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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20747 del 26 ottobre 2004
«L'assicuratore sociale il quale abbia indennizzato il danno subito dall'assicurato e causato dall'altrui illecito, non può surrogarsi al diritto del danneggiato per quei danni alla persona che non siano coperti dall'assicurazione sociale come il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12234 del 25 maggio 2007
«In tema di risarcimento di danno extracontrattuale per lesione del diritto alla reputazione conseguente alla pubblicazione di un articolo su stampa periodica, il forum commissi delicti si identifica con il luogo in cui il quotidiano è stampato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4627 del 3 agosto 1984
«In tema di tutela possessoria, allorché si è in presenza di un'azione posta in essere in un dato luogo ma sviluppante i suoi effetti in un vasto territorio, l'unico criterio idoneo ad individuare il luogo dove è avvenuto il fatto denunciato, ai...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1831 del 22 febbraio 1988
«In tema di risarcimento del danno derivante dalla circolazione stradale, con riguardo ai minimi di garanzia fissati dalla tabella A allegata alla L. n. 990 del 1969 sull'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile, per singola «persona...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15004 del 29 marzo 2004
«Ai fini della sussistenza della ipotesi criminosa dell'omicidio preterintenzionale, prevista dall'art. 584 c.p., è sufficiente che l'autore dell'aggressione abbia commesso atti diretti a percuotere o ledere e che esista un rapporto di causa ed...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4295 del 20 febbraio 2008
«Sussiste connessione tra la domanda riconvenzionale proposta dal convenuto per far accertare l'acquisto per usucapione di una servitù di elettrodotto e la domanda di risarcimento del danno proposta dall'attore proprietario dell'immobile divenuto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 649 del 16 marzo 1963
«L'art. 94 c.p.c. configura una responsabilità processuale sia dei rappresentanti che dei curatori e prevede la condanna di costoro, eventualmente in solido con la parte rappresentata e assistita, nei confronti dell'avversario vincitore. Ciò trova...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8105 del 6 aprile 2006
«In presenza di cause scindibili, come ad esempio nell'eventualità in cui il danneggiato evochi in giudizio una pluralità di danneggiati e il giudice del merito accerti la loro concorrente responsabilità in ordine al verificarsi dell'evento dannoso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3362 del 5 dicembre 1996
«Ai sensi dell'art. 101 c.p. «reati della stessa indole» sono non soltanto quelli che violano una medesima disposizione di legge, ma anche quelli che, pur essendo previsti da testi normativi diversi, per la natura dei fatti che li costituiscono o...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16890 del 4 maggio 2012
«In tema di infortuni sul lavoro, l'errore sulla legittima aspettativa che non si verifichino condotte imprudenti dei lavoratori non è invocabile da parte del datore di lavoro, il quale, per la sua posizione di garanzia, risponde dell'infortunio...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 26239 del 14 giugno 2013
«In tema di colpa omissiva, l'obbligo giuridico di attivarsi gravante sull'agente può originare anche dall'esercizio di attività pericolose, dovendosi intendere per tali non solo quelle così identificate dalle leggi di pubblica sicurezza o da altre...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 26020 del 22 giugno 2009
«In tema di rapporto di causalità, non può ritenersi causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l'evento il comportamento negligente di un soggetto che trovi la sua origine e spiegazione nella condotta colposa altrui, la quale abbia posto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11356 del 13 dicembre 1993
«Colui che ha creato una fonte di pericolo è tenuto a quella particolare forma di garanzia, chiamata di controllo, la quale, insieme con l'altra, definita di protezione, costituisce il contenuto dell'art. 40, secondo comma, c.p., che detta la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 537 del 19 gennaio 1998
«In materia di reato commesso in conseguenza di altrui inganno (art. 48 c.p.), l'idoneità dell'azione dell'autore “mediato” va valutata necessariamente in rapporto alle qualità ed alle capacità dell'autore “immediato”, con la conseguenza che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6389 del 26 giugno 1996
«Al fine di affermare la responsabilità del cosiddetto autore mediato ai sensi dell'art. 48 c.p., occorre avere riguardo all'atteggiamento psichico di quest'ultimo non soltanto circa la sussistenza del dolo del reato commesso dall'ingannato (nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 607 del 10 gennaio 1996
