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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 31320 del 25 luglio 2008
«In tema di delitto di circonvenzione di persone incapaci, le condotte di abuso e di induzione consistono rispettivamente in qualsiasi pressione morale idonea al risultato avuto di mira dall'agente e in tutte le attività di sollecitazione e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16575 del 3 maggio 2005
«In tema di circonvenzione di persone incapaci, ai fini della sussistenza dell'elemento dell'induzione debbono essere presi in considerazione non solo le condotte tenute dall'imputato al momento della commissione degli atti pregiudizievoli, ma...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7482 del 8 luglio 1993
«La sentenza penale pronunciata in seguito a giudizio nel procedimento per il delitto di circonvenzione di incapace (art. 643 c.p.) ha efficacia vincolante, rispetto alle stesse persone che abbiano partecipato al procedimento stesso, nel successivo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1064 del 30 gennaio 1990
«In tema di circonvenzione di persone incapaci, di cui all'art. 643 c.p., l'induzione non può dirsi sussistente senza la dimostrazione di un comportamento attivo di persuasione da parte dell'interessato; la prova di una tale attività non deve...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9731 del 26 ottobre 1985
«Ai fini della sussistenza del delitto di circonvenzione di persone incapaci, di cui all'art. 643 c.p. il concetto di induzione, la quale è un elemento del tutto distinto e non va confusa col mezzo usato (atto giuridico), postula una attività...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2063 del 11 maggio 2000
«Poiché per la configurabilità del delitto di circonvenzione di persone incapaci non occorre che l'effetto dannoso consegua all'atto indotto come sua conseguenza giuridica immediata e che, quindi, l'attitudine a determinare un danno o un pericolo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7820 del 8 luglio 1992
«La capacità richiesta per gestire il patrimonio e valutare le conseguenze degli atti di disposizione è diversa e maggiore da quella richiesta per rendersi conto di atti lesivi della propria integrità fisica. Pertanto non è contraddittoria la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2231 del 18 febbraio 1991
«Non vi è contraddizione tra il ritenere sussistente l'aggravante della minorata difesa (art. 61 n. 5 c.p.) nel delitto di rapina e l'escludere il delitto di circonvenzione di persone incapaci (art. 643 c.p.), perché ai fini dell'applicazione della...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6078 del 11 febbraio 2009
«In tema di delitto di circonvenzione di persone incapaci, la prova della condotta induttiva può essere tratta anche da elementi indiziari e prove logiche, avendo riguardo alla natura dell'atto, all'oggettivo pregiudizio da esso derivante e ad ogni...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 292 del 8 gennaio 2014
«Ai fini della preclusione del giudicato, l'identità del fatto è configurabile solo quando questo si realizza nelle medesime condizioni di tempo, di luogo e di persone; ne consegue che costituisce fatto diverso quello che, pur violando la stessa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14193 del 14 aprile 2010
«In tema di usura, la circostanza aggravante del metodo mafioso, prevista dall'art. 7 D.L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. in L. 12 luglio 1991, n. 203, è configurabile nel caso in cui l'indagato utilizzi come tecnica di intimidazione il riferimento...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2667 del 15 maggio 1997
«In tema di ricettazione, la sussistenza dell'attenuante di cui all'art. 648 cpv. c.p. deve essere valutata con riguardo a tutte le componenti oggettive e soggettive del fatto, e cioè non solo con riguardo alla qualità della res provento da...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 39008 del 8 ottobre 2009
«I reati consumati di rapina, estorsione e sequestro di persona a scopo di estorsione restano esclusi dall'operatività della previsione dell'art. 649 c.p., pur se posti in essere senza violenza alle persone.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 20110 del 22 maggio 2002
«L'art. 649, comma 3, c.p., nella parte in cui esclude l'operatività delle disposizioni di favore contenute nei commi precedenti in materia di reati contro il patrimonio commessi in danno di prossimi congiunti quando trattasi di delitti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 22628 del 31 maggio 2001
«In tema di reati contro il patrimonio commessi in danno di congiunti, la causa di non punibilità e la condizione di non procedibilità di cui ai commi primo e secondo dell'art. 649 c.p. si applicano anche alle ipotesi tentate dei delitti di cui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8428 del 28 luglio 1988
