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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4704 del 21 luglio 1981
«È ammissibile inter partes l'interrogatorio formale deferito per provocare la confessione giudiziale della simulazione di un contratto di trasferimento immobiliare, sempre che ove trattisi di simulazione relativa, esista nel negozio apparente il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 396 del 19 gennaio 1987
«La dolosa dissimulazione di parte (rilevante) dell'attivo, quale ragione di annullamento del concordato preventivo o fallimentare (artt. 138 e 186 del R.D. 16 marzo 1942, n. 267), non è di per sé ravvisabile nell'allegazione, con la proposta di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38144 del 21 novembre 2006
«Integra il reato di ricorso abusivo al credito (art. 218 L. fall.), la dissimulazione dello stato di dissesto della società avvenuta attraverso l'utilizzo strumentale della posta debitoria e la natura parzialmente fittizia del finanziamento soci,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5744 del 10 marzo 2011
«L'interventore adesivo in primo grado non ha autonoma facoltà di proporre appello nell'ipotesi in cui la parte adiuvata non si sia avvalsa del diritto a proporre impugnazione o abbia fatto acquiescenza alla decisione ad essa sfavorevole, salvo che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10337 del 19 ottobre 1998
«Spetta al giudice di primo grado il compito di definire il contenuto e la portata delle domande avanzate dalle parti, identificando e qualificando giuridicamente i beni della vita destinati a formare oggetto del provvedimento richiesto (cosiddetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18560 del 20 agosto 2009
«L'interesse del terzo ad intervenire in appello, ai sensi dell'art. 344 c.p.c., va valutato non già "ex post", e cioè in base all'incidenza che la decisione impugnata può concretamente avere sulla posizione del terzo, ma "ex ante", e cioè con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13496 del 20 luglio 2004
«Sono devolute alla competenza assoluta ed inderogabile del Tribunale fallimentare, ai sensi dell'art. 24 legge fall., non soltanto le controversie che traggano origine e fondamento dal fallimento — con eccezione delle azioni reali immobiliari — ma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2104 del 28 febbraio 1995
«In tema di simulazione di reato la ritrattazione che sia avvenuta in un unico contesto (inteso in termini di continuità e di durata) con la denuncia simulatoria, determina il venir meno dell'idoneità offensiva dell'azione; la resipiscenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4983 del 8 febbraio 2010
«Il delitto di simulazione di reato non è configurabile se la condotta non è idonea a determinare il pericolo che venga iniziato un procedimento penale e, quindi, se il contenuto della denuncia appaia palesemente inverosimile ovvero la complessiva...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13109 del 25 marzo 2009
«Non è configurabile il delitto di simulazione di reato quando la perseguibilità d'ufficio del reato oggetto della denuncia simulata sia stata esclusa e la querela non sia stata presentata. (Fattispecie in cui è stato escluso il carattere di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35808 del 28 settembre 2007
«Non si ha simulazione di reato nella ipotesi in cui il fatto non venga alterato così da costituire un titolo di reato assolutamente diverso, a nulla valendo che l'entità di esso o altre modalità della sua verificazione siano state esposte in modo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39241 del 7 ottobre 2004
«Il delitto di simulazione di reato è integrato, sul piano dell'elemento materiale, anche quando venga falsamente descritta la quantità e la qualità delle cose costituenti l'oggetto di un illecito effettivamente avvenuto. (Fattispecie nella quale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5786 del 18 maggio 2000
«Ai fini della configurabilità della simulazione di reato, di cui all'art. 367 c.p., che, essendo un reato di pericolo, risulta integrato allorché la falsa denuncia di reato determini l'astratta possibilità di un'attività degli organi inquirenti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6156 del 19 giugno 1996
«Deve ritenersi integrato il presupposto oggettivo del reato di simulazione di reato quando la differenza tra il reato denunciato e quello realmente avvenuto investe non un certo numero di cose indiscriminatamente considerate, bensì cose la cui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8437 del 2 ottobre 1985
«Sussiste il delitto di simulazione, anche nell'ipotesi in cui si faccia apparire come consumato da ignoti un reato commesso dallo stesso autore della denuncia.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5364 del 28 maggio 1985
