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Cassazione civile, sentenza n. 2359 del 8 giugno 1977
«Il giudice d'appello, il quale si trovi in presenza di un rilevante contrasto tra le consulenze tecniche di primo e di secondo grado, o, comunque, tra più successive consulenze vertenti sullo stesso oggetto, qualora accolga le conclusioni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 136 del 9 gennaio 1979
«Pertanto, non può trovare applicazione l'art. 399 commi primo e secondo, c.p.c. che — quando la revocazione è proposta davanti al tribunale o alla corte d'appello — impone il deposito della citazione entro venti giorni dalla notificazione nella...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 374 del 18 gennaio 1979
«La domanda di correzione dell'errore materiale, non essendo diretta alla riforma della sentenza, non deve necessariamente formare oggetto di uno specifico motivo di gravame, o di appello incidentale, ma può essere proposta al giudice d'appello...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5554 del 24 ottobre 1979
«...di detta eccezione; non incorre pertanto in violazione del principio tantum devolutum, quantum appellatum il giudice d'appello che respinga l'eccezione d'estinzione del processo per una ragione diversa da quella prospettata dall'appellante.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5268 del 16 settembre 1980
«...ma deve provvedere con sentenza dichiarativa dell'esistenza o meno del vizio revocatorio, sentenza che resta subordinata al definitivo esito del ricorso per cassazione in ordine all'autonoma ragione della decisione della sentenza d'appello.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5551 del 22 ottobre 1981
«...(della riassunzione) abbia concordato con il a quo in ordine alla competenza. In tale seconda situazione, il giudice d'appello può esprimere il suo diverso avviso sulla competenza solo esercitando il potere di riforma della sentenza impugnata.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5405 del 18 ottobre 1982
«Il giudice d'appello può provvedere alla correzione degli errori materiali presenti nella sentenza impugnata su istanza della parte interessata, senza che occorra all'uopo la proposizione di appello incidentale.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1207 del 13 febbraio 1985
«La S.C., alla stregua del principio di cui sopra, ha ritenuto che il convenuto non poteva dedurre per la prima volta la liceità del proprio comportamento fino alla sentenza della Corte costituzionale dichiarativa dell'illegittimità dell'art. 14...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2273 del 3 aprile 1985
«...la sentenza a norma dell'art. 429 c.p.c., è giuridicamente inesistente; tale inesistenza dev'essere rilevata, anche d'ufficio, dal giudice d'appello, il quale non può decidere la causa nel merito, ma deve disporre la rimessione al primo giudice.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3310 del 3 giugno 1985
«Nel nuovo rito del lavoro, il deposito di memorie difensive eseguito in violazione del disposto del secondo comma dell'art. 429 c.p.c. — richiamato, per il giudizio d'appello, dall'ultimo comma dell'art. 437 dello stesso codice — non è causa di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5469 del 9 novembre 1985
«Il principio, secondo il quale il giudice d'appello, nell'affermare la giurisdizione negata dal giudice di primo grado, deve astenersi dal pronunciare nel merito e rimettere le parti davanti a detto giudice di primo grado, non soffre eccezione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2767 del 18 aprile 1986
«Il giudice d'appello è tenuto a motivare in ordine alle singole censure mosse alla sentenza di primo grado, a meno che queste ultime consistano – non già in specifici rilievi alle argomentazioni del primo giudice – bensì nella generica doglianza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3085 del 9 maggio 1986
«Con riguardo alla sentenza d'appello, la motivazione per relationem concreta una carenza di motivazione solo quando consista in un mero rinvio che si esaurisca in una acritica approvazione della decisione soggetta a controllo ed è invece legittima...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12034 del 19 dicembre 1990
«L'impugnazione per revocazione, ai sensi dell'art. 395, n. 4, c.p.c., può investire la sentenza d'appello, per far valere errori di fatto dai quali la stessa sia affetta, mentre gli eventuali errori di fatto in cui sia incorso il giudice di primo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7760 del 2 agosto 1990
«Il giudice d'appello, il quale, in esito ad opposizione contro la declaratoria di fallimento, rilevi e dichiari la nullità di questa (nella specie, per mancata audizione del fallito), non deve rimettere gli atti al tribunale fallimentare, dato che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 978 del 10 febbraio 1990
