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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1212 del 13 febbraio 1985
«La decadenza che sanziona per il ricorrente — stante la necessaria estensione della disposizione espressa contenuta nell'art. 416 c.p.c. per il resistente — l'omissione, nell'atto introduttivo del giudizio, della specifica indicazione dei...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20176 del 22 luglio 2008
«Nel rito del lavoro, l'onere di chiedere al giudice l'emissione di un nuovo decreto di fissazione dell'udienza, posto dall'art. 418 cod. proc. civ., a pena di decadenza, a carico del convenuto che abbia proposto domanda riconvenzionale, si applica...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12300 del 21 agosto 2003
«Nel rito del lavoro, l'onere di chiedere al giudice l'emissione di un nuovo decreto di fissazione dell'udienza, posto dall'art. 418 c.p.c., a pena di decadenza, a carico del convenuto che abbia proposto domanda riconvenzionale, non rispondendo in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5122 del 17 ottobre 1985
«Nel rito del lavoro la necessità per il convenuto che agisce in riconvenzionale di chiedere — a pena di decadenza come espressamente sancisce l'art. 418 c.p.c. — che il giudice adito fissi una nuova udienza di discussione assolve alla funzione di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23815 del 16 novembre 2007
«Nelle controversie soggette al rito di cui agli artt. 409 e segg. c.p.c. l'inosservanza dell'onere, posto dall'art. 418 c.p.c. a carico del convenuto, di chiedere la fissazione di una nuova udienza comporta la decadenza dalla riconvenzionale e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16955 del 1 agosto 2007
«Nel rito del lavoro, l'inosservanza da parte del convenuto, che abbia ritualmente proposto, ai sensi dell'art. 416 c.p.c., domanda riconvenzionale, del disposto di cui al primo comma dell'art. 418 c.p.c. — il quale impone, a pena di decadenza...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 13025 del 4 dicembre 1991
«Nel rito del lavoro, l'inosservanza del convenuto, il quale formuli domanda riconvenzionale, all'onere di chiedere la fissazione di una nuova udienza, secondo le previsioni dell'art. 418, primo comma, c.p.c., implica decadenza, e, quindi,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4347 del 19 aprile 1995
«Nel rito del lavoro, non determina nullità la mancata comunicazione al convenuto, che abbia proposto domanda riconvenzionale, della data fissata per la nuova udienza ai sensi dell'art. 418 c.p.c., considerato che tale comunicazione non è richiesta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1130 del 20 gennaio 2005
«Nel rito del lavoro, qualora il giudice abbia, nell'esercizio dei poteri d'ufficio di cui all'art. 421 c.p.c., assegnato ad una delle parti un termine per porre rimedio alle irregolarità riscontrate nella formulazione dei capitoli di prova, con...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 262 del 13 gennaio 1997
«Nel rito del lavoro, qualora la parte abbia, con l'atto introduttivo del giudizio, proposto capitoli di prova testimoniale, specificamente indicando di volersi avvalere del relativo mezzo in ordine alle circostanze di fatto ivi allegate, ma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18924 del 5 novembre 2012
«Nel rito del lavoro, il verificarsi di preclusioni o decadenze in danno delle parti non osta all'ammissione d'ufficio delle prove, trattandosi di potere diretto a vincere i dubbi residuati dalle risultanze istruttorie, ritualmente acquisite agli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17178 del 27 luglio 2006
«Nel rito del lavoro, i mezzi istruttori, preclusi alle parti, possono essere ammessi d'ufficio, ma suppongono, tuttavia, la preesistenza di altri mezzi istruttori, ritualmente acquisiti, che siano meritevoli dell'integrazione affidata alle prove...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2698 del 19 aprile 1983
«I termini indicati dall'art. 424 c.p.c., per la presentazione della relazione del consulente tecnico d'ufficio, hanno carattere ordinatorio, perché, pur assolvendo la funzione di accelerare i tempi di svolgimento del processo, non è comminata per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5150 del 12 marzo 2004
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, la inammissibilità dell'impugnazione, perché depositata in cancelleria oltre il termine di decadenza previsto dell'art. 434, secondo comma, c.p.c. e, in caso di mancata notifica della sentenza, nel...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7687 del 23 giugno 1992
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, l'inammissibilità dell'impugnazione, perché depositata in cancelleria oltre il termine di decadenza previsto dall'art. 434, secondo comma, c.p.c. e, in caso di mancata notifica della sentenza, nel...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9069 del 2 maggio 2005
