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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21293 del 14 ottobre 2011
«Mentre con l'opposizione all'esecuzione forzata fondata su un titolo esecutivo giurisdizionale possono farsi valere soltanto i fatti posteriori alla formazione del provvedimento costituente titolo esecutivo, non essendo ammissibile un controllo a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2685 del 14 marzo 1991
«La sentenza con la quale il tribunale rigetti l'opposizione agli atti esecutivi proposta contro il provvedimento del giudice dell'esecuzione, di rigetto dell'istanza di conversione del pignoramento proposta dal debitore esecutato, che sia già...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8378 del 27 luglio 1993
«L'ordinanza di sospensione del processo esecutivo prevista dall'art. 624 c.p.c., è sempre revocabile e modificabile dal giudice che l'ha pronunciata, ai sensi dell'art. 487 dello stesso codice, e tale revoca può essere anche implicitamente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1696 del 23 gennaio 2009
«L'eccezione di estinzione del processo esecutivo, avendo ad oggetto una vicenda processuale non rilevabile d'ufficio, ma rimessa al potere dispositivo della parte, non richiede per la sua esposizione l'adozione di formule sacramentali, ma esige in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 21675 del 23 settembre 2013
«Ai sensi della legge 13 giugno 1942, n. 794 (applicabile "ratione temporis"), l'opposizione al decreto ingiuntivo ottenuto dall'avvocato per prestazioni giudiziali in materia civile deve proporsi con atto di citazione, sicché, qualora l'opponente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5231 del 6 maggio 1993
«Mentre l'inesistenza giuridica della notificazione del decreto ingiuntivo può essere fatta valere, oltre che con l'ordinaria querela nullitatis o con il ricorso per declaratoria di inefficacia del provvedimento, ai sensi dell'art. 188 disp. att....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9675 del 16 novembre 1994
«Il pretore, investito di opposizione a decreto ingiuntivo proposta con citazione, anziché con ricorso, in controversia concernente un indebito previdenziale, deve disporre la conversione del rito ai sensi dell'art. 426 c.p.c. (passaggio dal rito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23813 del 16 novembre 2007
«Poiché l'opposizione a decreto ingiuntivo è devoluta dall'articolo 645 c.p.c., in via funzionale e inderogabile, alla cognizione del giudice che ha adottato il decreto, l'opposizione al decreto ingiuntivo emesso dal giudice di pace, davanti al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 797 del 15 gennaio 2013
«L'opposizione a decreto ingiuntivo nelle materie soggette al rito del lavoro si propone con ricorso; tuttavia, ove sia, per errore, proposta con citazione, essa può impedire comunque che il decreto divenga definitivo, non già se notificata alla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11960 del 17 maggio 2010
«Si ha domanda nuova quando gli elementi dedotti nel corso del giudizio comportino il mutamento dei fatti costitutivi del diritto azionato e, quindi, della "causa petendi", modificando, attraverso l'introduzione di una pretesa diversa, per la sua...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18686 del 6 settembre 2007
«In tema di intimazione di sfratto per morosità, qualora l'intimante chieda la condanna del conduttore al pagamento del canone per determinate mensilità e l'intimato proponga opposizione senza che sia emessa l'ordinanza provvisoria di rilascio, non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23908 del 9 novembre 2006
«Nel rito del lavoro la disciplina della fase introduttiva del giudizio risponde ad esigenze di ordine pubblico attinenti al funzionamento stesso del processo, in aderenza ai principi di immediatezza, oralità e concentrazione che lo informano,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6603 del 23 luglio 1996
«La competenza funzionale sulle controversie di attuazione di provvedimenti cautelari che hanno per oggetto obblighi di fare o di non fare — instaurate a far data dal 16 febbraio 1994 — è attribuita, anche per i provvedimenti pronunciati in un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 33890 del 3 settembre 2009
«In caso di successione di disposizioni diverse concernenti misure alternative alla detenzione, che non attengono né alla cognizione del reato, né all'irrogazione della pena, ma alle modalità esecutive di questa, non operano le regole dettate...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9568 del 13 settembre 1995
«Perché si verifichi il concorso di norme (con la conseguente necessità di individuare la norma speciale che deroga a quella generale) è necessaria, in primo luogo, l'identità della natura delle norme, che devono essere, tutte, norme penali, e,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 47449 del 7 dicembre 2004
