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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20296 del 28 luglio 1995
«Avverso il provvedimento di rigetto dell'istanza di restituzione delle cose sequestrate emesso dal giudice nel corso del giudizio di cognizione ai sensi dell'art. 263, n. 1, c.p.p., è possibile esperire l'opposizione prevista per gli incidenti di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 17 del 24 luglio 1991
«Una circostanza aggravante deve essere ritenuta, oltre che riconosciuta, anche come applicata, non solo allorquando nella realtà giuridica di un processo viene attivato il suo effetto tipico di aggravamento della pena, ma anche quando se ne...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3146 del 12 dicembre 1994
«L'intavolazione, istituto assimilabile alla trascrizione, incide in tema di pubblicità, nel senso che il diritto intavolato è opponibile ai terzi, che non abbiano un diritto intavolato, ma non ha rilevanza sulla titolarità dei rapporti giuridici...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32851 del 6 maggio 2008
«Ai fini dell'ammissibilità ed utilizzabilità delle intercettazioni tra presenti di cui all'art. 266, comma secondo, c.p.p., la cella e gli ambienti penitenziari non sono luoghi di privata dimora, non essendo nel «possesso » dei detenuti, ai quali...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 26795 del 28 luglio 2006
«A differenza delle riprese visive in luoghi pubblici, le videoregistrazioni di comportamenti non comunicativi in ambito domiciliare, siccome acquisite in violazione dell'art. 14 Cost., sono illegittime e processualmente inutilizzabili, né esse...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2164 del 2 marzo 1995
«Il divieto di utilizzabilità a fini probatori delle registrazioni di conversazioni non debitamente autorizzate è posto a tutela del diritto, costituzionalmente garantito, al rispetto della vita privata da intromissioni estranee; l'esercizio di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 36359 del 23 settembre 2008
«Condizione necessaria per l'utilizzabilità delle intercettazioni è che l'attività di registrazione che, sulla base delle tecnologie attualmente in uso, consiste nella immissione dei dati captati in una memoria informatica centralizzata avvenga nei...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 15077 del 13 aprile 2007
«In tema di intercettazioni telefoniche, l'omesso deposito del cosiddetto brogliaccio (documento consistente nella sintesi delle conversazioni intercettate eseguita dalla polizia giudiziaria che procede all'operazione) non è sanzionato da alcuna...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6339 del 8 febbraio 2013
«Non è riconducibile alla nozione di intercettazione la registrazione fonografica di un colloquio svoltosi tra presenti o mediante strumenti di trasmissione, operata, sebbene clandestinamente, da un soggetto che ne sia partecipe o, comunque, sia...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 17 del 21 settembre 2000
«Nell'occasione, la S.C. ha avuto modo di precisare che si ha mancanza della motivazione non solo quando l'apparato giustificativo manchi in senso fisico-testuale, ma anche quando la motivazione sia apparente, semplicemente ripetitiva della formula...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3541 del 2 dicembre 1999
«...dal P.M. Quel che importa è - per intuitive ragioni di necessario contenimento temporale della invasione della sfera privata - che sia rispettato l'arco di tempo, normalmente espresso in giorni, entro il quale le operazioni si debbono svolgere.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6302 del 19 maggio 1999
«In tema di adempimento di un dovere, anche fuori dei casi previsti dagli artt. 97 D.P.R. 309/90 e 12-quater legge 356/1992, il privato, il cui intervento come agente provocatore sia giustificato da un ordine della polizia giudiziaria, non è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3133 del 12 marzo 1998
«I limiti imposti dall'art. 270 c.p.p., circa l'utilizzabilità dei risultati di intercettazioni in procedimenti diversi da quelli nei quali sono state disposte, riguardano l'utilizzabilità come elementi di prova, ma non precludono la possibilità di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2103 del 19 febbraio 1998
«Alla stregua di tali principi è di intuitiva evidenza che la cella non è un luogo di privata dimora non essendo nel «possesso» dei detenuti ai quali non compete alcuno ius excludendi alios per essere, invece, nel possesso e nella completa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1904 del 17 febbraio 1996
«Infatti l'abitacolo di un autoveicolo non può considerarsi privata dimora, in quanto sfornito dei conforti minimi necessari per potervi risiedere in modo stabile per un apprezzabile lasso di tempo; né tantomeno tale abitacolo può considerarsi...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 31391 del 19 agosto 2005
