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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37019 del 26 settembre 2003
«Nel reato di maltrattamenti di cui all'art. 572 c.p. l'oggetto giuridico non è costituito solo dall'interesse dello Stato alla salvaguardia della famiglia da comportamenti vessatori e violenti, ma anche dalla difesa dell'incolumità fisica e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7803 del 2 luglio 1998
«Il delitto di maltrattamenti in famiglia, di cui all'art. 572 c.p., non viene meno, quale reato abituale, se nel periodo considerato, tra una serie e l'altra di episodi di violenza, venga ripristinata la convivenza ad opera della persona offesa,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8618 del 24 settembre 1996
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 572 c.p. - maltrattamenti in famiglia - la materialità del fatto deve consistere in una condotta abituale che si estrinsechi con più atti che determinano sofferenze fisiche o morali,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4636 del 27 aprile 1995
«Il delitto di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) non costituisce reato permanente, bensì reato abituale. Ne consegue la inapplicabilità del principio secondo cui l'intrinseca idoneità del reato permanente a durare nel tempo, anche dopo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5029 del 10 aprile 1989
«Il delitto di maltrattamenti in famiglia, quale reato abituale, non resta escluso se nel tempo considerato vi siano parentesi di normalità nella condotta dell'agente e di accordo con i familiari. Pertanto, un intervallo di tempo fra una serie e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3032 del 13 marzo 1987
«Ai fini della sussistenza del delitto di maltrattamenti in famiglia, di cui all'art. 572 c.p., è particolarmente rigoroso per il giudice l'obbligo della motivazione, poiché occorre dimostrare che tutti i fatti sono tra loro connessi e cementati in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1227 del 21 ottobre 1970
«Il reato di maltrattamenti in famiglia è un reato abituale, essendo costituito da una pluralità di fatti commessi reiteratamente dall'agente con l'intenzione di sottoporre il soggetto passivo ad una serie di sofferenze fisiche e morali. Allorché i...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16094 del 27 aprile 2012
«Le pratiche persecutorie realizzate ai danni del lavoratore dipendente e finalizzate alla sua emarginazione (cosiddetto "mobbing") possono integrare il delitto di maltrattamenti in famiglia esclusivamente qualora il rapporto tra il datore di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36503 del 10 ottobre 2011
«Integra il delitto di maltrattamenti in famiglia il genitore che tenga nei confronti del figlio minore comportamenti iperprotettivi tali da incidere sullo sviluppo psicofisico dello stesso, a prescindere dal fatto che il minore abbia o meno...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24688 del 30 giugno 2010
«Il delitto di maltrattamenti in famiglia è configurabile anche in danno di una persona legata all'autore della condotta da una relazione sentimentale, che abbia comportato un' assidua frequentazione della di lei abitazione, trattandosi di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 38962 del 22 ottobre 2007
«Integra il delitto di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p., la ripetuta esposizione del minore a contesti erotici inadeguati alla sua età, sì da creare abitualmente un'atmosfera relazionale pregiudizievole per la sua equilibrata...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44262 del 5 dicembre 2005
«Il reato di maltrattamenti in famiglia è configurabile anche al di fuori della famiglia legittima, in presenza di un rapporto di stabile convivenza, come tale suscettibile di determinare obblighi di solidarietà e di mutua assistenza, senza che sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49109 del 22 dicembre 2003
«Il reato di maltrattamenti in famiglia è configurabile, quanto al rapporto tra coniugi, anche in caso di separazione e di conseguente cessazione della convivenza, purchè la condotta valga ad integrare gli elementi tipici della fattispecie. (Il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12545 del 1 dicembre 2000
«In tema di maltrattamenti in famiglia, il reato di cui all'art. 572 c.p. è configurabile anche al di fuori della famiglia legittima in presenza di un rapporto di stabile convivenza, in quanto suscettibile di determinare obblighi di solidarietà e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8396 del 12 settembre 1996
«Nello schema del delitto di maltrattamenti in famiglia non rientrano soltanto le percosse, le lesioni, le ingiurie, le minacce e le privazioni e le umiliazioni imposte alla vittima, ma anche gli atti di disprezzo e di offesa alla sua dignità, che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2042 del 3 marzo 1993