«Il fondamento della causa di non punibilità di cui all'art. 649 c.p. è costituito dalle ragioni di carattere morale e sociale che connotano i rapporti fra certe categorie di familiari riguardo ai beni materiali ed in vista delle quali si è esclusa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13268 del 25 novembre 1986
«La violenza alle persone, che rende procedibili di ufficio i reati previsti nel titolo XIII del libro secondo del codice penale, se commessi in danno delle persone indicate nel secondo comma dell'art. 649 c.p., deve essere contestuale alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39227 del 23 settembre 2013
«Il reato di cui all'art. 651 c.p. non rimane assorbito ma concorre con quello di resistenza a pubblico ufficiale di cui all'art. 337 c.p., risultando le relative condotte completamente diverse, se raffrontate in astratto, e susseguenti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10378 del 14 luglio 1989
«Il rifiuto di consegnare un documento di riconoscimento integra — ricorrendone le altre condizioni richieste dalla legge (persone pericolose o sospette) — gli estremi del reato di cui agli artt. 4 T.U. legge di P.S. e 294 del relativo regolamento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6347 del 8 febbraio 2013
«Integra il reato di adunata sediziosa la condotta di chi prenda parte ad una riunione o ad un assembramento di dieci o più persone con uno scopo prestabilito e manifesti comportamenti di ribellione e di ostilità nei confronti di chi rappresenta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11514 del 12 novembre 1987
«Ai fini della ravvisabilità della sussistenza della contravvenzione di cui all'art. 658 c.p. è sufficiente che l'annunzio di disastri, infortuni o pericoli inesistenti sia idoneo a suscitare allarme presso l'autorità, gli enti o le persone che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25045 del 1 luglio 2002
«In tema di molestia o disturbo alle persone, la norma dell'art. 660 c.p. mira a prevenire il turbamento della pubblica tranquillità attuato mediante l'offesa alla quiete privata, e la relativa contravvenzione è procedibile d'ufficio. Ne consegue...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1731 del 12 dicembre 1999
«La remissione di querela non produce effetti per il reato di molestia o disturbo alle persone (art. 660 c.p.). Con detta previsione, il legislatore ha, infatti, inteso tutelare, oltre alla quiete privata, la tranquillità pubblica, avuto riguardo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7437 del 24 giugno 1998
«In materia di molestia o disturbo alle persone, l'art. 660 c.p. è teso a punire quei comportamenti astrattamente idonei a suscitare nella persona direttamente offesa e, a volte, anche nella gente, reazioni violente o moti di disgusto o di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11208 del 9 novembre 1994
«Con la disposizione prevista dall'art. 660 c.p. il legislatore, attraverso la previsione di un fatto recante molestia alla quiete di un privato, ha inteso tutelare la tranquillità pubblica per l'incidenza che il suo turbamento ha sull'ordine...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 28853 del 15 luglio 2009
«Ai fini della configurabilità del reato di molestia o disturbo alle persone, si intende aperto al pubblico il luogo cui ciascuno può accedere in determinati momenti ovvero il luogo al quale può accedere una categoria di persone che abbia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17787 del 5 maggio 2008
«Il reato di molestie o disturbo alle persone, pur non essendo per sua natura necessariamente abituale, in quanto può essere realizzato anche con una sola azione di disturbo o di molestia, può però assumere tale forma, incompatibile con la...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 32321 del 8 agosto 2007
«L'esercizio del diritto di libera espressione del pensiero, per spiegare la propria funzione scriminante in relazione al reato di molestia o disturbo delle persone, deve essere esercitato entro limiti ben definiti e non esclude la contravvenzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8198 del 8 marzo 2006
«Il reato di cui all'art. 660 c.p. consiste in qualsiasi condotta oggettivamente idonea a molestare e disturbare terze persone, interferendo nell'altrui vita privata e nell'altrui vita di relazione. (Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9619 del 2 marzo 2004
«In tema di molestia o disturbo alle persone (art. 660 c.p.), se, per un verso, deve ritenersi la configurabilità del reato anche quando l'agente esercita, o crede di esercitare, un proprio diritto, in modo tale, tuttavia, da rivelare l'esistenza...»