«Il principio, frutto di elaborazione giurisprudenziale, secondo cui, nelle questioni processuali, la Corte di cassazione è giudice anche del fatto, non comporta che, quando l'accertamento di un denunciato vizio in procedendo implichi o presupponga...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8860 del 8 agosto 2000
«Altro è, infatti, l'attività di constatazione o apprensione, documentata nelle apposite forme, altro è la «rinnovazione» descrittiva del relativo contenuto, giacché mentre la prima esiste e si esaurisce nel momento stesso in cui viene compiuta, la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2873 del 10 ottobre 1997
«In tema di intercettazioni ambientali, l'ufficio del sindaco non può essere considerato luogo di privata dimora, trattandosi di un elemento della struttura municipale e quindi di carattere pubblico, nel quale è consentito l'accesso ad estranei e...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 42792 del 28 novembre 2001
«In tema di impugnazioni, allorché sia dedotto, mediante ricorso per cassazione, un error in procedendo ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. c) c.p.p., la corte di cassazione è giudice anche del fatto e, per risolvere la relativa questione, può...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3117 del 28 settembre 1998
«Ne consegue che è legittima, nell'ambito dello stesso procedimento, ma in diverso e autonomo procedimento de libertate, l'applicazione di misura cautelare personale ad opera di altro giudice, sulla base della piena cognizione dei decreti di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1495 del 4 maggio 1998
«È legittimo il provvedimento del Gip di autorizzazione ad eseguire intercettazioni telefoniche che sia motivato per relationem rispetto alle richieste del P.M. o alle informazioni di polizia, purché il giudice non si limiti a un mero rinvio, ma,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5655 del 13 giugno 1997
«Pertanto, nel caso in cui il giudice, nel provvedimento di convalida del decreto emesso in via di urgenza dal pubblico ministero, abbia illegittimamente ridotto il termine di durata indicato nel decreto, tale erronea indicazione deve ritenersi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7671 del 23 febbraio 2001
«Ai fini della configurabilità dell'ipotesi delittuosa di intermediazione nel sequestro di persona a scopo di estorsione, prevista dall'art. 1, comma 4, D.L. n. 8 del 1991, convertito in legge n. 82 del 1991, è sufficiente qualsiasi comportamento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 287 del 7 marzo 2000
«In tema di sequestro probatorio, l'organo deputato alla esecuzione del provvedimento di dissequestro disposto dal giudice è il pubblico ministero, in base alla disposizione generale dettata dall'art. 655, comma 1, c.p.p. La competenza del giudice...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5062 del 13 gennaio 1998
«... La proposizione del riesame o dell'appello avverso il diniego della restituzione deve essere convertito in opposizione e trasmesso al Gip. Deve perciò essere annullata senza rinvio l'ordinanza del tribunale della libertà che abbia...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 32469 del 25 agosto 2005
«I «casi di urgenza» che abilitano il pubblico ministero ad emettere il decreto di intercettazione di conversazione o comunicazioni a norma dell'art. 267, comma 2, c.p.p. comprendono, di norma, le «eccezionali ragioni di urgenza» che legittimano,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 26015 del 25 giugno 2001
«In tema di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni, all'eventuale mancata specificazione, nel decreto del P.M. emesso in via di urgenza, della durata delle operazioni a norma dell'art. 267, comma 3, c.p.p., sopperisce l'indicazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35389 del 10 settembre 2003
«L'art. 270, primo comma, c.p.p. consente la utilizzazione dei risultati delle intercettazioni in altro procedimento a condizione che i verbali e le registrazioni siano depositati presso l'ufficio ad quem , a nulla rilevando che non siano stati...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 30996 del 6 settembre 2002
«Il mancato deposito, contestualmente all'avviso di conclusione delle indagini preliminari, degli atti relativi alle intercettazioni telefoniche non determina l'inutilizzabilità delle stesse, allorché si tratti di intercettazioni disposte in un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 50072 del 31 dicembre 2009
«Qualora, essendo stata autorizzata dal giudice l’effettuazione di intercettazioni di comunicazioni in relazione ad una ipotesi di reato che, ai sensi dell’art. 266 c.p.p., consentiva il ricorso a tale mezzo di ricerca della prova, detta ipotesi...»