«Il reato di maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli, previsto dall'art. 572 c.p., esige per la sua configurabilità una abituale sottoposizione della persona offesa a sofferenze fisiche e psichiche, espressione di un atteggiamento di normale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2130 del 28 febbraio 1992
«Il delitto di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) è costituito da una condotta abituale che si estrinseca con più atti, delittuosi o meno, che determinano sofferenze fisiche o morali, realizzati in momenti successivi ma collegati da un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1067 del 30 gennaio 1991
«Agli effetti del delitto di cui all'art. 572 c.p. deve considerarsi «famiglia» ogni consorzio di persone tra le quali, per strette relazioni e consuetudini di vita, siano sorti rapporti di assistenza e solidarietà. (Fattispecie in cui la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7073 del 18 maggio 1990
«Agli effetti dell'art. 572 c.p., deve considerarsi famiglia ogni consorzio di persone tra le quali intercorra un legame di relazioni continuative e di consuetudine di vita affini a quello di una normale famiglia legittima. (Fattispecie in tema di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3103 del 3 marzo 1990
«Ai fini della configurabilità del delitto di maltrattamenti in famiglia non assume rilievo il fatto che gli atti lesivi si siano alternati con periodi di normalità e che siano stati, a volte, causati da motivi contingenti. Il delitto in questione,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1857 del 10 febbraio 1990
«La cessazione del rapporto di convivenza non influisce sulla configurabilità del delitto di maltrattamenti in famiglia, la cui consumazione può aver luogo anche nei confronti di persona non convivente con l'imputato quando essa sia unita...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7787 del 1 ottobre 1983
«Nello schema del delitto di maltrattamenti in famiglia rientrano non soltanto le percosse, le minacce, le ingiurie e le privazioni imposte alla vittima, ma anche gli atti di scherno, di disprezzo, di umiliazione, di vilipendio e di asservimento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4084 del 22 marzo 1980
«Il delitto di maltrattamenti in famiglia è configurabile anche nei riguardi di una persona convivente more uxorio. Invero, con questa, il soggetto attivo ha creato uno stabile rapporto di comunità familiare, sia pure naturale e di fatto, con...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5329 del 19 maggio 1975
«Il reato di maltrattamenti in famiglia ha una propria obiettività giuridica, che consiste nella coscienza e volontà di sottoporre il soggetto passivo a sofferenze fisiche e morali in modo continuo e abituale, e non si identifica, quindi, con le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 46848 del 4 dicembre 2012
«In tema di maltrattamenti in famiglia, integra la circostanza aggravante di cui all'art. 572, secondo comma, c.p. la condotta di colui che ponga in essere fatti di maltrattamento nel cui ambito si inscriva un'azione "finale", anche se compiuta da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8405 del 6 giugno 1990
«Sussiste la circostanza aggravante della morte derivata dal fatto dei maltrattamenti in famiglia, prevista dall'art. 572, cpv., c.p., qualora il suicidio del soggetto passivo, benché non espressamente voluto, sia da mettere in sicuro e diretto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32824 del 12 agosto 2009
«Non rileva, per l'integrazione del reato di maltrattamenti in famiglia, nella specie in danno della moglie, il credo religioso dell'autore delle condotte, non potendo ritenersi che l'adesione ad un credo, che non sancisca la parità dei sessi nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12129 del 18 marzo 2008
«In tema di reato di maltrattamenti in famiglia, l'imputazione soggettiva dell'evento aggravatore, non voluto, della morte della vittima per suicidio ne richiede la prevedibilità in concreto come conseguenza della condotta criminosa di base, in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6541 del 17 febbraio 2004
«Il dolo nel delitto di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) è unitario e programmatico, nel senso che esso funge da elemento unificatore della pluralità di atti lesivi della personalità della vittima e si concretizza nell'inclinazione della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33106 del 5 agosto 2003
«Il dolo del delitto di maltrattamenti in famiglia non richiede la sussistenza di uno specifico programma criminoso, verso il quale la serie di condotte aggressive e lesive, sin dalla loro rappresentazione iniziale, siano finalizzate; è invece...»