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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25268 del 1 dicembre 2009
«Nell'arbitrato irrituale, attesa la sua natura volta ad integrare una manifestazione di volontà negoziale sostitutiva di quella delle parti in conflitto, il lodo è impugnabile soltanto per i vizi che possono vulnerare simile manifestazione di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 29772 del 19 dicembre 2008
«In tema di arbitrato irrituale, allorché le parti abbiano assegnato agli arbitri il potere di adottare decisioni secondo diritto, il lodo così pronunciato, stante la sua irritualità, è impugnabile soltanto per incapacità e vizi della volontà degli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16049 del 17 agosto 2004
«Il lodo arbitrale irrituale è impugnabile, davanti al giudice ordinariamente competente, soltanto per i vizi che possono vulnerare ogni manifestazione di volontà negoziale (errore, violenza, dolo, incapacità delle parti o dell'arbitro), mentre è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15353 del 9 agosto 2004
«Nell'arbitrato libero o irrituale, che si traduce in una regolamentazione contrattuale della contesa, la violazione del principio del contraddittorio non rileva come vizio del procedimento, ma come violazione del contratto di mandato, e può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13114 del 15 luglio 2004
«In tema di arbitrato libero, l'avere le parti assegnato agli arbitri, all'esito di procedimento non formale, il potere di adottare decisioni secondo diritto non impugnabili comporta che il lodo così pronunciato è impugnabile soltanto se la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5280 del 28 maggio 1998
«Qualora sia stato conferito l'incarico di emettere un arbitrato irrituale, il deposito del provvedimento arbitrale, effettuato ex art. 825 c.p.c. per tuziorismo o per altra ragione, ed il decreto di esecutorietà emesso dal pretore non valgono a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4834 del 29 settembre 1984
«Per qualificare la natura di un arbitrato occorre riferirsi ai poteri attribuiti dalle parti all'arbitro quali risultano dal compromesso e non alla forma di cui sia stato rivestito l'atto finale del provvedimento. Pertanto, ove sia stato conferito...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6933 del 7 maggio 2003
«Gli arbitri, autorizzati a pronunciare secondo equità ai sensi dell'art. 822 c.p.c., ben possono decidere secondo diritto allorché essi ritengano che diritto ed equità coincidano, senza che sia per essi necessario affermare e spiegare tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10321 del 9 settembre 1992
«Qualora il compromesso affidi agli arbitri rituali il compito di decidere secondo equità è nel potere dei medesimi applicare il diritto ogni volta in cui ravvisino la sua coincidenza con l'equità, senza che ciò comporti vizio di eccesso di potere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5637 del 8 novembre 1984
«Quando gli arbitri sono stati autorizzati a pronunciare secondo equità, essi sono svincolati, nella formazione del loro giudizio ai fini della decisione della controversia, dalla rigorosa osservanza delle regole del diritto oggettivo, avendo...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15290 del 4 dicembre 2001
«Ai sensi dell'art. 810 c.p.c. la nomina di uno o più arbitri può essere demandata dal compromesso o dalla clausola compromissoria all'autorità giudiziaria, cui le parti, nella loro autonomia negoziale, possono indicare la categoria nel cui ambito...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6866 del 4 giugno 1992
«La nomina dell'arbitro, quale atto negoziale di integrazione del compromesso e della clausola compromissoria, deve essere fatta personalmente dalle parti o da procuratore munito del relativo potere negoziale, mentre la procura alle liti non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15134 del 23 novembre 2000
«La nomina dell'arbitro, quale atto negoziale di integrazione del compromesso e della clausola compromissoria, deve essere fatta personalmente dalle parti — o da procuratore munito del relativo potere negoziale —, mentre la procura alle liti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3406 del 5 giugno 1984
«L'art. 1137, secondo comma, c.c., nel riconoscere ad ogni condomino dissenziente la facoltà di ricorrere all'autorità giudiziaria avverso le deliberazioni dell'assemblea del condominio, non pone una riserva di competenza assoluta ed esclusiva del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 808 del 28 gennaio 1983
«L'eredità condizionata non è una persona giuridica, ma un patrimonio separato sino a che la disposizione non prenda efficacia a seguito dell'avverarsi della condizione, con la conseguenza che l'amministratore di detta eredità non assume la veste...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1973 del 20 marzo 1986
