-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4792 del 26 marzo 2012
«L'ammissione tardiva al passivo del credito comporta solo il rischio di parziale incapienza, con la conseguenza che è legittimo il provvedimento del giudice delegato che disponga l'inserimento immediato nello stato passivo di una domanda di...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4310 del 19 marzo 2012
«Ai fini dell'ammissibilità della domanda tardiva di ammissione del credito ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 101 legge fall. (cd. supertardiva), il mancato avviso al creditore da parte del curatore del fallimento, previsto dall'art. 92 legge...»
-
Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 20910 del 11 ottobre 2011
«Per far valere il credito tributario nei confronti del fallimento l'Amministrazione finanziaria o l'esattore debbono presentare l'istanza di insinuazione tardiva nel termine annuale previsto dall'art. 101 legge fall., senza che i diversi e più...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19628 del 30 settembre 2004
«L'estinzione del procedimento di insinuazione tardiva del credito, per effetto della mancata o non tempestiva costituzione del creditore, non preclude, di per sè, la possibilità di far valere successivamente, anche nell'ambito della stessa...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 55 del 5 gennaio 2000
«Il decreto con il quale il giudice delegato, in sede di dichiarazione tardiva di crediti, in presenza di contestazioni parziali del curatore non accettate dal creditore istante, abbia ammesso solo in parte (eventualmente anche con semplice...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 758 del 24 gennaio 1997
«La disposizione di cui all'art. 101 secondo comma della legge fallimentare, la quale prevede che nel procedimento instaurato con la richiesta di ammissione tardiva del credito possono intervenire gli altri creditori, preclude, tanto nella fase...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12855 del 26 maggio 2010
«L'estinzione del procedimento di insinuazione tardiva del credito, per effetto della mancata o non tempestiva costituzione del creditore, non preclude, di per sè, la possibilità di far valere successivamente, anche nell'ambito della stessa...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8575 del 28 agosto 1998
«L'art. 101 legge fallimentare nel prevedere che i creditori possono chiedere l'ammissione al passivo fino a che non siano esaurite tutte le ripartizioni dell'attivo fallimentare, pone solo un limite cronologico all'esercizio di tale diritto...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1743 del 27 gennaio 2006
«In tema di fallimento, la controversia derivante dalla dichiarazione tardiva di credito — atteso il carattere tassativo delle cause per le quali non vale la sospensione dei termini processuali nel periodo feriale, disposta dall'art. 1 della legge...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9069 del 28 agosto 1999
«In tema di istanza di revocazione contro crediti ammessi ex art. 102 della legge fallimentare, l'errore essenziale di fatto si concreta non già in un inesatto apprezzamento del materiale probatorio od in una errata valutazione giuridica di un...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17342 del 6 dicembre 2002
«La mancata riproposizione, nel vigente codice di procedura penale, della disposizione precedentemente dettata dall'art. 3 dell'abrogato codice di rito penale comporta che, una volta verificatisi due giudicati, uno civile ed un altro penale, che...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8022 del 14 giugno 2001
«In tema di istanza di revocazione contro crediti ammessi ex art. 102 della legge fallimentare,deve ritenersi di natura senz'altro perentoria il termine fissato dal giudice per la notificazione del ricorso per revocazione e del pedissequo decreto,...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23560 del 12 settembre 2008
«In tema di liquidazione coatta amministrativa di società finanziaria, l'azione di rivendica e restituzione di beni e valori mobiliari gestiti dalla società per conto e nell'interesse dei clienti, pur non richiedendo una specifica individuazione...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5461 del 8 aprile 2003
«Nel procedimento di cui all'art. 103 della legge fallimentare, la domanda di rivendica (nella specie, di titoli azionari) formulata in via principale non è ostativa alla richiesta, in via subordinata (in caso, cioè, di mancato accoglimento della...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23215 del 17 dicembre 2012
«In tema di rivendicazione di beni mobili rinvenuti nella casa o nell'azienda del fallito ed acquisiti dal curatore, incombe sul ricorrente, ex art. 103 legge fall., l'onere di dare dimostrazione del proprio diritto sui medesimi beni, trovando...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4043 del 19 marzo 2003