«Ai fini del ragguaglio fra pene pecuniarie e pene detentive, previsto dall'art. 135 c.p., il computo avviene convertendo 38 euro, o frazione di 38 euro, per ogni giorno di pena detentiva eliminando, sin dall'inizio, i decimali. (Fattispecie in cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3687 del 12 novembre 1994
«L'art. 102 della L. 24 novembre 1981, n. 689, disciplina la conversione delle pene pecuniarie in modo autonomo, senza richiamarsi ai criteri dettati dall'art. 135 c.p. in tema di ragguaglio tra pene pecuniarie e pene detentive, ai quali, invece,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3385 del 14 settembre 1994
«Il disposto dell'art. 102, comma 3, L. 24 novembre 1981 n. 689, secondo il quale, ai fini della conversione di pene pecuniarie non eseguite per insolvibilità del condannato in libertà controllata, il ragguaglio operato in ragione di lire 25.000 (o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2288 del 15 giugno 1994
«La conversione delle pene della multa e dell'ammenda non eseguite per insolvibilità del condannato in libertà controllata o in lavoro sostitutivo è disciplinata non già dall'art. 135 c.p. sibbene dagli artt. 136 c.p. e 102 della L. 24 novembre...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6483 del 17 febbraio 2004
«In sede di patteggiamento, l'arrotondamento della misura della pena sostitutiva, per effetto della conversione della lira in euro, va effettuato sul calcolo finale e non già preventivamente sul criterio di ragguaglio tra pena pecuniaria e pena...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6514 del 17 febbraio 2004
«Il principio posto dall'art. 51, comma secondo e terzo, D.L.vo n. 213 del 1998 — per il quale ogni sanzione penale o amministrativa espressa in lire nelle vigenti disposizioni normative è tradotta in euro secondo il tasso di conversione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18405 del 17 aprile 2003
«Il principio posto dall'art. 51, comma 2 e 3, D.L.vo n. 213 del 1998 — per il quale ogni sanzione penale o amministrativa espressa in lire nelle vigenti disposizioni normative è tradotta in euro secondo il tasso di conversione irrevocabilmente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34695 del 22 agosto 2003
«Anche dopo il 1 marzo 2002, data in cui è stato definitivamente introdotto l'euro nel nostro sistema monetario, integra il reato di cui all'art. 455 c.p. la detenzione di banconote in lire italiane contraffatte al fine della messa in circolazione,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26358 del 9 giugno 2005
«Il condannato al pagamento della pena pecuniaria è tenuto al pagamento della pena anche nel caso in cui sia stata pronunciata nei suoi confronti dichiarazione di fallimento. Ne consegue che il giudice di sorveglianza può stabilire la conversione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46129 del 29 novembre 2003
«È legittimo il diniego del nulla-osta al rilascio del passaporto, a norma dell'art. 3, lett. d), della L. 21 novembre 1967 n. 1185, in relazione all'esecuzione di pena pecuniaria convertibile in libertà controllata per una durata superiore a due...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 15021 del 11 aprile 2001
«La durata della libertà controllata da applicarsi in conversione di pene pecuniarie inflitte con diverse pronunce di condanna va determinata non sulla base del cumulo di dette pene, ma facendo invece riferimento a ciascuna di esse, separatamente,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5741 del 30 gennaio 1995
«È possibile procedere alla conversione della pena pecuniaria nella sanzione sostitutiva della libertà controllata solo dopo il rintraccio del debitore, in quanto è necessario preventivamente accertare il suo stato di insolvibilità. Ne consegue...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5740 del 23 gennaio 1995
«Nei confronti di condannato a pena pecuniaria che risulti irreperibile non può ritenersi accertata, ai sensi dell'art. 660, comma 2, c.p.p. la «effettiva insolvibilità» e non può, conseguentemente, darsi luogo a provvedimento di conversione della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4800 del 11 gennaio 1995
«La capacità del condannato di essere assoggettato a pena pecuniaria rimane integra anche dopo la sua dichiarazione di fallimento; in tale ipotesi si realizza una situazione di insolvenza — che rappresenta uno stato transitorio — e non di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3801 del 27 ottobre 1994
«La conversione della pena pecuniaria può aver luogo, una volta accertata l'insolvenza del condannato, solo dopo il materiale reperimento di costui: evento, questo, cui è subordinata l'intera esecuzione.»