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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11955 del 21 settembre 2001
«La risarcibilità dei danni derivanti ai soggetti privati dall'emanazione di atti o provvedimenti illegittimi della P.A., lesivi di situazioni di interesse legittimo, dipende in concreto dal necessario accertamento dell'effettività del danno e...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 25395 del 16 dicembre 2010
«In tema di azione avanti all'A.G.A. tendente ad ottenere, nei confronti della P.A., il risarcimento del danno da attività provvedimentale illegittima, il principio della non necessità della pregiudiziale impugnativa del provvedimento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 26925 del 10 novembre 2008
«In tema di erronea comunicazione al lavoratore, da parte dell'Inps, della posizione contributiva utile al pensionamento, l'ente risponde del danno derivatone per inadempimento contrattuale, salvo che provi che la causa dell'errore sia esterna alla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 864 del 17 gennaio 2008
«Nel caso che un dipendente della P.A. abbia commesso un atto illecito e si accerti che ciò è avvenuto in quanto i superiori gerarchici del dipendente stesso hanno omesso di emanare le direttive opportune per prevenire la commissione, da parte dei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26527 del 17 dicembre 2007
«Deve escludersi la responsabilità dello Stato nei confronti di terzi per i danni causati dal comportamento colposo o doloso di un dipendente quando il fatto lesivo è commesso al di fuori dell'esercizio delle proprie funzioni e per finalità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20986 del 8 ottobre 2007
«Affinché ricorra la responsabilità della P.A. per un fatto lesivo posto in essere dal proprio dipendente — responsabilità il cui fondamento risiede nel rapporto di immedesimazione organica — deve sussistere, oltre al nesso di causalità fra il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2423 del 9 febbraio 2004
«Presupposti della responsabilità diretta della pubblica amministrazione per atti compiuti dai suoi dipendenti sono l'esistenza di un rapporto di causalità tra l'atto o il comportamento del dipendente e l'evento dannoso e la riferibilità di tale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2380 del 19 febbraio 2002
«L'ente pubblico è responsabile del danno morale provocato dalla condotta del suo dipendente, nell'esercizio delle incombenze a lui affidate, soltanto allorché tale condotta costituisca reato, il quale è accertabile incidenter tantum anche dal...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6334 del 26 giugno 1998
«In virtù del principio dell'immedesimazione organica, gli atti compiuti dagli organi della P.A. sono imputabili direttamente all'amministrazione stessa. Ne consegue che l'atto amministrativo formalmente imputabile ad un organo collegiale (nella...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10929 del 7 novembre 1997
«Nel caso in cui l'amministrazione delle finanze, avvalendosi della facoltà concessale dall'art. 38 lett. a) del D.P.R. 29 gennaio 1958, n.
645, provveda alla notifica di un avviso di accertamento a mezzo di messi comunali, previa richiesta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20322 del 20 ottobre 2005
«In relazione all'interpretazione della disciplina prevista nell'art. 2048 c.c., è necessario che i genitori, al fine di fornire una sufficiente prova liberatoria per superare la presunzione di colpa dalla suddetta norma desumibile, offrano non la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2606 del 25 marzo 1997
«La responsabilità del genitore, per il danno cagionato da fatto illecito del figlio minore, trova fondamento, a seconda che il minore sia o meno capace di intendere e volere al momento del fatto, rispettivamente nell'art. 2048 c.c., in relazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 540 del 20 gennaio 1997
«In tema di responsabilità dei genitori per i danni cagionati dall'illecito del figlio minore, ove manchi, da parte dei primi, la prova liberatoria di non avere potuto impedire il comportamento dannoso e cioè la dimostrazione di avere impartito al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5268 del 13 maggio 1995
«L'art. 2048 c.c. — contemplante la responsabilità dei genitori, tutori, precettori e maestri d'arte — trova applicazione limitatamente ai casi in cui l'incapace cagioni ad altri un danno ingiusto, non anche nell'ipotesi in cui l'incapace si...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7459 del 11 agosto 1997
«Ai fini della responsabilità del genitore per il fatto illecito del minore a norma dell'art. 2048 c.c., la circostanza che il figlio abbia frequentato la scuola e sia avviato ad un mestiere, se può valere ad escludere la presunzione di culpa in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2272 del 4 febbraio 2005