«Ai fini della sussistenza del delitto di simulazione di reato, di cui all'art. 367 c.p., non si richiede che sia stato concretamente instaurato un procedimento penale, ovvero siano state iniziate indagini di polizia giudiziaria aventi ad oggetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2273 del 20 febbraio 1987
«Colui, il quale denunzi di aver subito un furto, anziché una rapina, realmente effettuata in suo danno e attribuisca il fatto ad ignoti invece che alla persona da lui ben conosciuta, venendo in tal modo ad alterare il reato non solo nella sua...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4130 del 12 aprile 1975
«Per la integrazione della fattispecie di simulazione di reato a mezzo denunzia non è necessario che questa rivesta tutti i requisiti formali previsti dalla legge, avendo ad essa il legislatore fatto riferimento per indicare qualunque informazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11134 del 22 novembre 1985
«In tema di simulazione di reato, qualsiasi modifica delle circostanze di un fatto realmente avvenuto integra l'ipotesi criminosa, ove si voglia far apparire che il fatto inerente al reato presupposto sia diverso o più grave di quello reale.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12565 del 30 dicembre 1985
«Ai fini della configurabilità del delitto di simulazione di reato, il raffronto fra realtà ed apparenza non va condotto con esclusivo riguardo all'astratta definizione giuridica del fatto denunziato, dovendosi, invece, valutare anche quelle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4081 del 21 aprile 1982
«L'inverosimiglianza del fatto denunciato fa venir meno la sussistenza del delitto di simulazione di reato solo quando la denuncia appaia fin dal principio assolutamente inidonea a determinare la semplice possibilità dell'inizio di un procedimento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45291 del 14 dicembre 2005
«In tema di simulazione di reato (art. 367 c.p.), la denuncia all'Autorità nella quale si affermi falsamente un delitto mai avvenuto costituisce corpo di reato che, in quanto tale, deve essere sottoposto a sequestro ed acquisito agli atti del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 716 del 19 gennaio 2000
«In tema di simulazione di reato, la ritrattazione della falsa denuncia può escludere il delitto solo allorché con essa si impedisca il venire a esistenza dell'evento lesivo della condotta, che consiste nel pericolo dell'inizio di un procedimento...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 19077 del 16 maggio 2011
«La simulazione di reato ha natura di reato istantaneo e di pericolo, e si consuma con la semplice denuncia idonea a provocare investigazioni e accertamento della polizia giudiziaria. (La Corte ha precisato che, nonostante tale natura giuridica, è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 38814 del 19 novembre 2002
«Il privato che presenti una falsa denuncia di smarrimento di un assegno firmato in bianco e negoziato a favore di una ben individuata persona non risponde del delitto di simulazione di reato, ma bensì del delitto di calunnia in danno del soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9056 del 12 ottobre 1985
«È configurabile la simulazione di reato, ai sensi dell'art. 367 c.p., in caso di denuncia di un furto il quale sia stato realmente consumato, ma in ordine a beni in tutto o in parte diversi, sotto il profilo qualitativo, dagli oggetti di cui è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9777 del 12 settembre 1994
«L'invalidità, la simulazione o l'inesistenza giuridica del primo non si riflette sulla validità e inesistenza dell'altro, poiché l'autenticazione non implica un accertamento in ordine alla natura o al contenuto dell'atto privato, ma attesta solo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4162 del 2 marzo 2015
«La rinunzia all'eredità è un negozio unilaterale non recettizio, sicché non può configurarsene la simulazione, essendo impossibile l'accordo tra dichiarante e destinatario, richiesto dall'art. 1414, terzo comma, cod. civ.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3222 del 26 gennaio 2012
«In tema di responsabilità del medico per intervento chirurgico effettuato da collaboratore privo della prescritta abilitazione ed in difetto di valido consenso informato, ai fini della individuazione degli elementi costitutivi del dolo indiretto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 446 del 24 gennaio 1997
«Tale reato non è assorbito dal concorrente reato di cui all'art. 334 c.p., in quanto attraverso la sostituzione del mezzo si realizza l'oggettività dell'atto illegittimo del pubblico ufficiale, quale ulteriore evento di sostanziale sottoposizione...»