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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 701 del 21 gennaio 1998
«...offesa e reazione; tuttavia occorre comunque l'adeguatezza della risposta rispetto alla gravità del fatto ingiusto. Infatti occorre un nesso causale tra il secondo ed il primo, nesso che va escluso in presenza di una consistentissima sproporzione.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6981 del 14 luglio 1997
«Ai fini della applicabilità dell'attenuante della provocazione, uno stato d'animo caratterizzato da odio e rancore non è sufficiente ad integrare lo stato d'ira che l'art. 62 n. 2 del codice penale prevede quale elemento costitutivo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12785 del 29 dicembre 1995
«Inoltre, anche senza che vi debba essere un rapporto di proporzionalità tra reazione e fatto ingiusto altrui, è comunque necessario che la reazione sia in qualche modo adeguata all'offesa, al fine di lasciar desumere l'esistenza di un nesso di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9373 del 31 agosto 1994
«Ai fini della concessione dell'attenuante prevista dall'art. 62 n. 2 c.p., il fatto ingiusto altrui può essere realizzato non solo da un comportamento antigiuridico ma anche dalla violazione di norme sociali o di costume e deve contenere in sé la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10552 del 3 novembre 1992
«Ai fini della sussistenza della circostanza attenuante della provocazione, il concetto di «fatto ingiusto», pur comprendendo in sé qualsiasi comportamento, intenzionale o colposo, legittimo o illegittimo, purché idoneo a scatenare, l'altrui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6915 del 11 giugno 1992
«L'attenuante della provocazione concerne reati aventi carattere per sé stesso reattivo a danno del provocatore, tra i quali non rientrano le violazioni alla legge sulle armi che sono punite indipendentemente dall'indagine se l'autore abbia voluto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 15576 del 4 aprile 2013
«La circostanza attenuante di cui all'art. 62, n. 4 c.p. ricorre solo quando il danno patrimoniale subito dalla parte offesa come conseguenza diretta e immediata del reato sia di valore economico pressoché irrilevante. (Fattispecie relativa ai...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 10445 del 21 novembre 1984
«Non è, in particolare, consentito tenere conto ai fini sopra specificati, del prezzo di affezione, maggiore di quello reale, che la cosa può avere per una determinata persona, né ha rilevanza allo stesso fine, che con azioni successive ad opera...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 29938 del 29 luglio 2010
«L'attenuante di cui all'art. 62 n. 5 c.p., richiedendo la sussistenza del fatto doloso della persona offesa, rinvia, per la nozione del dolo, al precedente art. 43 e quindi presuppone che la persona offesa preveda e voglia l'evento dannoso come...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9352 del 31 agosto 1994
«...che essa sia collegata con la condotta del colpevole anche sul piano della causalità psicologica, oltre che su quello della causalità materiale, nel senso che l'offeso deve avere voluto lo stesso evento avuto di mira dal soggetto attivo del reato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10938 del 29 novembre 1993
«E ciò sia per il principio di non contraddizione che non consente, ad uno stesso tempo, di accentuare il rigore della disciplina sugli stupefacenti, potenziando gli strumenti di lotta al narcotraffico ed attenuare, poi, la pena proprio nei...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3741 del 10 marzo 1989
«L'art. 62, n. 5, c.p., nel prevedere il fatto doloso della persona offesa come causa concorrente, con l'azione o l'omissione del colpevole, a determinare l'evento, non precisa che la persona offesa debba volere lo stesso evento voluto dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 53593 del 23 dicembre 2014
«In tema di favoreggiamento, l'aiuto prestato al favorito per eludere le investigazioni e sottrarsi alle ricerche dell'autorità può manifestarsi con modi e mezzi diversi, purché oggettivamente idonei al raggiungimento dello scopo, mentre non assume...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16246 del 9 aprile 2013
«È configurabile il reato di favoreggiamento personale nel caso di aiuto consapevolmente fornito al colpevole di un delitto a sottrarsi a investigazioni ancora non in atto, purché esse siano chiaramente immaginabili dall'agente sulla base degli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6235 del 29 maggio 2000
«Ne consegue che il delitto è configurabile anche quando il soggetto esaminato dalla polizia neghi la conoscenza di fatti a lui noti, né il delitto è escluso dall'eventuale concomitanza di informazioni già in possesso dell'autorità inquirente, dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 773 del 21 gennaio 1999
