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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 546 del 30 gennaio 1985
«Il giudice che abbia deliberato una sentenza non definitiva, anche se non passata in giudicato, resta da questa vincolato, agli effetti della prosecuzione del giudizio davanti a sé, in ordine alle questioni definite e a quelle da queste...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3946 del 1 luglio 1982
«La sentenza non definitiva mentre fa stato sul decisum, in quanto preclude al giudice che l'ha emessa il riesame delle medesime questioni che hanno formato oggetto della pronuncia, non può comportare un giudicato, né una preclusione in ordine al...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 12505 del 7 luglio 2004
«Con riferimento alla norma dell'art. 72 della legge fallimentare, in fattispecie di preliminare di permuta di area edificabile con fabbricato da realizzare sull'area medesima, il trasferimento della proprietà del bene, con la relativa consegna,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5129 del 31 maggio 1997
«In tema di valutazione del dolo nel delitto di omicidio deve ritenersi contraddittorio il riconoscimento della predeterminazione quando la morte sia conseguente ad un violento pestaggio, premeditato, motivato da ragioni di vendetta e eseguito con...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3277 del 29 marzo 1996
«La volontà dolosa, a seconda dei vari livelli di intensità dai quali può essere caratterizzata, può dar luogo alla configurabilità del dolo intenzionale (allorché si persegue l'evento come scopo finale della condotta o come mezzo necessario per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6517 del 26 aprile 2012
«Il carattere parziale o non definitivo della sentenza di primo grado comporta che il gravame debba riguardare soltanto la questione dalla stessa affrontata, con la conseguenza, da un lato, che l'appellante non è obbligato a riproporre le altre...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19453 del 15 luglio 2008
«Allorché la vittima di un illecito aquiliano chieda l'accertamento dell'"an debeatur" separatamente da quello del "quantum debeatur", occorre distinguere due ipotesi: a) se nel medesimo processo viene dapprima pronunciata condanna al risarcimento,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8576 del 5 maggio 2004
«Anche nel rito del lavoro è ammissibile una sentenza di condanna generica (non limitata alle ipotesi di sentenza non definitiva con rinvio della liquidazione del quantum alla prosecuzione del giudizio, previste dagli artt. 278 e 279 n. 4 c.p.c.),...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4212 del 13 aprile 1995
«A differenza dell'azione di mero accertamento, il cui presupposto è costituito non già dalla violazione di un diritto ma dalla contestazione della sua esistenza, l'azione di condanna generica — la quale è volta ad ottenere una sentenza che, se non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3062 del 11 aprile 1990
«Il rito del lavoro non è incompatibile con la pronunzia di sentenze non definitive, non solo sulle questioni pregiudiziali menzionate dall'art. 420 c.p.c., ma anche su questioni di merito, con la conseguenza che legittimamente il giudice può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1431 del 26 febbraio 1990
«In tema di risarcimento del danno, quando il giudizio sull'an si sia svolto separatamente da quello sul quantum, la sentenza di condanna generica costituisce giudicato esterno rispetto al giudizio di liquidazione del danno, la cui interpretazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5846 del 2 dicembre 1999
«Anche nel vigente codice di procedura penale è configurabile la conversione del sequestro penale in sequestro conservativo, per cui, una volta divenuta irrevocabile la sentenza di condanna, tutte le cose comunque sequestrate nel corso del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1002 del 4 luglio 1992
«Il sequestro di cui all'art. 253 nuovo c.p.p. deve essere adottato sulla base di esigenze probatorie e non per impedire la perpetrazione di altri eventuali reati futuri o per rendere possibile provvedimenti eventualmente conseguenziali alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4051 del 18 febbraio 2011
«Se l'attore ha chiesto la condanna del convenuto al pagamento di una somma di denaro determinata o determinabile (c.d. condanna specifica) il giudice non può, in assenza dell'accordo delle parti o quanto meno della opposizione del convenuto alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3800 del 15 aprile 1998
«Dal testuale dettato dell'art. 278 c.p.c. si evince che l'istituto della provvisionale, diversamente da quello della condanna generica, dà luogo ad un provvedimento di condanna vera e propria, che presuppone la valutazione positiva del giudice di...»
