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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8545 del 28 maggio 2003
«Legittimato a proporre l'impugnazione per nullità del lodo arbitrale è soltanto colui il quale sia stato formalmente parte del giudizio arbitrale in cui è stato pronunciato il lodo da impugnare e non colui che a tale giudizio sia rimasto estraneo,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16205 del 19 agosto 2004
«In tema di impugnazione del lodo arbitrale, ai sensi dell'art. 827, comma terzo, c.p.c., il lodo che pronunzi parzialmente nel merito (nella specie: la risoluzione del contratto, con condanna) è immediatamente impugnabile ma deve investire la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6206 del 28 giugno 1994
«L'accordo, che contempli la devoluzione ad arbitri delle controversie inerenti a differenti e non connessi rapporti fra le medesime parti, integra compromessi distinti, ancorché formalmente inseriti in unico documento. In tale situazione, il lodo,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7513 del 9 ottobre 1987
«Il lodo arbitrale, anche se pronunci sulla sola competenza degli arbitri, è impugnabile esclusivamente con i rimedi previsti dagli artt. 828 e 831 c.p.c. e non con il regolamento di competenza che, come tutti gli altri mezzi di gravame diversi da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25268 del 1 dicembre 2009
«Nell'arbitrato irrituale, attesa la sua natura volta ad integrare una manifestazione di volontà negoziale sostitutiva di quella delle parti in conflitto, il lodo è impugnabile soltanto per i vizi che possono vulnerare simile manifestazione di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 29772 del 19 dicembre 2008
«In tema di arbitrato irrituale, allorché le parti abbiano assegnato agli arbitri il potere di adottare decisioni secondo diritto, il lodo così pronunciato, stante la sua irritualità, è impugnabile soltanto per incapacità e vizi della volontà degli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15353 del 9 agosto 2004
«Nell'arbitrato libero o irrituale, che si traduce in una regolamentazione contrattuale della contesa, la violazione del principio del contraddittorio non rileva come vizio del procedimento, ma come violazione del contratto di mandato, e può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13114 del 15 luglio 2004
«In tema di arbitrato libero, l'avere le parti assegnato agli arbitri, all'esito di procedimento non formale, il potere di adottare decisioni secondo diritto non impugnabili comporta che il lodo così pronunciato è impugnabile soltanto se la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5634 del 6 aprile 2012
«Il lodo parziale che provveda sulla "competenza" degli arbitri a decidere della controversia, così ritenendo la sussistenza di una valida clausola compromissoria intercorsa fra le parti, deve essere oggetto d'impugnazione immediata, avendo deciso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4790 del 26 marzo 2012
«Non è immediatamente impugnabile ai sensi dell'art. 827, terzo comma, cod. proc. civ., perché "non definitivo", il lodo che incida solo sulla ammissibilità e procedibilità del giudizio degli arbitri, in quanto la questione proposta è da ritenere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20755 del 23 novembre 2012
«La correzione degli errori materiali del lodo arbitrale, ai sensi dell'art. 826 c.p.c. nella formulazione introdotta dalla legge n. 25 del 1994 (applicabile "ratione temporis"), spetta agli arbitri e, depositato il lodo, al giudice...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11842 del 6 agosto 2003
«Il lodo arbitrale, dichiarato esecutivo ai sensi dell'art. 825, comma quinto (nel testo vigente prima dell'introduzione della legge n. 25/1994), perdendo la natura e l'efficacia di atto negoziale, assume il valore di sentenza, idonea a produrre...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 890 del 22 gennaio 2001
«Il provvedimento con il quale un collegio arbitrale (nella specie, per arbitrato rituale) dichiari «non luogo a provvedere» rilevando la decorrenza del termine prefissato per il deposito del lodo a causa della totale inerzia delle parti non si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11241 del 30 luglio 2002
«In tema di lodo arbitrale, l'attestazione che la deliberazione è stata adottata in conferenza personale di tutti gli arbitri e che, in ipotesi di omessa sottoscrizione da parte di arbitro dissenziente, questi non abbia voluto sottoscriverlo,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6115 del 27 aprile 2001
«Costituisce requisito di forma essenziale del lodo arbitrale, a pena di nullità, pur non essendo contemplato espressamente dall'art. 829, primo comma, n. 5 c.p.c., non derogabile dalle parti ai sensi del n. 7 del medesimo articolo, la conferenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 793 del 19 gennaio 2001