«.... Né il delitto è escluso dalla eventuale concomitanza di informazioni già in possesso dell'autorità inquirente. La ricerca della verità in ordine all'accertamento dei reati ha infatti bisogno di una pluralità di elementi, il cui apporto non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2978 del 4 marzo 1988
«In tale concetto rientra certamente anche quella condotta che interferisce sullo svolgimento dell'attività di polizia giudiziaria rendendo più difficoltose ed impegnative le investigazioni relative al commesso reato ledendo in tal modo l'interesse...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 348 del 13 gennaio 1988
«Pertanto una volta stabilito che la condotta dell'agente possedeva la potenzialità di deviare in modo apprezzabile le ricerche o le investigazioni, non ha alcuna rilevanza che l'aiuto prestato si sia in concreto rivelato inefficace, perché anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10735 del 18 ottobre 1994
«Il dolo costitutivo del delitto di favoreggiamento personale (art. 378 c.p.) consiste nella coscienza e volontà di prestare aiuto ad una persona in relazione ad un reato commesso, per eludere le investigazioni o per sottrarsi alle ricerche....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11159 del 23 novembre 1982
«Tuttavia il tentativo è ammissibile tutte le volte in cui il mezzo adoperato sia in sé idoneo a concretizzare l'aiuto, ma quest'ultimo non si realizza per cause indipendenti dalla volontà del soggetto attivo ed indipendentemente dalla sua concreta...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 45444 del 4 novembre 2014
«La nozione di cadavere, quale possibile oggetto delle condotte di sottrazione, soppressione o distruzione, come sanzionate dall'art. 411 cod. pen., comprende anche resti umani consistenti nello scheletro o in parti di esso, purché si tratti di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6874 del 9 luglio 1993
«La causa di non punibilità prevista dall'art. 384 c.p., in relazione all'art. 378 dello stesso codice, postula come condizione, che ne costituisce anche la ragione giustificatrice, lo stato di necessità, ossia una situazione non determinata dal...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6199 del 18 febbraio 2011
«In tema di favoreggiamento personale, sussiste la circostanza aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416 bis c.p., ovvero al fine di agevolare l'attività dell'associazione di tipo mafioso (art. 7 D.L....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 112 del 5 gennaio 2005
«In tema di rapporti tra partecipazione ad associazione per delinquere e favoreggiamento personale, premesso che non può escludersi, in linea di principio, la possibilità di concorso fra le due fattispecie criminose, deve ritenersi che le stesse si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14222 del 15 dicembre 1999
«L'oggettività giuridica del favoreggiamento personale va in linea generale ravvisata nella tutela dell'interesse dell'amministrazione della giustizia al regolare svolgimento del processo penale nella fase delle investigazioni o delle ricerche, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 511 del 19 gennaio 1994
«Il secondo è, bensì, reato a forma libera, ma quando l'aiuto prestato integri altresì una distinta figura criminosa, si realizza un'ipotesi di concorso formale di reati, con le conseguenze di cui al primo comma dell'art. 81 c.p. (Fattispecie nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 463 del 4 maggio 1993
«L'incompatibilità tra favoreggiamento personale e reato presupposto va riconosciuta nei soli casi in cui l'un reato sia estrinsecazione dell'altro concorrendo la medesima condotta a integrare sia un'attività di partecipazione al reato presupposto,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15972 del 29 novembre 1990
«Nei casi di favoreggiamento personale lieve (fattispecie di cui al terzo comma dell'art. 378 c.p.) è applicabile il beneficio dell'amnistia concesso con D.P.R. 12 aprile 1990, n. 75, né rileva la circostanza che il delitto favorito abbia natura...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44753 del 20 novembre 2003
«In tema di favoreggiamento personale, la circostanza aggravante di cui all'art. 7 D.L. 13 maggio 1991 n. 152, conv. in legge 12 luglio 1991, n. 203 (aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416 bis c.p. ovvero al fine...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2218 del 29 luglio 1997
«Ai fini della inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche in procedimenti diversi, secondo quanto previsto dall'art. 270 c.p.p. non può parlarsi di «procedimento diverso» quando le indagini riguardino condotte di favoreggiamento...»