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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2677 del 23 gennaio 2006
«La distinzione tra concussione e truffa, che si pone solamente in riferimento alla concussione per induzione, va individuata nel fatto che nella concussione il privato mantiene la consapevolezza di dare o promettere qualcosa di non dovuto, mentre...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1193 del 7 luglio 2000
«Tra il reato di frode fiscale e la truffa non esiste rapporto di specialità perché, anche se le modalità di commissione del primo, elencate nell'art. 4 legge 516 del 1982, costituiscono altrettante ipotesi di artifici e raggiri, non si richiede,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7192 del 8 giugno 1999
«Nel reato di indebita utilizzazione di carte di credito e di pagamento, previsto dall'art. 12 del D.L. 3 maggio 1991, n. 143, conv., con modif., in L. 5 luglio 1991, n. 197, l'elemento oggettivo è costituito dall'uso indebito in sé considerato, e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13657 del 23 dicembre 1998
«I reati di millantato credito e di truffa possono concorrere anche se la violazione consista in una unica azione, in quanto allo specifico raggiro considerato nella fattispecie di millantato credito, consistente nelle vanterie di ingerenze o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11259 del 26 ottobre 1998
«La distinzione tra concussione e truffa, che si pone solamente in riferimento alla concussione per induzione, va individuata nel fatto che nella concussione il privato mantiene la consapevolezza di dare o promettere qualcosa di non dovuto, mentre...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5346 del 28 maggio 1996
«...mentre nel secondo ha valore accessorio o di mera occasione. Inoltre nella truffa il timore del danno è provocato dall'induzione in errore del soggetto passivo; nella concussione, invece, detto timore è causato dalle minacce del pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8456 del 26 luglio 1995
«Mentre gli elementi caratterizzanti la condotta estorsiva sono la «violenza» e la «minaccia», quelli qualificanti il comportamento truffaldino — anche nell'ipotesi aggravata della prospettazione del «pericolo immaginario» — sono, pur sempre, gli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3039 del 3 marzo 1990
«Il delitto di peculato si differenzia da quello di truffa aggravata ex art. 61 n. 9 c.p., sotto il profilo del conseguimento della res, in quanto nel primo il possesso del bene trova origine nella ragione di ufficio e preesiste all'illecita...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1807 del 8 febbraio 1989
«Perché possa configurarsi l'ipotesi criminosa prevista dall'art. 640 c.p. deve sussistere una conseguenzialità logica e cronologica tra l'attività di furto e raggiro, l'induzione in errore e il conseguimento del profitto sicché l'azione posta in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9271 del 15 settembre 1988
«Invero, diversi sono i fatti previsti e sanzionati nelle due fattispecie legali: l'art. 640 c.p. punisce l'induzione di altri in errore, mediante artifici o raggiri, dalla quale derivi il procacciamento di un ingiusto profitto con altrui danno,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5584 del 7 maggio 1987
«Mentre, infatti, nel reato di estorsione l'agente consegue l'ingiusto profitto attraverso un atteggiamento di palese o larvata minaccia, prospettando un danno certo e reale, che la vittima può evitare soltanto con la sua azione od omissione, nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1221 del 6 luglio 1995
«...un danno e non comporta il coinvolgimento del soggetto passivo. Il secondo, invece, richiede gli artifizi o i raggiri dell'agente e l'induzione in errore del soggetto passivo e si consuma nel momento del conseguimento del profitto con altrui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1074 del 6 febbraio 1997
«Invero, solo se l'ingannato ha la libera disposizione del patrimonio del danneggiato assume la posizione di quest'ultimo: di guisa che l'induzione in errore determina il danno non in forza di un generico rapporto di interferenza ma solo se incide...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1539 del 16 gennaio 2006
«Integra il delitto di truffa, fuori dall'ipotesi dell'amministratore unico di una società per azioni che ne sia anche unico azionista, il compimento da parte dell'amministratore di una S.p.A., in accordo col soggetto estraneo alla società, di un...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9520 del 16 settembre 1992
«La particolare condizione di un soggetto, quale determinata da una sua fragilità di fondo o da situazioni contingenti, non esclude la configurabilità in suo danno del reato di truffa, anzi ne rende più agevole l'esecuzione. (Nella specie alle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 23083 del 14 giugno 2002
