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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3032 del 16 marzo 2000
«L'impugnabilità e l'avvenuta impugnazione di una pronunzia esecutiva di condanna al pagamento di una somma di denaro non esimono il debitore, anche pubblico, dall'ottemperarvi, in quanto una tale pronuncia, pur non ancora consolidata nel...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4561 del 17 aprile 1993
«Sebbene la mora non presupponga necessariamente la liquidità del credito — non essendo stato accolto nel nostro ordinamento il principio secondo cui in illiquidis non fit mora — è necessario, affinché sia configurabile colpevole ritardo nel...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10849 del 11 maggio 2006
«L'atto stragiudiziale di costituzione in mora del debitore, anche al fine dell'interruzione della prescrizione, inviato al debitore con raccomandata a mezzo del servizio postale si presume giunto a destinazione — sulla base dell'attestazione della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8180 del 9 settembre 1996
«Nel caso in cui l'intimazione di pagamento idonea a realizzare la costituzione in mora — non soggetta a particolari modalità di trasmissione, né alla normativa sulla notificazione degli atti giudiziali — venga inoltrata con raccomandata a mezzo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5021 del 23 maggio 1994
«Il termine di adempimento — la cui scadenza, a norma dell'art. 1219, secondo comma, n. 3, c.c., rende non necessaria la formale costituzione in mora del debitore, come prevista dal primo comma del citato art. 1219, in forza del principio dies...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24140 del 20 novembre 2007
«Ai fini del risarcimento del danno patrimoniale da inadempimento, deve essere in concreto fornita la dimostrazione dell'esistenza del pregiudizio lamentato e il diretto nesso causale con la condotta illecita. Deve, pertanto, escludersi che il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8278 del 30 settembre 1999
«Anche in ipotesi di risoluzione del contratto per inadempimento, i criteri da applicare per la determinazione del danno sono quelli di cui all'art. 1223 c.c.; pertanto, sono risarcibili i danni conseguenza diretta e immediata dell'inadempimento e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2196 del 9 aprile 1982
«Poiché il diritto al risarcimento del danno si concretizza nel momento in cui si verifica l'evento dannoso, è in quel momento che deve essere constatata l'ampiezza del pregiudizio subito dal danneggiato, ancorché la liquidazione — cioè la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 619 del 8 marzo 1974
«In tema di determinazione del quantum risarcibile, la liquidazione del danno non deve essere necessariamente contenuta entro i limiti del valore del bene danneggiato, ma deve avere per oggetto l'intero pregiudizio che dal danneggiamento è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 599 del 6 marzo 1974
«La liquidazione del danno — anche quando sia intervenuta una pronunzia di condanna generica passata in giudicato — consiste nella determinazione di un debito di valore e, come tale, deve corrispondere al valore del bene non nel momento in cui...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2602 del 14 aprile 1983
«In materia di risarcimento del danno, il lucro cessante deve essere risarcito quando sia provato che il danno si produrrà nel futuro secondo una ragionevole e fondata previsione, e non solo in caso di assoluta certezza. Tuttavia, poiché il grado...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2380 del 15 maggio 1978
«In tema di risarcimento del danno, la determinazione del lucro cessante va desunta dalla ricostruzione ideale di quanto il creditore avrebbe conseguito per normale successione di eventi, in base ad una ragionevole e fondata attendibilità, qualora...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7507 del 4 giugno 2001
«In contrapposizione all'art. 2043 c.c., che fa sorgere l'obbligo del risarcimento dalla commissione di un «fatto» doloso o colposo, il successivo art. 2055 considera, ai fini della solidarietà nel risarcimento stesso, il «fatto dannoso», sicché,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 916 del 3 aprile 1973
«In tema di risarcimento del danno per mancato lucro futuro, il giudice, come in ogni valutazione del danno, deve compiere un processo logico che si articola in due fasi distinte: la prima relativa alla certezza del danno, la seconda relativa alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26042 del 23 dicembre 2010
«In tema di nesso causale, esistono due momenti diversi del giudizio civile, costituito il primo dalla ricostruzione del fatto idoneo a fondare la responsabilità, per il quale la problematica causale, detta della causalità materiale o di fatto, è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5913 del 9 maggio 2000
