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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4955 del 28 maggio 1997
«Ai fini della ricorrenza della attenuante del fatto di lieve entità, di cui all'art. 323 bis c.p., in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, deve aversi riguardo, oltre a ogni elemento di giudizio di natura oggettiva ed esterno...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4062 del 7 aprile 1994
«Il Servizio sanitario nazionale rientra nel paradigma del servizio pubblico delineato dall'art. 358 c.p. Esso, infatti, persegue un interesse di natura pubblicistica, costituito dalla tutela della salute dei cittadini, è regolato da norme di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 38119 del 25 giugno 2009
«Gli appartenenti al corpo di polizia municipale sono agenti della forza pubblica ed in quanto tali possono rendersi autori del delitto di rifiuto o ritardo di obbedienza di cui all'art. 329 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5994 del 13 giugno 1996
«Il reato di interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità di cui all'art. 331 c.p. è reato proprio che si qualifica per il soggetto che lo può realizzare (imprenditore, in senso lato); quando manchi tale requisito soggettivo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30175 del 12 luglio 2013
«L'assessore di un ente territoriale riveste la qualifica di pubblico ufficiale relativamente all'esercizio di attività amministrative alle quali partecipa concorrendo alla formazione della volontà dell'ente. (In applicazione del principio, la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5414 del 12 giugno 1986
«Il reato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale è ravvisabile anche nella ipotesi di minaccia ad un testimone, il quale riveste indubbiamente quella qualifica col solo fatto della sua citazione, non necessariamente dopo la prestazione del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8008 del 24 agosto 1993
«L'efficacia intimidatrice di una frase, che la fa qualificare, a seconda dei casi, come reato di cui all'art. 336, o all'art. 337 ovvero all'art. 612 c.p., è direttamente proporzionale all'attuabilità del danno, che ne formi oggetto. Di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 797 del 24 giugno 1996
«Alle guardie giurate compete la qualifica di incaricato di pubblico servizio allorché svolgano attività complementare a quella, loro istituzionalmente affidata, di vigilanza e custodia delle proprietà immobiliari e mobiliari. Ne consegue che la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1639 del 28 aprile 1995
«Nel delitto tentato il dolo deve essere diretto, in quanto soltanto da tale specie di elemento psicologico, non realizzandosi alcun evento, è possibile dedurre l'inequivoca direzione degli atti concretizzati dall'agente verso l'evento non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6532 del 23 gennaio 1998
«Nel vigente ordinamento penale l'ammissibilità del tentativo punibile è esclusa soltanto con riguardo a tre categorie di reati: a) i reati contravvenzionali, riferendosi l'art. 56 c.p. solo ai “delitti”; b) i reati c.d. a consumazione anticipata,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 29023 del 17 luglio 2001
«In tema di oltraggio, l'abrogazione degli articoli 341 e 344 c.p., disposta dall'articolo 18 L. 25 giugno 1999, n. 205, integra un'ipotesi di abolitio criminis disciplinata dall'articolo 2, secondo comma, c.p., con la conseguenza che, se vi è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2744 del 25 maggio 2000
«L'intervenuta abrogazione, per effetto dell'art. 18 della legge 25 giugno 1999 n. 205, dell'art. 341 c.p. ha dato luogo non ad una pura e semplice abolitio criminis, disciplinata dall'art. 2, comma secondo, c.p., ma ad un fenomeno di successione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3946 del 13 gennaio 2000
«A seguito della entrata in vigore dell'art. 18 della L. 25 giugno 1999, n. 205, che ha espressamente abrogato l'art. 341 c.p., qualora il procedimento penda davanti alla Corte di cassazione, deve essere annullata la sentenza di condanna per tale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5840 del 23 aprile 1990
«Nel delitto di cui all'art. 343 c.p. il magistrato non è la persona offesa dal reato, per tale intendendosi il titolare del bene costituente l'oggetto giuridico del reato, in quanto detta titolarità va riconosciuta allo Stato, essendo l'esercizio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 36676 del 6 settembre 2013
«È configurabile il reato di millantato credito nella condotta di millanteria di un avvocato rivolta non al potenziale cliente ma ai suoi familiari, atteso che l'oggetto della tutela penale del reato è il prestigio della P.A. e la condotta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7529 del 30 maggio 1990