«In tema di responsabilità civile ex art. 2048 c.c., il dovere di vigilanza dell'insegnante per il danno subito dall'allievo — obbligo la cui estensione va commisurata all'età ed al grado di maturazione raggiunto dagli allievi in relazione alle...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5668 del 18 aprile 2001
«L'art. 2048 c.c., dopo aver previsto la responsabilità dei precettori e maestri per i danni cagionati dal fatto illecito dei loro allievi nel tempo in cui sono sottoposti alla loro vigilanza, dispone che tali soggetti sono liberati dalla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15383 del 6 luglio 2006
«In relazione ai danni verificatisi nell'uso di un bene demaniale, tanto nel caso in cui risulti in concreto configurabile una responsabilità oggettiva della P.A. ai sensi dell'art. 2051 c.c., quanto in quello in cui risulti invece configurabile...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9037 del 15 aprile 2010
«La responsabilità di cui all'art. 2052 c.c., prevista a carico del proprietario o di chi si serve dell'animale per il periodo in cui lo ha in uso, in relazione ai danni cagionati dallo stesso, trova un limite solo nel caso fortuito, ossia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6454 del 19 marzo 2007
«In tema di danno cagionato da animali, ai sensi dell'articolo 2052 c.c., la responsabilità del proprietario dell'animale, prevista dalla suddetta norma, è presunta, fondata non sulla colpa, ma sul rapporto di fatto con l'animale. Ne consegue che,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14743 del 17 ottobre 2002
«In tema di responsabilità per danni causati da animali, perché la responsabilità del proprietario gravi su di un altro soggetto, occorre che il proprietario giuridicamente o di fatto si sia spogliato della facoltà di far uso dello stesso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 200 del 9 gennaio 2002
«Il proprietario di un animale (o di chi ne abbia l'uso) risponde ai sensi dell'art. 2052 c.c. sulla base non già di un proprio comportamento o di una propria attività, ma sulla base della mera relazione (di proprietà o di uso) intercorrente fra...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4742 del 30 marzo 2001
«La responsabilità ex art. 2052 c.c. del proprietario dell'animale (o dell'utilizzatore che se ne serva in modo autonomo, tale da escludere l'ingerenza del proprietario nel governo dell'animale) postula il nesso causale tra il fatto dell'animale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13016 del 9 dicembre 1992
«In tema di responsabilità per danni derivanti dall'urto tra un autoveicolo ed un animale, la presunzione di colpa a carico del proprietario dell'animale di cui all'art. 2052 c.c., concorre con quella posta dal primo comma del successivo art. 2054...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23682 del 15 settembre 2008
«La responsabilità del proprietario per la rovina di edificio, ai sensi dell'art. 2053 cod. civ., è configurabile quando i danni derivino, oltre che da difetti originari e da attività da lui svolte all'interno dell'immobile, anche dal comportamento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19975 del 14 ottobre 2005
«La responsabilità del proprietario per i danni cagionati a terzi dalla rovina dell'edificio sussiste, ai sensi dell'art. 2053 c.c., in dipendenza di ogni disgregazione, sia pure limitata, degli elementi strutturali della costruzione, ovvero degli...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5127 del 12 marzo 2004
«L'art. 2053 c.c. pone a carico del proprietario di un edificio una responsabilità legale presunta, che può essere vinta, senza che si dia luogo necessariamente al concorso di responsabilità del proprietario dell'edificio, qualora si provi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4694 del 20 dicembre 1976
«Nella nozione di «rovina», di cui all'art. 2053 c.c., se non può essere ricompresa ogni insidia pericolosa che possa trovarsi contenuta nell'edificio, è però da includere ogni disgregazione, sia pure limitata dell'edificio stesso o di elementi o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8366 del 8 aprile 2010
«In tema di responsabilità civile da sinistro stradale, non già la mera violazione di una norma disciplinante la circolazione stradale è di per sè fonte di responsabilità (o di limitazione dell'altrui responsabilità) in sede risarcitoria, bensì il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13268 del 6 giugno 2006
«In tema di risarcimento danni derivanti dalla circolazione stradale, il caso fortuito, al pari della colpa del danneggiato o del terzo e della forza maggiore, qualora rappresenti l'unica causa che abbia determinato l'evento dannoso, fa venir meno...»