-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3541 del 2 dicembre 1999
«In materia di intercettazione di comunicazioni, nessuna norma dispone, tanto meno a pena di nullità (o di inutilizzabilità), che le operazioni debbano avere inizio nel giorno prefissato dal P.M. Quel che importa è - per intuitive ragioni di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6302 del 19 maggio 1999
«In tema di adempimento di un dovere, anche fuori dei casi previsti dagli artt. 97 D.P.R. 309/90 e 12-quater legge 356/1992, il privato, il cui intervento come agente provocatore sia giustificato da un ordine della polizia giudiziaria, non è...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2486 del 25 febbraio 1999
«Ai fini della configurabilità del reato di ingiuria, non è necessario che il soggetto a cui le espressioni offensive vengono rivolte sia in grado di percepirle ed in effetti le percepisca. Ciò in quanto l'oggetto della tutela penalistica va...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, ordinanza n. 10772 del 9 marzo 2004
«In tema di disposizioni per l'attuazione dell'art. 68 della Costituzione, con riferimento alla disciplina sulla utilizzabilità delle intercettazioni, delle conversazioni o delle comunicazioni, l'espressione «alle quali hanno preso parte membri del...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42178 del 21 dicembre 2006
«Presupposti della intercettazione sono la sua indispensabilità ai fini delle indagini e la sussistenza dei gravi indizi di reato. Tale secondo requisito va inteso non in senso probatorio (ossia come valutazione del fondamento dell'accusa), ma come...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 32667 del 1 ottobre 2002
«È legittima la motivazione per relationem dei provvedimenti adottati dal giudice in materia di intercettazione di comunicazioni quando l'atto al quale si fa riferimento sia a sua volta congruamente motivato, nonché conosciuto o conoscibile...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9185 del 8 marzo 2012
«I risultati delle intercettazioni disposte per agevolare le ricerche di latitanti possono essere utilizzati a fini probatori, stante l'espresso rinvio operato dall'art. 295, comma terzo, all'art. 270 cod. proc. pen., rinvio che ha un senso solo se...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5363 del 28 maggio 1996
«La norma di cui all'art. 270 comma 1 c.p.p. sull'utilizzazione dei risultati delle intercettazioni telefoniche in altri procedimenti non può interpretarsi riduttivamente nel senso che tale utilizzazione sia possibile solo quando i risultati in...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3129 del 10 ottobre 1992
«Il divieto di utilizzazione dei risultati delle intercettazioni in altro procedimento, di cui all'art. 270 c.p.p., va inteso nel senso che non possono siffatti elementi valere come prova in diverso processo. Nessuna preclusione esiste, invece,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5467 del 9 maggio 1992
«La registrazione e l'utilizzazione delle dichiarazioni rese a terzo da persona successivamente imputata sulla base di esse sono legittime, in quanto non possono essere ricondotte né nell'ambito delle intercettazioni irrituali, né in quello delle...»
-
Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 31986 del 26 settembre 2002
«Il comma 1 bis dell'art. 273 c.p.p., introdotto dall'art. 11 della legge 1 marzo 2001 n. 63, secondo il quale, nella valutazione dei gravi indizi di colpevolezza richiesti per l'applicazione e il mantenimento di misure cautelari personali, trovano...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 752 del 1 aprile 1994
«Agli effetti dell'indagine in ordine alla sussistenza dei gravi indizi, necessari, ai sensi del primo comma dell'art. 273 c.p.p. per l'emissione della misura cautelare, si richiede che da essi possa trarsi il convincimento della elevata...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 168 del 9 febbraio 1994
«Gli indizi richiesti dall'art. 273 c.p.p. ai fini dell'adozione di una misura cautelare non coincidono con quelli indicati dall'art. 192 stesso codice, che stabilisce i criteri di valutazione della prova logica indiziaria necessaria per...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6586 del 9 luglio 1997
«Anche in tema di misure cautelari la chiamata in correità è una prova minore rispetto a quella desumibile da un'ordinaria dichiarazione testimoniale e deve perciò essere riscontrata da elementi di prova che si muovano nella stessa direzione della...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1763 del 29 agosto 1995
«Pur non potendosi in assoluto affermare che il ruolo dirigenziale o verticistico, di cui taluno risulti investito nell'ambito di un sodalizio mafioso, sia di per sé sufficiente a far ritenere quel soggetto automaticamente responsabile di ogni...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1758 del 27 maggio 1995