«La differenza tra le due ipotesi di delitto previste dall'art. 346 c.p. non sta nell'oggettiva destinazione del denaro o dell'altra utilità data o promessa, ma nella diversa rappresentazione della destinazione delle cose che l'agente fa al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49048 del 22 dicembre 2004
«Non integra il delitto di millantato credito (art. 346 c.p.) la millanteria consistente in «crediti» presso personaggi politici che non rivestano la qualità di pubblici ufficiali. (Nella specie, la Corte ha diversamente qualificato come truffa la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 46826 del 21 dicembre 2005
«È configurabile il reato di usurpazione di funzioni pubbliche, concorrente con quello di truffa, nel caso di soggetto il quale, presentandosi presso esercizi commerciali con la falsa qualifica di appartenente al corpo della Guardia di Finanza e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4819 del 11 maggio 1993
«Ai fini della sussistenza del reato di violazione della pubblica custodia di cose (art. 351 c.p.), la qualificazione di cosa «particolarmente custodita» concerne, per l'identità della ratio legis, tutte le categorie di beni menzionate nella...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8408 del 6 giugno 1990
«Commette il reato di peculato, di cui all'art. 314 c.p., e non quello di violazione della pubblica custodia di cose, di cui all'art. 351 c.p., il pubblico ufficiale che si appropri di armi destinate alla rottamazione a lui consegnate per ragione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49 del 8 gennaio 2003
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 348 c.p. (abusivo esercizio di una professione), sono atti rilevanti non solo quelli riservati, in via esclusiva, a soggetti dotati di speciale abilitazione, c.d. atti tipici della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11794 del 24 agosto 1990
«La condotta esecutiva del delitto di cui all'art. 348 c.p. consiste nel compimento di atti di esercizio di una professione per la quale sia richiesta una speciale abilitazione da parte dello Stato. La norma tutela esclusivamente gli atti propri,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1751 del 16 gennaio 2003
«In tema di successione di norme penali nel tempo, qualora trattisi di norme penali «in bianco» (fra le quali rientra l'art. 348 c.p., che punisce l'esercizio abusivo di professioni richiedenti una speciale abilitazione dello Stato), la disciplina...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9089 del 25 agosto 1995
«L'art. 348 c.p. (abusivo esercizio di una professione), è norma penale in bianco, che presuppone l'esistenza di norme giuridiche diverse, qualificanti una determinata attività professionale, le quali prescrivono una speciale abilitazione dello...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18056 del 11 maggio 2002
«Ai fini della legge penale, l'attività di assicurazione del rischio di responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli e natanti rientra tra i servizi di pubblica necessità, in quanto la sua qualificazione in tal senso ad opera della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10973 del 15 ottobre 1986
«Il difensore, allorché esercita il proprio ministero nel processo penale, non riveste né la qualifica di pubblico ufficiale né quella di incaricato di pubblico servizio, bensì quello di esercente un servizio di pubblica necessità, atteso che il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3100 del 27 marzo 1996
«Commette il reato di sfruttamento ed esercizio della prostituzione, aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale, e non il reato di omessa denuncia ex art. 361 c.p. l'agente della Polizia di Stato che eserciti il meretricio in una casa di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35808 del 28 settembre 2007
«Non si ha simulazione di reato nella ipotesi in cui il fatto non venga alterato così da costituire un titolo di reato assolutamente diverso, a nulla valendo che l'entità di esso o altre modalità della sua verificazione siano state esposte in modo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36328 del 22 settembre 2003
«Il reato di falso giuramento è delitto contro l'amministrazione della giustizia e mira a tutelare l'intera collettività, pertanto la persona singola che abbia subito anche un danno diretto può assumere la qualifica di persona danneggiata dal reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13398 del 18 dicembre 1998
«Fra il delitto previsto dall'art. 378 c.p. e quello di cui all'art. 371 bis dello stesso codice esiste un rapporto di specialità unilaterale per specificazione, che esclude il concorso giacché alla norma generale dettata dall'art. 378, che prevede...»