«Il provvedimento, con il quale il presidente del tribunale, nell'ambito della procedura contemplata dagli artt. 743 e ss. c.p.c. in tema di copie di atti pubblici, ordini all'autorità comunale di rilasciare copia legale di una domanda di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6410 del 12 dicembre 1980
«Qualora, dopo che il pretore abbia emesso l'ordinanza sospensiva della nuova opera, il giudizio di merito sia stato instaurato dinanzi al tribunale competente, il potere di emettere l'ordinanza di riduzione in pristino ex art. 691 c.p.c., spetta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3552 del 7 dicembre 1972
«Con l'opposizione al decreto ingiuntivo, che emette il pretore al termine o nel corso dell'esecuzione forzata degli obblighi di fare e di non fare (o dell'esecuzione dei provvedimenti immediati emessi nelle procedure nunciatorie e possessorie, o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3166 del 24 settembre 1976
«L'irregolarità della notificazione dell'intimazione di sfratto non determina, direttamente e immediatamente, la nullità del provvedimento di convalida; questo, al contrario, conserva la sua piena efficacia di titolo esecutivo, salvo il diritto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1216 del 14 giugno 1965
«Nell'ipotesi che un prestatore di lavoro avente diritto ad alloggio di servizio (nella specie, portiere) convenga il datore di lavoro avanti al tribunale per sentir dichiarare la nullità del licenziamento intimatogli e, conseguentemente, il suo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10394 del 8 maggio 2007
«A seguito della sostituzione del secondo comma dell'art. 113 c.p.c., da parte dell'art. 1 del D.L. n. 18 del 2003, convertito, con modificazioni, nella legge n. 63 del 2003 e, quindi, della conseguente introduzione (per i giudizi iniziati dal 10...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10913 del 7 luglio 2001
«Nelle cause di valore inferiore a due milioni, il giudice di pace è tenuto a pronunciarsi sulle eccezioni espressamente previste dalla legge, sulle eccezioni con cui si fa valere un fatto impeditivo o estintivo e sulle mere difese, con cui si nega...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8717 del 7 maggio 2004
«Nel giudizio innanzi al giudice di pace la indisponibilità del diritto in questione preclude la pronuncia secondo equità, dovendo la disposizione dell'art. 113, secondo comma, c.p.c. essere letta in correlazione con quella dell'art. 114 del codice...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12644 del 29 maggio 2007
«In tema di giudizio di equità, rientra fra i principi informatori della materia, ai quali è tenuto ad uniformarsi il giudice di pace a seguito della pronuncia n. 206 del 2004 della Corte costituzionale, quello di buona fede nelle esecuzione delle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2888 del 29 marzo 1996
«Non è viziata da omessa motivazione la sentenza nella quale il giudice non abbia preso in considerazione la mancata risposta all'interrogatorio formale, dal momento che la legge consente di desumere solo elementi indiziari dalla mancata risposta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4002 del 16 giugno 1986
«Nel nuovo rito del lavoro il libero interrogatorio delle parti, pur costituendo un adempimento doveroso per il giudice di primo grado — salva la valutazione della sua indispensabilità da parte del giudice dell'appello — è prescritto senza alcuna...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 435 del 19 gennaio 1994
«Il principio di stretta legalità vigente in diritto penale impone al giudice di attenersi alla precisa dizione della norma incriminatrice, senza indulgere a interpretazioni analogiche e, ove la norma del tutto chiara non sia, di attenersi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 43848 del 25 novembre 2008
«È perseguibile secondo la legge italiana, ai sensi dell'art. 7, n. 4 c.p. l'appuntato dei carabinieri, in servizio presso una sede diplomatica italiana all'estero, che si attivi, dietro compenso, per procurare visti d'ingresso illegale in Italia a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4089 del 29 novembre 2000
«Ai fini della perseguibilità secondo la legge italiana dei reati commessi in territorio estero da parte di pubblici ufficiali a servizio dello Stato, abusando dei poteri o violando i doveri inerenti alla loro funzione, secondo quanto previsto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12098 del 1 luglio 2004
«Qualora la sentenza di appello (riportante solo parzialmente le conclusioni delle parti) si limiti a confermare, in tutto o in parte, la sentenza di primo grado impugnata, senza motivare il rigetto delle conclusioni regolarmente rese dalle parti,...»