«In tema di misure cautelari, ai fini della verifica dei gravi indizi di colpevolezza richiesti dall'art. 273 c.p.p., la sola presunta appartenenza ad organizzazione collegiale di vertice in seno all'organizzazione criminale «Cosa Nostra», può...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1709 del 23 maggio 1997
«L'intervenuta pronuncia, nel corso del procedimento principale, di sentenza non definitiva di condanna implica la non riproponibilità, in sede di procedimento incidentale de libertate, della questione concernente la sussistenza o meno dei gravi...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1700 del 4 maggio 1998
«Il controllo di legittimità sulla motivazione delle ordinanze di riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale è diretto a verificare, da un lato, la congruenza e la coordinazione logica dell'apparato argomentativo che collega gli...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4162 del 10 marzo 1995
«In materia di misure cautelari personali, non può assegnarsi, ai fini dell'esigenza cautelare di cui all'art. 274, lett. a), allo stato di latitanza dell'indagato, valore di motivo di aggravamento della detta esigenza quoad tempus ,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3415 del 1 marzo 1994
«In tema di misure cautelari personali, la formula di cui all'art. 274 lett. a) c.p.p. (inderogabili esigenze attinenti alle indagini) non deve essere intesa nel senso che, una volta acquisito il riscontro certo di una rilevante prova di accusa,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2667 del 17 dicembre 1993
«In materia di misure cautelari personali non vale ad escludere l'esistenza delle esigenze di cui all'art. 274, lettera a), c.p.p. la prospettata utilizzazione dell'incidente probatorio, quale strumento in grado di precludere ogni possibilità di...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1677 del 6 dicembre 1999
«In tema di esigenze cautelari, il disposto di cui all'art. 274, lett. c), c.p.p., secondo cui deve tenersi conto, per ipotizzare il pericolo di reiterazione della condotta criminosa, dei parametri congiunti delle modalità del fatto costituente...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2531 del 4 agosto 1995
«In tema di misure cautelari personali, l'esigenza del «concreto» pericolo di commissione di delitti della stessa specie non può essere intesa nel senso di una realizzazione delittuosa in itinere. Si tratta, infatti, di un giudizio prognostico, nel...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4829 del 9 febbraio 1996
«In tema di misure cautelari personali, le tre esigenze cautelari relative al pericolo di inquinamento delle prove, pericolo di fuga e di reiterazione del reato, non devono necessariamente concorrere, bastando anche l'esistenza di una sola di esse...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 744 del 22 aprile 1998
«In tema di sostituzione di misure cautelari personali per colui che è già detenuto da tempo la prognosi va posta in relazione ai fatti dei quali è chiamato a rispondere ed agli eventuali precedenti penali. Il tempo trascorso nello stato di...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4495 del 11 novembre 1995
«Qualora sia oggetto del procedimento incidentale di impugnazione un provvedimento sulla libertà personale (nella specie, ordinanza del tribunale del riesame ripristinatoria della custodia in carcere in sostituzione degli arresti domiciliari)...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44180 del 18 novembre 2009
«La modifica dell'art. 275, comma terzo, c.p.p., operata dall'art. 2, comma primo, lett. a) D.L. 23 febbraio 2009, n. 11, conv. dalla L. 23 aprile 2009 n. 38, che ha introdotto l'obbligo di disporre la misura della custodia in carcere in presenza...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26493 del 25 giugno 2009
«L'obbligo di applicare la misura cautelare della custodia in carcere in presenza di gravi indizi di colpevolezza, salva l'acquisizione di elementi dai quali risulti l'insussistenza di esigenze cautelari, introdotto in riferimento ad alcuni reati...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45379 del 23 novembre 2004
«In tema di valutazione delle esigenze cautelari, ai fini del giudizio circa l'intervenuta dissociazione di taluno da un organismo di natura criminale (nella specie, banda armata), non può considerarsi, di per sè, determinante, in senso negativo,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18093 del 12 maggio 2010
«L'obbligo di disporre la custodia cautelare in carcere in presenza di gravi indizi di colpevolezza, salva l'acquisizione di elementi dai quali risulti l'insussistenza di esigenze cautelari, introdotto anche per altre fattispecie criminose...»