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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1557 del 11 febbraio 2000
«Il potere attribuito all'imprenditore, a norma dell'art. 2109 c.c., di fissare il periodo di godimento delle ferie da parte dei dipendenti implica anche quello di modificarlo pur in difetto di fatti sopravvenuti, in base soltanto a una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13953 del 16 giugno 2009
«In tema di rapporto di lavoro dirigenziale, non spetta a tutti i dirigenti, in quanto tali, la piena autonomia decisionale nella determinazione del se e quando godere delle ferie, non potendo presumersi il contrario in forza del principio per cui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14891 del 28 giugno 2006
«Nella fattispecie di recesso del datore di lavoro per l'ipotesi di assenze determinate da malattia del lavoratore, tanto nel caso di una sola affezione continuata, quanto in quello del succedersi di diversi episodi morbosi (cosiddetta eccessiva...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9032 del 6 luglio 2000
«In ipotesi di avvenuto superamento del periodo di comporto, l'accettazione, da parte del datore di lavoro, della ripresa della attività lavorativa del dipendente non equivale di per sé a rinuncia al diritto di recedere dal rapporto, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 28460 del 28 novembre 2008
«Nei casi in cui la contrattazione collettiva di categoria prevede nella lettera di alcune sue clausole un unico termine di comporto con riferimento sia alle assenze che all'infortunio, il giudice di merito deve accertare - all'esito di una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13624 del 24 giugno 2005
«...essendo il superamento del periodo di comporto condizione di legittimità del recesso, in mancanza di un comporto determinato dalla legge, è preliminare ed essenziale l'accertamento — da parte del giudice di merito — del comporto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7730 del 23 aprile 2004
«Nell'ipotesi di rapporto di lavoro con invalido assunto obbligatoriamente ai sensi della legge 12 aprile 1968, n. 482, le assenze dovute a malattie collegate con lo stato di invalidità non possono essere computate nel periodo di comporto, ai fini...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6601 del 12 giugno 1995
«Nella determinazione, con il criterio dell'equità, del tempo massimo del periodo di comporto per assenze frazionate, in mancanza di una disciplina collettiva delle conseguenze di tali assenze, il giudice deve tendere ad assimilare quanto più...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9974 del 28 luglio 2000
«La sospensione del rapporto di lavoro in periodo di servizio di leva, con conseguente dispensa del lavoratore dal dovere, contrattualmente stabilito, di comunicare le variazioni del proprio indirizzo, presuppone la previa comunicazione da parte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8617 del 23 giugno 2001
«Ai sensi dell'art. 2119, secondo comma, c.c., la cessazione del rapporto di lavoro non deriva automaticamente dal fallimento dell'imprenditore o dalla liquidazione coatta amministrativa dell'azienda, ma può aversi o per effetto del licenziamento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3512 del 9 marzo 2001
«L'istituto del trasferimento di azienda, cui consegue la tutela dei lavoratori, ai sensi dell'art. 2112 c.c. e secondo le finalità protettive indicate dalla Direttiva del Consiglio delle comunità europee 14 febbraio 1977, n. 187, presuppone che, a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13171 del 8 giugno 2009
«In materia di trasferimento di parte (c.d. ramo) di azienda, tanto la normativa comunitaria (direttive CE nn. 98/50 e 2001/23) quanto la legislazione nazionale (art. 2112, comma quinto, c.c., sostituito dall'art. 32 del D.L.vo 10 settembre 2003,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6452 del 17 marzo 2009
«In materia di trasferimento d'azienda, la direttiva CE 77/187, come ripresa nel contenuto dalla direttiva CE 98/50 e, infine, razionalizzata nel testo mediante sostituzione con la direttiva CE 2001/23 (all'origine della rinnovata versione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17434 del 8 agosto 2007
«Il trasferimento di un ramo di azienda che costituisca, prima del trasferimento, un'entità dotata di autonomia ed unitaria organizzazione è configurabile come trasferimento aziendale ai sensi dell'art. 2112 c.c., mentre non è riconducibile alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8017 del 6 aprile 2006
«Per «ramo d'aziende», ai sensi dell'art. 2112 c.c. (così come modificato dalla legge 2 febbraio 2001, n. 18, in applicazione della direttiva CE n. 98/50), come tale suscettibile di autonomo trasferimento riconducibile alla disciplina dettata per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 26668 del 6 dicembre 2005