«La parte, che, a seguito dell'accoglimento del proprio ricorso per cassazione, abbia riproposto in sede di rinvio le domande, difese ed eccezioni già fatte valere con l'atto d'appello, non ha anche l'onere di ripresentare le istanze istruttorie...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4390 del 23 aprile 1991
«...collegio, nell'intestazione della sentenza d'appello – depositata completa della motivazione e sottoscritta dal giudice estensore e dal presidente – è causa non di nullità ma di un errore materiale emendabile a norma degli artt. 287 e 288 c.p.c.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4719 del 29 aprile 1991
«...e, quindi, è, a sua volta, impugnabile con ricorso ordinario per cassazione, il quale, peraltro, potrà investire la sola declaratoria di inammissibilità del gravame e non anche la questione di competenza, non esaminata dal giudice d'appello.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10975 del 8 ottobre 1992
«Qualora nel giudizio di primo grado sia stata proposta, con la domanda principale, altra domanda in via subordinata, l'appellato vittorioso, in seguito all'accoglimento della prima, è tenuto a riproporre espressamente nel giudizio di impugnazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4588 del 19 aprile 1993
«Quando la sentenza che, accogliendo la corrispondente domanda del creditore, abbia condannato il debitore di una somma di danaro al risarcimento del «maggior danno» (art. 1224 comma secondo c.c.) per la svalutazione monetaria maturata e maturanda...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 578 del 18 gennaio 1993
«In base al combinato disposto degli artt. 132, primo comma, n. 4, e 360, primo comma, n. 5, c.p.c., il giudice d'appello, a fronte di una qualsiasi doglianza ritualmente formulata contro la decisione di primo grado, ha il dovere di riesaminare la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10148 del 28 novembre 1994
«Pertanto, nel caso di tempestiva impugnazione della sentenza di primo grado nei confronti di taluni soltanto di essi, il giudice d'appello deve disporre, a pena di nullità, l'integrazione del contraddittorio, ai sensi dell'art. 331 c.p.c., nei...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9594 del 15 novembre 1994
«...grado, e rimette le parti davanti al primo giudice, deve anche provvedere sulle spese, non potendosi rinviare la relativa pronuncia ad un momento successivo, in quanto il giudice d'appello, con l'indicata sentenza, chiude il processo davanti a sé.»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10388 del 3 ottobre 1995
«In ipotesi di nullità del giudizio di primo grado, proseguito da quel giudice, che malgrado la costituzione tardiva dell'attore e nella contumacia del convenuto, non abbia ordinato la cancellazione della causa dal ruolo, il giudice d'appello,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10406 del 4 ottobre 1995
«Nel rito del lavoro, il potere del giudice d'appello in tema di ammissione di nuove prove (art. 437 c.p.c.) –che non può sostituire l'onere probatorio incombente sulle parti – può essere esercitato ai fini della decisione della causa; l'omessa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2877 del 13 marzo 1995
«Conseguentemente, una volta che siano stati indicati come causa della malattia specifici fattori patogeni connessi alle caratteristiche dell'attività lavorativa, e sull'effettività e incidenza di tali caratteristiche si sia esercitato il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4562 del 22 aprile 1995
«...che l'attore aveva dedotto capitoli di prova testimoniale inammissibili, perché generici e implicanti valutazioni, secondo la Suprema Corte il tribunale, giudice d'appello, aveva appunto implicitamente formulato una valutazione di tal genere).»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5068 del 10 maggio 1995
«...che la decisione del giudice d'appello sottoposta a revocazione era stata determinata non tanto dall'ipotizzato doloso impiego di un atto falso, quanto dalla proposizione nel suo ambito di una querela di falso viziata da difetti procedurali).»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5624 del 23 maggio 1995
«Allorquando l'inesistenza giuridica dell'atto esecutivo non è dichiarata d'ufficio del giudice dell'esecuzione, è necessario, perché possa avvenire tale dichiarazione, che sia proposta un'opposizione, la quale, poiché non investe il diritto a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7100 del 23 giugno 1995
«Nel caso di difformi pareri di consulenti tecnici, in sede di legittimità non possono essere prospettati per la prima volta nuovi temi di dibattito non tempestivamente affrontati nella fase di merito né può censurarsi per difetto di motivazione la...»