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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 28554 del 24 giugno 2004
«La circostanza attenuante del ravvedimento operoso prevista dalla seconda parte dell'art. 62, n. 6 c.p. ha pacificamente natura soggettiva ed è ravvisabile solo se l'azione è determinata da motivi interni e non influenzata da fattori quali...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10594 del 3 novembre 1992
«L'attivo ravvedimento del reo, di cui all'art. 62 n. 6 seconda parte c.p., deve mirare ad elidere o ad attenuare le conseguenze dannose o pericolose del reato, per tali intendendosi quelle conseguenze che da un lato siano estranee all'esecuzione e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7811 del 8 luglio 1992
«Il nesso della continuazione, essendo legato ad una intenzione del reo, che opera sul piano fenomenico, non può considerarsi necessariamente interrotto da un elemento del tutto formale, quale è quello rappresentato dalla sentenza di condanna o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46129 del 29 novembre 2003
«È legittimo il diniego del nulla-osta al rilascio del passaporto, a norma dell'art. 3, lett. d), della L. 21 novembre 1967 n. 1185, in relazione all'esecuzione di pena pecuniaria convertibile in libertà controllata per una durata superiore a due...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 23613 del 20 maggio 2004
«In materia di successione di leggi penali, l'art. 2 comma terzo c.p. prende in considerazione tutti i mutamenti legislativi intervenuti, stabilendo che deve applicarsi la legge le cui disposizioni sono più favorevoli al reo; pertanto una volta che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9234 del 29 agosto 1995
«In tema di individuazione dalla norma più favorevole al reo, da applicare in caso di successione di leggi nel tempo, la disciplina più favorevole va individuata sulla base di un raffronto oggettivo fra le norme applicabili e non già in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42973 del 7 novembre 2012
«Ricorre il dolo eventuale quando chi agisce si rappresenta come seriamente possibile (ma non come certa) l'esistenza di presupposti della condotta ovvero il verificarsi dell'evento come conseguenza dell'azione e, pur di non rinunciare all'azione e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10411 del 15 marzo 2011
«In tema di elemento soggettivo del reato, ricorre il dolo eventuale quando si accerti che l'agente, pur essendosi rappresentato la concreta possibilità di verificazione di un fatto costituente reato come conseguenza della propria condotta, avrebbe...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37867 del 18 settembre 2015
«In tema di irrogazione del trattamento sanzionatorio, quando per la violazione ascritta all'imputato sia prevista alternativamente la pena dell'arresto e quella dell'ammenda, il giudice non è tenuto ad esporre diffusamente le ragioni in base alle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5583 del 4 maggio 1999
«In materia di sostituzione delle pene detentive brevi, e con riferimento ai criteri di cui agli artt. 132 e 133 c.p., il giudice non può includere nel criterio di scelta l'eventuale «convenienza», prospettata dalla parte, di vedersi infliggere la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 29978 del 17 luglio 2003
«È ammissibile la domanda di oblazione, ex art. 162 bis c.p., anche se proposta successivamente alla presentazione della opposizione a decreto penale, nell'ipotesi in cui tale domanda non avrebbe potuto essere tempestivamente proposta, poiché non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1905 del 17 febbraio 1996
«In materia di reati concernenti le armi, l'ipotesi di lieve entità prevista dall'art. 4 comma terzo legge 18 aprile 1975 n. 110 concreta una circostanza attenuante e non una figura autonoma di reato. Pertanto, poiché per l'ipotesi non attenuata di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5563 del 4 febbraio 1997
«L'art. 177 c.p. prevede tassativamente i casi in cui può farsi luogo alla revoca della liberazione condizionale, con la conseguenza che non è consentito applicare la disposizione stessa, peraltro di stretta interpretazione trattandosi di istituto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8667 del 7 luglio 1999
«In tema di resistenza a pubblico ufficiale, la condotta penalmente rilevante deve intendersi rappresentata da qualsivoglia attività omissiva o commissiva che si traduca in atteggiamento, anche talora implicito, purché percepibile ex adverso, che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7014 del 14 giugno 2000
«Perché l'atto del pubblico ufficiale possa dirsi arbitrario ai fini del riconoscimento della scriminante di cui all'art. 4 D.L.vo Lgt. 14 settembre 1944, n. 288, non basta che esso sia posto in essere contra legem, ma è necessaria la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34696 del 24 settembre 2010
