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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5061 del 5 marzo 2007
«Nel procedimento esecutivo l'onere delle spese non segue il principio della soccombenza, ma quello della soggezione del debitore all'esecuzione; nei procedimenti di opposizione all'esecuzione o agli atti esecutivi, strutturati come giudizi di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 663 del 25 gennaio 1999
«La pronuncia di un'unica condanna alle spese di causa, con liquidazione cumulativa delle medesime, è consentita a carico di più parti soccombenti, secondo la previsione dell'art. 97 c.p.c., ma non anche in favore di più parti vittoriose, che siano...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9044 del 15 aprile 2010
«L'eccezione riconvenzionale consiste in una prospettazione difensiva che, pur ampliando il tema della controversia, è finalizzata, a differenza della domanda riconvenzionale, esclusivamente alla reiezione della domanda attrice, attraverso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2220 del 4 aprile 1980
«Per il principio della domanda (artt. 2908 c.c. e 99 c.p.c.), che è all'origine dell'attribuzione del diritto di azione al soggetto interessato, l'invocazione della tutela giurisdizionale costituisce il contenuto di un diritto strettamente...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2801 del 9 marzo 1993
«Con riguardo alla posizione delle imprese escluse dal fallimento perché soggette al regime della liquidazione coatta amministrativa, sono devolute alla giurisdizione amministrativa le controversie aventi ad oggetto il decreto ministeriale che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24856 del 8 ottobre 2008
«L'art. 4 della convenzione di New York del 10 giugno 1958 (resa esecutiva con legge 19 gennaio 1968, n. 62) prevede, quale presupposto processuale per la delibazione di una pronunzia arbitrale straniera, la produzione, contestualmente alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10229 del 18 ottobre 1997
«L'art. 807, comma terzo, c.p.c., nel dichiarare applicabili al compromesso (e, per il principio di autonomia che lo contraddistingue, alla clausola compromissoria) le disposizioni che regolano la validità dei contratti eccedenti l'ordinaria...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20880 del 8 ottobre 2010
«Il giudizio di impugnazione arbitrale si compone di due fasi, la prima rescindente, finalizzata all'accertamento di eventuali nullità del lodo e che si conclude con l'annullamento del medesimo, la seconda rescissoria, che fa seguito...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3229 del 1 marzo 2012
«Anche nel giudizio di impugnazione per nullità del lodo arbitrale è applicabile il principio secondo cui la proposizione dell'impugnazione principale determina, nei riguardi di tutti coloro cui il relativo atto venga notificato, l'onere, a pena di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8545 del 28 maggio 2003
«Legittimato a proporre l'impugnazione per nullità del lodo arbitrale è soltanto colui il quale sia stato formalmente parte del giudizio arbitrale in cui è stato pronunciato il lodo da impugnare e non colui che a tale giudizio sia rimasto estraneo,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6291 del 16 maggio 2000
«Anche nel giudizio di impugnazione per nullità del lodo arbitrale è applicabile il principio secondo cui la proposizione dell'impugnazione principale determina, nei riguardi di tutti coloro cui il relativo atto venga notificato, l'onere, a pena di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4943 del 4 aprile 2001
«La previsione nella clausola compromissoria di «inappellabilità del lodo arbitrale» non è nulla, atteso che non esclude il rimedio della impugnazione per nullità del lodo, ma lo limita alle censure per errores in procedendo, di cui al primo comma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25268 del 1 dicembre 2009
«Nell'arbitrato irrituale, attesa la sua natura volta ad integrare una manifestazione di volontà negoziale sostitutiva di quella delle parti in conflitto, il lodo è impugnabile soltanto per i vizi che possono vulnerare simile manifestazione di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 29772 del 19 dicembre 2008
«In tema di arbitrato irrituale, allorché le parti abbiano assegnato agli arbitri il potere di adottare decisioni secondo diritto, il lodo così pronunciato, stante la sua irritualità, è impugnabile soltanto per incapacità e vizi della volontà degli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16049 del 17 agosto 2004
«Il lodo arbitrale irrituale è impugnabile, davanti al giudice ordinariamente competente, soltanto per i vizi che possono vulnerare ogni manifestazione di volontà negoziale (errore, violenza, dolo, incapacità delle parti o dell'arbitro), mentre è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13114 del 15 luglio 2004