«In mancanza di espressa previsione in deroga alle disposizioni generali (quale quella prevista per il ricorso per cassazione dall'art. 134 att. c.p.c., non suscettibile di applicazione analogica) il deposito presso la cancelleria a mani del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20613 del 9 settembre 2013
«Nel giudizio di appello soggetto al rito del lavoro, il vizio della notificazione omessa o inesistente è assolutamente insanabile e determina la decadenza dell'attività processuale cui l'atto è finalizzato (con conseguente declaratoria in rito di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6841 del 29 luglio 1996
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, la proposizione dell'appello si perfeziona, ai sensi dell'art. 435 c.p.c., con il deposito, nei termini previsti dalla legge, del ricorso nella cancelleria del giudice ad quem, che impedisce ogni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3373 del 11 aprile 1996
«Nel procedimento d'appello in materia di lavoro o di previdenza e assistenza obbligatorie, i vizi della vocatio in ius consistenti nell'omissione o nella nullità della notificazione del ricorso, ovvero (come nella specie) nella nullità dipendente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14678 del 29 dicembre 1999
«Nel rito del lavoro, il principio secondo cui, in caso di morte della parte successivamente al deposito della sentenza di primo grado, l'atto di impugnazione deve essere diretto e notificato nei confronti dei soggetti che siano reali parti di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8685 del 31 maggio 2012
«Nel rito del lavoro, il termine di dieci giorni assegnato all'appellante dall'art. 435, comma secondo, c.p.c., per la notificazione del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza non è perentorio e la sua inosservanza non comporta, perciò,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12548 del 11 dicembre 1997
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, solo dalla data dell'avvenuta comunicazione del deposito del decreto presidenziale di fissazione dell'udienza inizia a decorrere il termine per la notifica all'appellato, e tale principio non tollera...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1756 del 1 marzo 1985
«Nel nuovo rito del lavoro, il termine di dieci giorni, previsto dall'art. 435 c.p.c., per la notifica all'appellato del ricorso in appello e del decreto presidenziale di fissazione dell'udienza — che, a seguito della sentenza della Corte...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25281 del 1 dicembre 2009
«Nel rito del lavoro (applicabile in materia di locazioni ai sensi dell'art. 447 bis c.p.c.), il convenuto, rimasto contumace nel giudizio di primo grado, ben può nell'atto di appello contestare la fondatezza della domanda, nel rispetto delle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17216 del 4 dicembre 2002
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, la memoria di costituzione nella quale è proposto appello incidentale deve essere notificata alla controparte unitamente al decreto di fissazione dell'udienza di discussione o, almeno, di questo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5150 del 23 maggio 1998
«Ai fini della tempestività dell'appello incidentale è necessario che il deposito della memoria contenente detto gravame sia eseguito almeno dieci giorni prima dell'udienza di discussione essendo sanzionata con la decadenza l'inosservanza di tale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8707 del 4 ottobre 1996
«Nel rito del lavoro, la sanzione della decadenza dall'appello incidentale deve intendersi comminata dall'art. 436, terzo comma, c.p.c., nella sola ipotesi di mancato deposito in cancelleria della memoria difensiva dell'appellato, contenente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3171 del 17 aprile 1990
«Nel rito del lavoro, la mancata notificazione alla controparte della memoria di costituzione, contenente l'appello incidentale, nel termine prescritto dal terzo comma dell'art. 436 c.p.c. comporta la decadenza dal diritto ad impugnare, il quale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9209 del 9 giugno 2003
«In tema di integrazione al minimo di trattamento pensionistico, la verifica del rispetto del termine di decadenza sostanziale previsto dall'art. 47 D.P.R. 30 aprile 1970, n. 639 — come autenticamente interpretato dall'art. 6 D.L. 29 marzo 1991, n....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11578 del 31 maggio 2005
«Il termine di novanta giorni, previsto dall'art. 481 c.p.c., entro cui l'esecuzione deve essere iniziata per ovviare alla comminatoria di inefficacia del precetto, è un termine di decadenza e non di prescrizione, attenendo all'inattività...»