«Premesso che la disciplina dettata dall'art. 2112 c.c. (in ordine alla successione dell'imprenditore cessionario all'imprenditore cedente nel rapporto di lavoro) trova applicazione non solo nel caso di trasferimento dell'intera azienda, ma anche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 206 del 10 gennaio 2004
«L'art. 2112 c.c., anche nel testo anteriore alle modifiche di cui al D.L.vo n. 18 del 2001, attuativo della direttiva comunitaria n. 50 del 1998, consente, letto in linea con la giurisprudenza comunitaria formatasi in merito alla interpretazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19105 del 13 dicembre 2003
«In caso di cessione di ramo di azienda, la garanzia della continuazione del rapporto di lavoro dei dipendenti addetti al ramo ceduto, assicurata dall'art. 2112 c.c. e dall'art. 47 della legge n. 428 del 1990, ben può attuarsi, nel rispetto della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7517 del 29 marzo 2010
«La disciplina posta dal secondo comma dell'art. 2112 c.c., che prevede la solidarietà tra cedente e cessionario per i crediti vantati dal lavoratore al momento del trasferimento d'azienda a prescindere dalla conoscenza o conoscibilità degli stessi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17151 del 24 giugno 2008
«In caso di trasferimento d'azienda si realizza una successione a titolo particolare nella generalità dei rapporti preesistenti dal cedente al cessionario ; ne consegue che, ove rispetto ad uno dei rapporti sia pendente una controversia, il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15495 del 11 giugno 2008
«Il preavviso di licenziamento non ha efficacia reale, bensì obbligatoria, con la conseguenza che, nell'ipotesi in cui una delle parti eserciti la facoltà di recedere con effetto immediato, il rapporto si risolve immediatamente, con l'unico obbligo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9031 del 12 maggio 2004
«Si ha trasferimento di azienda in tutti i casi in cui, ferma restando l'organizzazione del complesso di beni destinati all'esercizio dell'attività economica, ne muta il titolare; in questo caso, i rapporti di lavoro preesistenti al trasferimento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11422 del 30 agosto 2000
«In caso di trasferimento di un ramo di azienda, l'art. 47 della L. n. 428 del 1990 e l'art. 2112 c.c. (in parte modificato dal citato art. 47, terzo comma) garantiscono la continuazione del rapporto e la salvaguardia dei diritti acquisiti (salva...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2734 del 12 febbraio 2004
«Con riferimento alla disciplina dettata in tema di rinunce e transazioni, di cui all'art. 2113 c.c.,(disponente l'invalidità di tali atti quando hanno per oggetto diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11107 del 26 luglio 2002
«La disposizione dell'art. 2213, primo comma, c.c., che stabilisce l'invalidità delle rinunzie e transazioni aventi per oggetto diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge e dei contratti collettivi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 304 del 14 gennaio 1998
«L'accettazione del licenziamento da parte del lavoratore, ossia la manifestazione di volontà di quest'ultimo di non contestare l'avvenuto esercizio della facoltà di recesso del datore di lavoro non rientra nella previsione dell'art. 2113 c.c., non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6723 del 19 luglio 1994
«L'accettazione, da parte del lavoratore, del provvedimento datoriale di sospensione del lavoro, quale alternativa al licenziamento, per temporanea mancanza o insufficienza di commesse, comporta la perdita del diritto alla retribuzione, attesi il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13466 del 20 luglio 2004
«L'impugnazione di una rinuncia o transazione ex art. 2113 c.c. da parte del lavoratore ne determina l'automatica caducazione anche se proposta oltre il termine di sei mesi prescritto dalla citata disposizione, essendo onere del datore di lavoro...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17785 del 12 dicembre 2002
«Con riguardo alla speciale impugnativa della transazione tra datore di lavoro e lavoratore, prevista dall'art. 2113, terzo comma, c.c., l'intervento dell'ufficio provinciale del lavoro è in sé idoneo a sottrarre il lavoratore a quella condizione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7139 del 9 maggio 2003
«Colui che intende far accertare la natura subordinata del proprio rapporto di lavoro, al fine di poter usufruire delle relative prestazioni previdenziali e assicurative, ha l'onere di provare in modo certo l'elemento tipico qualificante del...»