«In tema di arbitrato libero, l'avere le parti assegnato agli arbitri, all'esito di procedimento non formale, il potere di adottare decisioni secondo diritto non impugnabili comporta che il lodo così pronunciato è impugnabile soltanto se la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 793 del 19 gennaio 2001
«In tema di nullità di un lodo arbitrale, il requisito della «riunione in conferenza personale» degli arbitri è condizione di validità della pronuncia, essendo il relativo precetto testualmente dettato dal primo comma dell'art. 823 c.p.c., ed...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1183 del 20 gennaio 2006
«L'inammissibilita dell'impugnazione del lodo arbitrale per inosservanza di regole di diritto, ai sensi dell'art 829, secondo comma, c.p.c. nel caso in cui le parti abbiano autorizzato gli arbitri a decidere secondo equità, sussiste anche qualora...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6933 del 7 maggio 2003
«Gli arbitri, autorizzati a pronunciare secondo equità ai sensi dell'art. 822 c.p.c., ben possono decidere secondo diritto allorché essi ritengano che diritto ed equità coincidano, senza che sia per essi necessario affermare e spiegare tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8937 del 4 luglio 2000
«Non sussiste contrapposizione tra diritto ed equità, atteso che il giudizio di equità richiede pur sempre il riferimento ad una fattispecie normativa e la comparazione tra norma di legge ed eventuale criterio equitativo prescelto, il quale può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4330 del 4 maggio 1994
«La disposizione dell'art. 2231 c.c. — secondo cui «quando l'esercizio di un'attività professionale è condizionata alla iscrizione in un albo od elenco, la prestazione eseguita da chi non è iscritto non gli dà azione per il pagamento della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10321 del 9 settembre 1992
«Qualora il compromesso affidi agli arbitri rituali il compito di decidere secondo equità è nel potere dei medesimi applicare il diritto ogni volta in cui ravvisino la sua coincidenza con l'equità, senza che ciò comporti vizio di eccesso di potere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5637 del 8 novembre 1984
«Quando gli arbitri sono stati autorizzati a pronunciare secondo equità, essi sono svincolati, nella formazione del loro giudizio ai fini della decisione della controversia, dalla rigorosa osservanza delle regole del diritto oggettivo, avendo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4823 del 27 febbraio 2009
«In tema di arbitrato, la decorrenza del termine fissato dalle parti o dalla legge per la pronuncia del lodo è interrotto, ai sensi dell'art. 820, secondo comma, cod. proc. civ. (nel testo, applicabile "ratione temporis", anteriore alle modifiche...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 15890 del 20 settembre 2012
«La controversia sulla nullità della delibera assembleare di una società a responsabilità limitata, in relazione all'omessa convocazione del socio, quale soggetta al regime di sanatoria previsto dall'art. 2379 bis c.c., è compromettibile in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 19047 del 6 settembre 2010
«In tema di arbitrato, la disciplina sull'impugnabilità con regolamento di competenza, necessario o facoltativo (artt. 42 e 43 c.p.c.), della sentenza del giudice di merito affermativa o negatoria della propria competenza sulla convenzione di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8563 del 7 agosto 1993
«Con riguardo al giudizio dinnanzi ad arbitri, ogni questione concernente la violazione dei limiti del compromesso e della clausola compromissoria, trovando la propria specifica disciplina nell'art. 817 c.p.c., deve essere proposta «nel corso del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23638 del 11 novembre 2011
«L'ordinanza con cui il presidente del tribunale, decidendo sull'istanza di ricusazione di un arbitro (nella specie, con dichiarazione di cessazione della materia del contendere), provveda sulle spese processuali, è impugnabile per cassazione ai...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23056 del 15 novembre 2010
«In tema di ricusazione dell'arbitro, la formula contenuta nell'art. 51, numero 1, c.p.c., che (nel regime anteriore alla modifica dell'art. 815 c.p.c. operata dall'art. 21 del d.l.vo n. 40 del 2006) prevede tra le cause di astensione obbligatoria...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12703 del 29 agosto 2003
«I provvedimenti di volontaria giurisdizione emanati da un giudice straniero, in virtù dell'art. 801, c.p.c. (applicabile nella specie ratione temporis, ex art. 73, legge n. 218 del 1995), devono essere fatti valere in Italia ai sensi degli artt....»