«Il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, di altri enti pubblici o delle Comunità europee, previsto dall'art. 316 ter c.p., con l'espressa salvezza dell'eventualità che il fatto costituisca il più grave reato di cui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39932 del 3 novembre 2005
«Ne consegue che il reato di truffa non può concorrere con il reato di millantato credito, anche nel caso in cui la vanteria si accompagni ad un atto diretto alla induzione in errore del soggetto passivo. (Nella specie, la Corte ha ravvisato il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49579 del 31 dicembre 2003
«I reati di millantato credito e di truffa possono concorrere anche se la violazione consista in una unica azione, in quanto allo specifico raggiro considerato nella fattispecie di millantato credito, consistente nelle vanterie di ingerenze o...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 35488 del 24 settembre 2007
«Il delitto di falsa attestazione del privato di cui all'art. 483 c.p. può concorrere — quando la falsa dichiarazione sia prevista di per sé come reato — con quello della falsità per induzione in errore del pubblico ufficiale nella redazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45208 del 18 dicembre 2001
«La condotta di chi, previa presentazione di una falsa denuncia di smarrimento di una carta d'identità intestata ad altro soggetto, ottenga poi il rilascio di un duplicato della medesima, recante la propria fotografia ed i propri connotati fisici,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41205 del 10 dicembre 2002
«Ne consegue che le false dichiarazioni del privato, in ordine alla conclusione dei lavori entro il termine previsto dalla legge per l'applicabilità del condono edilizio, non costituiscono atti idonei ad indurre i competenti organi comunali al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2382 del 20 gennaio 2012
«Il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche (art. 316 ter c.p.) differisce da quello di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640 bis c.p.) per la mancanza dell'elemento dell'induzione in errore, la quale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 45422 del 5 dicembre 2008
«La condotta di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato si distingue da quella di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in ragione dell'assenza dell'elemento dell'induzione in errore attraverso la messa in atto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30155 del 24 luglio 2007
«La linea di discrimine tra il reato di indebita percezione di pubbliche erogazioni e quello di truffa aggravata finalizzata al conseguimento delle stesse va ravvisata nella mancata inclusione tra gli elementi costitutivi del primo reato della...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 23623 del 6 luglio 2006
«Ne consegue che la semplice presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere non integra necessariamente il primo delitto ma, quando ha natura fraudolenta, può configurare gli «artifici o raggiri» descritti nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2986 del 8 gennaio 1994
«...coincida con l'inganno del concussore. E ciò perché, se è pur vero che anche l'inganno è persuasione, non si richiede che la condotta di induzione debba provocare (come, invece, avviene relativamente alla truffa), l'errore nel soggetto passivo.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1944 del 17 febbraio 1994
«Il reato di truffa aggravata dalla qualità di pubblico ufficiale e quello di concussione, nella forma della induzione (per frode o per persuasione), si distinguono per le modalità dell'azione dell'agente nel senso che nella prima è necessario che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16154 del 8 aprile 2013
«La induzione, richiesta per la realizzazione del delitto previsto dall'art. 319 quater c.p., così come introdotto dall'art. 1, comma 75, della legge n. 190 del 2012, non è diversa, sotto il profilo strutturale, da quella che già integrava una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8994 del 2 marzo 2015
«I reati di millantato credito e di truffa possono concorrere - stante la diversità dell'oggetto della tutela penale, consistente, per il primo delitto, nel prestigio della P.A. e, per il secondo, nel patrimonio - qualora allo specifico raggiro...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6388 del 8 febbraio 2013
«In tema di falso ideologico per induzione in errore (artt. 48 e 479 c.p.), la responsabilità dell’autore mediato della falsità posta in essere dal pubblico ufficiale presuppone che l’atto da quest’ultimo redatto debba essere da lui formato sulla...»