«Non integra il delitto di calunnia colui che al momento dell'arresto fornisce agli operanti false generalità, attribuendosi l'identità di altra persona realmente esistente.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18364 del 17 aprile 2003
«Nel caso di arresto in flagranza di reato, non integra il delitto di calunnia rendere false generalità, atteso che tale condotta della persona arrestata non è idonea a determinare l'avvio di indagini o il promuovimento dell'azione penale nei...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37463 del 14 ottobre 2005
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, per l'operatività della causa di giustificazione di cui all'art. 51 c.p. è necessario che la verità oggettiva dei fatti, intesa come rigorosa corrispondenza alla realtà, sia rispettata per tutti quegli...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1037 del 25 gennaio 1986
«In riferimento alla circostanza aggravante speciale prevista dall'art. 576, n. 3 c.p., l'evaso deve considerarsi equiparato al latitante sia perché, come questi, costituisce un grave e costante pericolo sociale per le stesse condizioni di vita,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6199 del 18 febbraio 2011
«In tema di favoreggiamento personale, sussiste la circostanza aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416 bis c.p., ovvero al fine di agevolare l'attività dell'associazione di tipo mafioso (art. 7 D.L....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24753 del 11 giugno 2015
«In tema di favoreggiamento personale, sussiste l'aggravante di cui all'art. 7 D.L. n. 152 del 1991, conv. in L. n. 203 del 1991, qualora la condotta favoreggiatrice diretta ad aiutare taluno a sottrarsi alle ricerche dell'Autorità sia posta in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7847 del 16 giugno 1999
«Nel delitto di evasione per allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari, oggetto della tutela penale è il rispetto dovuto all'autorità delle decisioni giudiziarie sul presupposto di un legittimo stato di arresto o di detenzione del soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7659 del 23 febbraio 2004
«Configura il delitto di evasione la condotta di colui che si allontani dal luogo ove si trovi in stato di coercizione personale e vigilato dagli organi di polizia che hanno operato l'arresto, anche se non sia stato ancora redatto il relativo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3948 del 25 marzo 1999
«Il reato di cui all'art. 385 c.p. si consuma con il semplice volontario allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari, indipendentemente dall'asserita intenzione di farvi ritorno. (Nella specie, peraltro, l'intenzione di rientrare nel luogo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22014 del 22 giugno 2006
«Configura il delitto di evasione la condotta di colui che, destinatario di un provvedimento coercitivo, si allontani dalla propria abitazione alla vista delle forze dell'ordine che verbalmente lo hanno dichiarato in arresto.»
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Cassazione penale, Sez. VII, sentenza n. 4186 del 29 gennaio 2003
«L'attenuante di cui all'art. 385, comma 4, c.p., che ha carattere di specialità rispetto a quella prevista dall'art. 62 n. 6 c.p., è applicabile all'imputato evaso dagli arresti domiciliari nelle sole ipotesi in cui questi, prima della condanna,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1458 del 30 ottobre 1995
«In tema di evasione dagli arresti domiciliari (art. 385, comma 3, c.p.) l'attenuante della costituzione prima della condanna è applicabile solo ove l'evaso si sia costituito in carcere o abbia posto in essere una condotta a questa assimilabile,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 11343 del 10 dicembre 1993
«L'attenuante della costituzione dell'evaso in carcere prima della condanna è applicabile anche all'ipotesi, prevista dal terzo comma dell'art. 385 c.p., dell'imputato che, essendo in stato di arresto nella propria abitazione o in altro luogo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9390 del 4 settembre 1992
«Nell'ipotesi in cui l'imputato si allontani arbitrariamente dal luogo ove egli è tenuto a rimanere, perché sottoposto agli arresti domiciliari, l'attenuante del ravvedimento attuoso può essere applicata solo se, prima della condanna, egli si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7470 del 26 giugno 1992
«In tema di evasione, il presupposto dell'attenuante, di cui agli artt. 385, quarto comma, c.p. e 47 ter, ottavo comma, u.p. L. 26 luglio 1975, n. 354, è esclusivamente la costituzione in carcere, che non può, in alcun modo, realizzarsi nello stato...»