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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 28553 del 13 luglio 2009
«La condotta vessatoria integrante "mobbing" non è esclusa dalla formale legittimità delle iniziative disciplinari assunte nei confronti dei dipendenti mobbizzati. (Fattispecie nella quale, in fase cautelare, l'indagato, direttore generale di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3419 del 30 gennaio 2007
«Configura il delitto di maltrattamenti previsto dall'art. 572 c.p. la condotta di chi, avuto in consegna un minore allo scopo di accudirlo, educarlo ed avviarlo ad una istruzione, consente che viva in stato di abbandono in strada, per vendere...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44262 del 5 dicembre 2005
«Il reato di maltrattamenti in famiglia è configurabile anche al di fuori della famiglia legittima, in presenza di un rapporto di stabile convivenza, come tale suscettibile di determinare obblighi di solidarietà e di mutua assistenza, senza che sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49109 del 22 dicembre 2003
«Il reato di maltrattamenti in famiglia è configurabile, quanto al rapporto tra coniugi, anche in caso di separazione e di conseguente cessazione della convivenza, purchè la condotta valga ad integrare gli elementi tipici della fattispecie. (Il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15098 del 31 marzo 2003
«Perché sia configurabile l'aggravante di cui all'art. 61, n. 4 c.p. occorre che le modalità della condotta esecutiva di un delitto, ad esempio quello di maltrattamenti, siano caratterizzate dalla volontà di infliggere un patimento, ulteriore...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12545 del 1 dicembre 2000
«In tema di maltrattamenti in famiglia, il reato di cui all'art. 572 c.p. è configurabile anche al di fuori della famiglia legittima in presenza di un rapporto di stabile convivenza, in quanto suscettibile di determinare obblighi di solidarietà e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10023 del 22 novembre 1996
«Lo stato di separazione legale, pur dispensando i coniugi dagli obblighi di convivenza e di fedeltà, lascia tuttavia integri i doveri di reciproco rispetto, di assistenza morale e materiale nonché di collaborazione. Pertanto il suddetto stato non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3020 del 8 marzo 1991
«Nella nozione di «maltrattamenti» rientrano i fatti lesivi della integrità fisica e del patrimonio morale del soggetto passivo, che rendano abitualmente dolorose le relazioni familiari, e manifestantisi mediante le sofferenze morali che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8405 del 6 giugno 1990
«Sussiste la circostanza aggravante della morte derivata dal fatto dei maltrattamenti in famiglia, prevista dall'art. 572, cpv., c.p., qualora il suicidio del soggetto passivo, benché non espressamente voluto, sia da mettere in sicuro e diretto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8592 del 3 marzo 2010
«Ai fini della configurabilità del delitto di cui all'art. 572 c.p., lo stato di sofferenza e di umiliazione delle vittime non deve necessariamente collegarsi a specifici comportamenti vessatori posti in essere nei confronti di un determinato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12129 del 18 marzo 2008
«In tema di reato di maltrattamenti in famiglia, l'imputazione soggettiva dell'evento aggravatore, non voluto, della morte della vittima per suicidio ne richiede la prevedibilità in concreto come conseguenza della condotta criminosa di base, in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 55 del 8 gennaio 2003
«Il reato di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) è integrato dalla condotta dell'agente che sottopone la moglie ad atti di vessazione reiterata e tali da cagionarle sofferenza, prevaricazione e umiliazioni, costituenti fonti di uno stato di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3570 del 18 marzo 1999
«Integra gli estremi del reato di cui all'articolo 572 c.p. la sottoposizione dei familiari, ancorché non conviventi, ad atti di vessazione continui e tali da cagionare agli stessi sofferenze, privazioni, umiliazioni, che costituiscano fonte di uno...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9694 del 21 ottobre 1982
«Lo stato di nervosismo o la gelosia, tanto più se morbosa, non escludono l'elemento psicologico del reato di maltrattamenti in famiglia ma costituiscono, a volte, uno dei più pericolosi moventi della speciale ipotesi delittuosa.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 17843 del 13 maggio 2005
«Il reato di violenza sessuale concorre con quello di maltrattamenti allorché la condotta di maltrattamenti sia del tutto autonoma rispetto a quella che ha caratterizzato i rapporti sessuali, non rilevando in proposito il vincolo della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16578 del 8 aprile 2003