«In tema di nullità di un lodo arbitrale, il requisito della «riunione in conferenza personale» degli arbitri è condizione di validità della pronuncia, essendo il relativo precetto testualmente dettato dal primo comma dell'art. 823 c.p.c., ed...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 527 del 3 agosto 2000
«Anche nell'arbitrato rituale, la pronunzia arbitrale ha natura di atto di autonomia privata e correlativamente il compromesso si configura quale deroga alla giurisdizione. Pertanto, il contrasto sulla non deferibilità agli arbitri di una...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 313 del 15 gennaio 1998
«In tema di requisiti del lodo arbitrale, non sussiste alcuna specifica disposizione normativa che preveda che il dispositivo del lodo sia racchiuso in una parte formalmente distinta dalla motivazione, pertanto, quando il lodo esprima comunque la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1183 del 20 gennaio 2006
«L'inammissibilita dell'impugnazione del lodo arbitrale per inosservanza di regole di diritto, ai sensi dell'art 829, secondo comma, c.p.c. nel caso in cui le parti abbiano autorizzato gli arbitri a decidere secondo equità, sussiste anche qualora...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6933 del 7 maggio 2003
«Gli arbitri, autorizzati a pronunciare secondo equità ai sensi dell'art. 822 c.p.c., ben possono decidere secondo diritto allorché essi ritengano che diritto ed equità coincidano, senza che sia per essi necessario affermare e spiegare tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 995 del 23 gennaio 2003
«Nel lodo pronunciato secondo equità, la questione relativa alla carenza di legittimazione e di titolarità del rapporto controverso, avendo natura di merito deducibile in sede di giudizio arbitrale, non è deducibile come motivo di impugnazione per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8937 del 4 luglio 2000
«Non sussiste contrapposizione tra diritto ed equità, atteso che il giudizio di equità richiede pur sempre il riferimento ad una fattispecie normativa e la comparazione tra norma di legge ed eventuale criterio equitativo prescelto, il quale può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4330 del 4 maggio 1994
«La disposizione dell'art. 2231 c.c. — secondo cui «quando l'esercizio di un'attività professionale è condizionata alla iscrizione in un albo od elenco, la prestazione eseguita da chi non è iscritto non gli dà azione per il pagamento della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10321 del 9 settembre 1992
«Qualora il compromesso affidi agli arbitri rituali il compito di decidere secondo equità è nel potere dei medesimi applicare il diritto ogni volta in cui ravvisino la sua coincidenza con l'equità, senza che ciò comporti vizio di eccesso di potere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5637 del 8 novembre 1984
«Quando gli arbitri sono stati autorizzati a pronunciare secondo equità, essi sono svincolati, nella formazione del loro giudizio ai fini della decisione della controversia, dalla rigorosa osservanza delle regole del diritto oggettivo, avendo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6069 del 26 marzo 2004
«Ai sensi dell'art. 820, quarto comma, c.p.c., il consenso alla proroga del termine per la decisione da parte degli arbitri, risultante da atto scritto, deve essere espresso personalmente dalle parti o dai loro difensori muniti di procura speciale.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7863 del 22 agosto 1997
«In caso di omessa pronunzia degli arbitri nel termine stabilito, alla stregua del combinato disposto degli artt. 821 e 823 c.p.c., si deve avere riguardo — al fine di stabilire se la notificazione di volontà delle parti di far valere la decadenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5771 del 15 novembre 1984
«Qualora il lodo arbitrale non venga pronunciato nel termine di novanta giorni dall'accettazione della nomina o nell'eventuale diverso termine all'uopo fissato dalle parti (art. 820 c.p.c.), la nullità del lodo medesimo postula, alla stregua della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24562 del 22 novembre 2011
«In tema di arbitrato irrituale, la scadenza del termine per l'adozione del lodo, prevista al fine di evitare che le parti siano indefinitamente vincolate alla conclusione extragiudiziale della controversia, è essenziale ed estingue il mandato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4823 del 27 febbraio 2009
«In tema di arbitrato, la decorrenza del termine fissato dalle parti o dalla legge per la pronuncia del lodo è interrotto, ai sensi dell'art. 820, secondo comma, cod. proc. civ. (nel testo, applicabile "ratione temporis", anteriore alle modifiche...»