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Cassazione civile, sentenza n. 285 del 6 febbraio 1952
«Dall'istituto della condanna provvisionale, così come disciplinato dal nuovo codice di rito, esula ogni carattere di provvedimento cautelare e provvisorio perché, ai sensi dell'art. 278 del codice di procedura civile, stesso codice, il giudice può...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7637 del 16 maggio 2003
«La condanna generica al risarcimento del danno, anche se contenuta in una sentenza penale, consiste in una mera declaratoria iuris e richiede il semplice accertamento della potenziale idoneità del fatto illecito a produrre conseguenze dannose o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2332 del 16 febbraio 2001
«Le statuizioni contenute nella sentenza non definitiva non possono essere modificate o revocate con la sentenza definitiva, in quanto i singoli punti della prima possono essere sottoposti a riesame solo con le impugnazioni, mentre la non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17780 del 22 novembre 2003
«Per la qualificazione come ordinanza o come sentenza di un provvedimento del giudice civile, anche in composizione monocratica ai sensi dell'art. 281 bis c.p.c., ai fini della sua impugnabilità, è necessario ricorrere al criterio del contenuto e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4225 del 13 aprile 1995
«Al fine di stabilire se un provvedimento abbia o meno carattere di ordinanza o di sentenza e sia quindi o meno soggetto ai mezzi di impugnazione previsti per quest'ultima deve aversi riguardo non alla sua forma esteriore o alla denominazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5214 del 27 febbraio 2008
«Il provvedimento che abbia deciso esclusivamente sulla non condivisibilità del metodo di stima seguito dalla consulenza tecnica d'ufficio già esperita e sulla necessità di disporre una nuova indagine peritale, ancorché contenuto nella sentenza non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13104 del 15 luglio 2004
«La questione dell'integrazione del contraddittorio non costituisce, per se stessa, questione preliminare «di merito» ai sensi dell'art. 279, secondo comma, nn. 2 e 4, c.p.c., ma, piuttosto, questione processuale; né, inoltre, costituisce,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11842 del 25 giugno 2004
«Quando il dispositivo contenga statuizioni che riguardino solo alcune cause decise (e la sentenza va intesa, quanto ad esse, come definitiva ai sensi di cui all'art. 279, secondo comma, n. 5, c.p.c.) e si limiti, per il resto, a disporre la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8969 del 5 luglio 2000
«Il processo in cui si succedano una decisione parziale e una decisione definitiva non dà luogo a una progressione, in virtù della quale a una prima risposta giurisdizionale provvisoria segua una risposta definitiva, che la prima sia in grado di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9448 del 7 settembre 1995
«Affinché una sentenza possa configurarsi come definitiva, con conseguente esclusione della possibilità di differirne l'impugnazione, è necessario che essa concluda l'intera controversia su una o più domande così esaurendo la decisione delle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4778 del 2 maggio 1991
«Ai fini dell'operatività dell'istituto della riserva di impugnazione, una sentenza può considerarsi non definitiva, non già in base alla qualificazione attribuitale dal giudice a quo o alla circostanza che questi abbia rimesso a successiva...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1577 del 1 marzo 1990
«Nel caso di cumulo di domande fra gli stessi soggetti, la sentenza, che decida una o più di dette domande, con prosecuzione del procedimento per le altre, ha natura non definitiva, e come tale può essere oggetto di riserva d'impugnazione differita...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1931 del 16 febbraio 1993
«Anche la sentenza di appello, nonostante la sua esecutività, può avere carattere non definitivo, ai sensi dell'art. 279 c.p.c. e per gli effetti dell'art. 361 dello stesso codice, quando non chiude il giudizio di appello, non ostandovi, in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1105 del 29 gennaio 1993
«La sentenza di secondo grado che definendo il giudizio di appello avverso una sentenza non definitiva di primo grado esaurisca la fase del giudizio pronunciando su tutte le questioni in essa proposte è da considerare come definitiva e non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3769 del 25 febbraio 2004
«Rientra nel potere discrezionale del giudice del merito tanto la facoltà di derogare, in presenza di richiesta della parte, alla regola generale della concentrazione della decisione in un'unica sentenza, quanto quella di rigettare, anche senza...»