«Il giudizio di rivendicazione (così come quello di restituzione e separazione) di beni del fallito instaurato a norma dell'art. 103 legge fall. soggiace — attuando la dichiarazione di fallimento un sostanziale pignoramento dei beni del fallito —...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6090 del 16 giugno 1990
«Nel procedimento instaurato con domanda tardiva di rivendicazione di cosa mobile posseduta dal fallito, secondo la disciplina dell'art. 101 della legge fallimentare, applicabile in base al richiamo contenuto nel primo comma del successivo art....»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2526 del 6 luglio 1992
«La sospensione dei termini di custodia cautelare, prevista dall'art. 304, comma primo, c.p.p., è diretta ad evitare che l'imputato possa beneficiare di eventi o situazioni da lui determinati a fini meramente dilatori. Tale principio non si applica...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8094 del 27 febbraio 2002
«In tema di durata dei termini di custodia cautelare, l'art. 304, comma 6, c.p.p., come modificato dall'art. 2 del D.L. 24 novembre 2001 n. 341, conv. con modifiche nella legge 19 gennaio 2001 n. 4, nello stabilire che per effetto di cause di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 272 del 10 febbraio 1997
«Ai fini dell'operatività o meno della causa di sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare prevista dall'art. 304, comma 1, lett. a), c.p.p., nella parte in cui questo fa riferimento ad una «richiesta» proveniente...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 596 del 15 marzo 1999
«In tema di misure cautelari personali, il provvedimento con il quale il giudice dispone la sospensione dei termini di custodia cautelare a norma dell'art. 304 c.p.p. può essere adottato dallo stesso giudice che ha emesso la sentenza anche dopo il...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1697 del 29 aprile 1994
«È nulla l'ordinanza di sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare, nei casi previsti dal secondo comma dell'art. 304 c.p.p., qualora il giudice la disponga senza avere sentito la difesa, trattandosi di provvedimento emesso...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 867 del 1 febbraio 1993
«Il principio generale dell'art. 568 u.c. nuovo codice di rito, secondo cui in mancanza di sicuri elementi contrari, si deve presumere che la parte abbia inteso utilizzare il mezzo di impugnazione predisposto dalla legge, si applica anche in caso...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4001 del 29 gennaio 2014
«Il principio generale posto dall'art. 568, comma quinto cod. proc. pen., che prevede la conversione "ope legis" dell'impugnazione proposta mediante un mezzo diverso da quello prescritto e la trasmissione di ufficio degli atti al giudice...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 25303 del 7 giugno 2004
«In tema di successione di leggi processuali riguardanti le impugnazioni, in tutti quei casi in cui, al momento della proposizione dell'impugnazione, era consentito soltanto il ricorso per cassazione, non trova applicazione, in base al principio...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1004 del 14 gennaio 2003
«Il principio secondo cui il ricorso in cassazione si converte in appello deve applicarsi, per eliminare una condizione di disparità di trattamento, a seguito dell'entrata in vigore della legge 19 aprile 2002, n. 72, non soltanto ai ricorsi per...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41136 del 19 novembre 2001
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 593 comma terzo c.p.p., come modificato dall'art. 18 della legge 24 novembre 1999 n. 468 (il quale ha previsto, tra l'altro, la inappellabilità delle sentenze di...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36354 del 9 ottobre 2001
«In tema di successione di leggi processuali nel tempo, l'organo giurisdizionale, competente per funzione a decidere dell'impugnazione della sentenza penale di condanna riguardante delitti (nella specie: diffamazione a mezzo stampa) per i quali sia...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35182 del 27 settembre 2001
«In tema di successioni di leggi processuali nel tempo, l'organo giurisdizionale competente per funzione a decidere in sede di rinvio, in caso di annullamento della sentenza in unico grado di merito (nella specie: per la condanna alla sola pena...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 34844 del 26 settembre 2001
«In tema di successione di leggi processuali riguardanti le impugnazioni, in tutti quei casi in cui, al momento della proposizione dell'impugnazione, era consentito soltanto il ricorso per cassazione, non trova applicazione, in base al principio...»