«In tema di risarcibilità dei danni conseguiti da fatto illecito (o da inadempimento, nell'ipotesi di responsabilità contrattuale) il nesso di causalità va inteso in modo da ricomprendere nel risarcimento anche i danni indiretti e mediati che si...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5351 del 11 agosto 1983
«La determinazione della somma dovuta a titolo di risarcimento del danno da illecito extra contrattuale va effettuata con riferimento all'epoca della liquidazione, poiché solo in tale momento il creditore può realizzare il proprio interesse leso e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13634 del 22 luglio 2004
«Il danno morale subito dai prossimi congiunti di un minore colpito da una grave menomazione alla nascita (nel caso di specie, trattatasi di un bambino nato con una lesione irreversibile all'estetica e alla funzionalità del braccio sinistro,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5669 del 10 giugno 1994
«In tema di determinazione del reddito da considerare ai fini del risarcimento del danno da inabilità permanente, l'art. 4 del D.L. n. 857 del 1976 — convertito in L. n. 39 del 1977 —, stabilendo, dopo avere indicato (comma 1 e 2) i criteri da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7494 del 8 luglio 1993
«Nella liquidazione del danno da invalidità permanente deve aversi riguardo, per la determinazione del pregiudizio patrimoniale subito dal danneggiato, agli emolumenti che a questi spettano in concreto e perciò alle competenze effettive al netto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 489 del 20 gennaio 1999
«Quando la persona danneggiata muoia nel corso del giudizio di liquidazione del danno per causa sopravvenuta ed indipendente dal fatto lesivo di cui il convenuto è chiamato a rispondere, la determinazione del danno biologico e patrimoniale in senso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12020 del 21 novembre 1995
«In sede di liquidazione del risarcimento dei danni subiti dai congiunti di un professionista in conseguenza della sua morte, non è censurabile il ricorso da parte del giudice di merito al criterio «per competenza», anziché a quello «di cassa»,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8177 del 6 ottobre 1994
«Nell'ipotesi di lesioni personali seguite, dopo apprezzabile lasso di tempo, dalla morte ad esse conseguente, debbono essere distinti i danni subiti dal soggetto passivo delle lesioni, cui compete il diritto al risarcimento del danno iure proprio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3477 del 29 novembre 1971
«Nella liquidazione del danno patrimoniale derivante dalla morte di congiunti, basata sulle tariffe per la costituzione delle rendite vitalizie immediate approvate con R.D. 9 ottobre 1922, n. 1403, non è applicabile la detrazione per il cosiddetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13108 del 27 dicembre 1995
«L'obbligazione del venditore inadempiente configura un debito di valore avente ad oggetto la totale reintegrazione del patrimonio del danneggiato, cosicché nella determinazione del quantum occorre tener conto sia della svalutazione monetaria...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8520 del 5 aprile 2007
«Il risarcimento del danno da fatto illecito costituisce debito di valore e, in caso di ritardato pagamento di esso, gli interessi non costituiscono un autonomo diritto del creditore, ma svolgono una funzione compensativa tendente a reintegrare il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15823 del 28 luglio 2005
«Nell'obbligazione risarcitoria (che costituisce debito di valore in quanto diretta alla reintegrazione del danneggiato nella stessa situazione patrimoniale nella quale si sarebbe trovato se il danno non fosse stato prodotto) il principale mezzo di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13666 del 17 settembre 2003
«L'esecuzione dei provvedimenti interinali in tema di reintegrazione e manutenzione del possesso si colloca al di fuori del processo di esecuzione previsto e regolato dal libro terzo del codice di procedura civile, stante la natura e funzione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2809 del 10 marzo 1995
«Qualora il giudice di primo grado nel liquidare un debito di valore non abbia provveduto a riconoscere sulla relativa somma gli interessi compensativi, totalmente o anche solo parzialmente (come nel caso in cui li abbia riconosciuti dalla data...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1047 del 2 marzo 1978
«Mentre gli interessi di mora, configuranti il risarcimento del danno cagionato dall'inadempimento colpevole di obbligazione pecuniaria, si ricollegano ad un titolo e ad una domanda autonoma rispetto a quella inerente all'obbligazione principale,...»