«Non è configurabile il reato aggravato dall'evento di cui all'art. 572, comma 2, c.p., quando la morte del familiare, che sia stato fino a quel momento sottoposto a maltrattamenti, anziché essere conseguenza non voluta della condotta abituale di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12464 del 24 dicembre 1985
«Concorrono tra loro il delitto di maltrattamenti e quello di violazione degli obblighi di assistenza familiare, allorché l'agente reiteri la violenza e le ingiurie nei confronti dei figli, rendendo intollerabile la vita al punto da costringere le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8076 del 1 marzo 2012
«Il rifiuto di consegna di un minore da parte di uno dei genitori - o di colui che per conto di questi esercita la potestà (nella specie, la nonna) - all'altro, non integra il reato di sottrazione di persona incapace se il trattenimento del minore...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4515 del 2 aprile 1990
«L'attribuzione della potestà sui figli minori congiuntamente ad entrambi i genitori, che la esercitano di comune accordo, non esclude la configurabilità del reato di cui all'art. 574 c.p. a carico di colui, dei due genitori, che sottragga il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 48744 del 30 dicembre 2011
«È integrata la fattispecie di sequestro di persona a scopo di estorsione, e non quella di cui all'art. 574 c.p., qualora, mediante una "abductio" o una ritenzione violenta o fraudolenta, "l'infans" o "l'amens" siano sottratti alla custodia o...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21954 del 30 maggio 2008
«Il delitto di sequestro di persona può concorrere con quello di sottrazione d'incapaci, a condizione, però, che, trattandosi di fatto commesso nei confronti di minore infraquattordicenne, possa in concreto affermarsi che si sia in presenza di una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44260 del 30 ottobre 2013
«È configurabile il tentativo nel delitto di sottrazione di incapaci a condizione che gli atti compiuti siano idonei a creare una situazione di pericolo attuale di lesione del bene protetto dalla norma incriminatrice. (Fattispecie in cui l'agente,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8489 del 1 agosto 1991
«Lo stato di abbandono materiale e morale in cui deve versare il colpevole del reato di infanticidio non è ontologicamente incompatibile con la presenza nel territorio, ove il parto si verifica, di strutture socio-sanitarie idonee, sempreché...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10413 del 17 luglio 1989
«Non è configurabile il delitto di infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale, ma quello di omicidio volontario del neonato, qualora lo stato di abbandono predetto sia stato artatamente e volontariamente creato e mantenuto col fine...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3326 del 14 marzo 1988
«Il delitto di cui all'art. 578 c.p., dopo la modifica intervenuta in virtù dell'art. 2 della L. 5 agosto 1981, n. 442, si differenzia dalla precedente ipotesi criminosa per la qualità del soggetto attivo, che è la madre e non più «chiunque» e sul...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24903 del 26 giugno 2007
«Per la configurabilità del reato di infanticidio di cui all'art. 578 c.p. è necessario che la madre sia lasciata in balia di se stessa, senza alcuna assistenza e nel completo disinteresse dei familiari, in modo che venga a trovarsi in uno stato di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1387 del 4 febbraio 2000
«La fattispecie criminosa delineata dall'art. 578 c.p., postula uno stato di abbandono della madre inteso non come fatto contingente legato al momento culminante della gravidanza, bensì come condizione di vita, che si sostanzia nell'isolamento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7756 del 18 agosto 1993
«Il delitto di cui all'art. 578 c.p. nella sua attuale formulazione dopo la modifica intervenuta con l'art. 2, L. 5 agosto 1981, n. 442, si differenzia da quello di omicidio ex art. 575 stesso codice perché richiede non solo che la morte del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10434 del 17 luglio 1989
«Il delitto di infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale è configurabile soltanto se l'evento letale avviene di turbamento psichico che costituisce la ragione del diverso trattamento sanzionatorio rispetto all'omicidio volontario....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7997 del 12 settembre 1985
«Il reato di infanticidio di cui all'art. 578 c.p. come modificato dalla L. 5 agosto 1981, n. 442 non è compatibile con l'aggravante della premeditazione. Nel reato di infanticidio di cui all'art. 578 c.p., come modificato dalla L. 5 agosto 1981,...»