo, come ogni altro interessato, presentare osservazioni al piano di riparto e potendo giovarsi dell'accantonamento generico e di quegli altri che il giudice delegato può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13895 del 19 settembre 2003
«In tema di riparto fallimentare, i creditori tardivamente insinuati al passivo conservano le loro ragioni di soddisfacimento integrale sulle somme ancora da ripartire, come risulta dall'inciso «salvi i diritti di prelazione» che figura al primo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3581 del 14 febbraio 2011
«I crediti nascenti da obbligazioni contratte nel corso della procedura di concordato preventivo, cui segua la risoluzione per inadempimento, non possono, nel successivo fallimento, essere soddisfatti in prededuzione e gli atti solutori degli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38602 del 20 ottobre 2005
«L'art. 656, comma 9, lett. a), c.p.p., ove si stabilisce il divieto di sospensione dell'esecuzione delle pene detentive brevi nel caso di condanna per taluno dei delitti indicati nell'art. 4 bis della legge n. 354/1975 (c.d. «Ordinamento...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 440 del 15 giugno 2000
«Ai fini dell'ammissibilità del ricorso per cassazione contro le sentenze del Tribunale superiore delle acque pubbliche è irrilevante che, anziché specificamente alle Sezioni Unite, esso sia genericamente diretto alla Corte di cassazione, atteso...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 337 del 9 gennaio 2009
«Elementi costitutivi della circostanza aggravante della premeditazione sono un apprezzabile intervallo temporale tra l'insorgenza del proposito criminoso e l'attuazione di esso, tale da consentire una ponderata riflessione circa l'opportunità del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8057 del 16 luglio 1992
«In tema di omicidio, la circostanza aggravante della premeditazione può risultare incompatibile con il vizio di mente nella sola ipotesi in cui venga a risultare null'altro che una manifestazione dell'infermità psichica da cui è affetto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 122 del 12 gennaio 1990
«L'indagine introspettiva è utile ed ordinario strumento di rilevazione dei processi mentali variamente pertinenti al reato e perciò anche di quello relativo alla premeditazione, composto da una pluralità di pulsioni e di ideazioni, anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 297 del 15 gennaio 1992
«Le circostanze aggravanti previste dall'art. 577, primo comma, n. 1 e cpv., c.p., seppure soggettive ai sensi dell'art. 70, primo comma n. 2, c.p., se conosciute o ignorate per colpa, si comunicano al concorrente. Invero i rapporti tra colpevole e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7034 del 11 luglio 1996
«In tema di aggravanti costituisce motivo futile la determinazione criminosa che trova origine in uno stimolo tanto lieve, quanto sproporzionato, da prospettarsi più come un pretesto che non una causa scatenante della condotta antigiuridica. Ne...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4042 del 4 dicembre 1991
«Il principio della equipollenza degli atti processuali, di reazione giurisprudenziale, in base al quale si è affermato che la notifica prevista dall'art. 500 c.p.p. del 1930 può essere sostituita, qualora venga omessa o sia irritualmente eseguita,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2729 del 2 agosto 1996
«In tema di restituzione nel termine, il disposto del terzo comma dell'art. 670 c.p.p. deve essere inteso nel senso che il divieto di riproporre al giudice dell'impugnazione l'istanza già presentata a quello dell'esecuzione opera esclusivamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2015 del 10 maggio 1995
«L'inapplicabilità dei benefici combattentistici prevista dall'art. 11 D.L.vo 4 marzo 1948 n. 137 non costituisce effetto penale (e quindi effetto penale militare) della condanna per diserzione sia perché la limitazione non deriva necessariamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24026 del 26 novembre 2010
«In tema di concordato fallimentare, proposto (nella specie, dal curatore) nella vigenza del d.l.vo n. 5 del 2006 e prima del d.l.vo n. 169 del 2007, in una procedura di fallimento disciplinata, ad ogni altro effetto, dal testo originario del r.d....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18621 del 11 agosto 2010
«La procedura di omologazione del concordato fallimentare effettuata ai sensi dell'art. 128 legge fallimentare - nel testo vigente a seguito del d.l.vo n. 5 del 2006, "ratione temporis" applicabile prima della modifica di cui all'art. 61 della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13900 del 19 settembre 2003
«In tema di fallimento, il combinato disposto degli artt. 124, comma secondo e 137 legge fall. va interpretato nel senso che l'obbligatorietà della convocazione in camera di consiglio, in ipotesi di risoluzione del concordato fallimentare, si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9528 del 20 luglio 2000
«In tema di risoluzione del concordato fallimentare, l'art. 137 L. fall., prevedente che, prima della relativa pronuncia, il debitore e i suoi fideiussori compaiono dinanzi al tribunale, non va inteso nel senso che sia richiesta necessariamente la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9118 del 10 dicembre 1987
«La disposizione dell'art. 137 della legge fallimentare secondo cui la risoluzione del concordato non può essere pronunciata trascorso un anno dalla scadenza dell'ultimo pagamento, deve essere interpretata nel senso che per l'osservanza del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39704 del 30 novembre 2006
«La disposizione relativa alla valutazione dell'incidenza sulla disciplina del reato continuato dello stato di tossicodipendenza, introdotta all'art. 671 c.p.p. dall'art. 4-vicies della legge n. 49 del 2006, non va interpretata nel senso che tale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 481 del 10 marzo 1997
«La disposizione di cui all'art. 671, comma terzo, c.p.p. deve essere interpretata nel senso che il riconoscimento del concorso formale o della continuazione in sede esecutiva realizza solo un presupposto necessario, ma non sufficiente, perché il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6587 del 9 gennaio 1997
«In tema di applicazione della continuazione in sede esecutiva, mentre all'interessato incombe l'onere di indicare i reati ai quali la continuazione dovrebbe riferirsi, non può dirsi che egli sia anche tenuto a provare l'unitarietà del disegno...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4565 del 14 ottobre 1995
«Ai fini del riconoscimento della continuazione in sede esecutiva, ai sensi dell'art. 671 c.p.p., spetta all'interessato indicare, sia pure a grandi linee, quale sia stato il disegno criminoso che dovrebbe comportare l'unificazione dei reati. In...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20471 del 18 maggio 2001
«Il giudice dell'esecuzione, investito da richiesta ai sensi dell'art. 671 c.p.p., non può trascurare, ai fini del riconoscimento del vincolo della continuazione, la valutazione già operata in fase di cognizione, con riguardo a episodi criminosi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 710 del 9 marzo 1992
«L'art. 671 c.p.p. contiene una precisa ed incontestabile causa di preclusione all'applicazione della continuazione in sede esecutiva, costituita dalla circostanza che, in sede di cognizione, risulti già esclusa l'applicabilità della relativa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4301 del 26 settembre 1996
«In tema di applicazione di benefici in sede esecutiva, l'avvenuto inserimento, nel quarto comma dell'art. 672 c.p.p., dell'espressa previsione circa l'applicabilità dell'indulto anche alla pena già espiata (previsione non contenuta nel...»