«In tema di errore determinato dall'altrui inganno, ad integrare la responsabilità ex art. 48 c.p. è necessario e sufficiente che venga posta in essere una condotta causalmente e consapevolmente correlata all'induzione in errore di chi dovrà...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10159 del 10 luglio 1990
«Costituisce falso ideologico in atto pubblico l'attestazione rilasciata dal presidente di commissione d'esame di maturità di non aver impartito lezioni private ai candidati, anche quando egli abbia svolto non la diretta attività didattica, ma il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1673 del 24 febbraio 1986
«L'art. 83 c.p. nel disciplinare l'ipotesi di «evento diverso da quello voluto dall'agente» stabilisce che qualunque sia in concreto nelle singole fattispecie il determinismo causale che dà luogo all'aberratio, l'evento non voluto può esser posto a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16264 del 7 dicembre 1990
«In tema di truffa, qualora sia stato accertato il nesso di causalità tra l'artificio o il raggiro e l'altrui induzione in errore, non è necessario stabilire l'idoneità in astratto dei mezzi usati, quando in concreto essi si siano dimostrati idonei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2188 del 16 febbraio 1990
«L'art. 111 c.p., nel prevedere il caso di chi determini a commettere un reato una persona non imputabile o non punibile, non richiede nella persona determinata, mero strumento di esecuzione, partecipazione soggettiva né consapevolezza di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7205 del 17 giugno 1994
«Se non è sufficiente, perché l'aggravante della premeditazione possa comunicarsi al concorrente nel reato, la mera conoscibilità da parte di costui, deve invece ritenersi che la conoscenza effettiva legittimi l'estensione. Infatti, se il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 16195 del 9 aprile 2013
«L'art. 513 bis c.p. punisce soltanto quelle condotte illecite tipicamente concorrenziali (quali il boicottaggio, lo storno dei dipendenti, il rifiuto di contrattare, etc.) attuate, però, con atti di coartazione che inibiscono la normale dinamica...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46756 del 21 dicembre 2005
«Il reato di cui all'art. 513 bis c.p. (illecita concorrenza con violenza o minaccia), non è riferibile anche a colui che nell'esercizio di una attività imprenditoriale compie atti intimidatori al fine di contrastare o scoraggiare l'altrui libera...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2975 del 24 gennaio 2012
«Non è configurabile il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.), qualora la vendita abbia per oggetto magliette aventi scritte uguali a quelle apposte sui propri prodotti da una società, in quanto ai fini...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9689 del 6 novembre 1984
«Colui il quale mostri ad un minore infraquattordicenne delle riproduzioni fotografiche pornografiche e lo inviti, contro la sua volontà e coartandone la libertà di movimento, a comportarsi secondo le immagini e a praticare, nell'appuntamento...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1368 del 24 novembre 1970
«Il delitto di atti osceni è un delitto di pericolo e non di danno; alla sua realizzazione concorrono l'oscenità degli atti — ravvisabile nella loro idoneità oggettiva all'offesa della morale e del sentimento di pudore altrui, in relazione alle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6278 del 24 maggio 1978
«Quando gli atti osceni sono commessi in luogo pubblico non ha rilevanza il grado di percettibilità di essi e l'efficienza delle cautele impiegate per evitare l'indiscrezione altrui; ne è sufficiente per degradare il dolo a colpa il fatto che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5308 del 7 giugno 1984
«In tema di spettacoli osceni, le riprese di un'opera cinematografica non possono in alcun modo costituire, prima del montaggio, l'elemento materiale del reato previsto dall'art. 528 c.p., in quanto ancora è ignoto se il regista le utilizzerà nella...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37395 del 23 settembre 2004
«La condotta vietata dall'art. 609 bis c.p. ricomprende oltre ad ogni forma di congiunzione carnale, qualsiasi atto che, risolvendosi in un contatto corporeo, ancorché fugace ed estemporaneo, tra soggetto attivo e soggetto passivo, ovvero in un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5189 del 25 maggio 1996
«In applicazione del principio di specialità sancito dall'art. 15 c.p. e del principio secondo cui lo stesso fatto non può essere posto a carico dell'agente una seconda volta, la violenza o minaccia adoperata dopo la sottrazione di una cosa mobile...»