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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9122 del 25 agosto 1995
«Le disposizioni di cui all'art. 210 c.p.p. nell'esame di persone imputate in un procedimento connesso o imputate di un reato collegato si applicano anche quando la persona da esaminare è sottoposta ad indagini e non è ancora imputata. L'art. 61...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5377 del 12 aprile 1990
«La responsabilità del compartecipe ex art. 116 c.p. — che si inserisce nell'ambito della forma dolosa di colpevolezza — può essere esclusa solo quando il reato diverso e più grave si presenti come un evento atipico, dovuto a circostanze...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 18765 del 18 aprile 2003
«Il principio sancito dagli artt. 62 e 63, comma 2, c.p.p., della inutilizzabilità erga omnes delle dichiarazioni rese dall'indagato, ancorché di reato connesso o collegato, deve essere inteso in relazione alla sua ratio, che è ispirata alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2307 del 23 febbraio 1998
«Il disposto dell'art. 62 c.p.p. vieta l'assunzione di testimonianza sulle dichiarazioni comunque rese nel corso del procedimento dall'imputato o dalla persona sottoposta alle indagini. Tale disposto, per il suo tenore letterale (uso dell'avverbio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 779 del 21 gennaio 1999
«Il divieto di testimonianza posto dall'art. 62 c.p.p. ha per oggetto le dichiarazioni rese dall'indagato con riferimento al fatto relativamente al quale egli è stato sentito. Detto divieto non opera pertanto qualora il contenuto di tali...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32464 del 29 agosto 2001
«Il divieto di testimonianza sulle dichiarazioni dell'imputato o dell'indagato (art. 62 c.p.p.) riguarda anche le dichiarazioni rese, dalla persona poi sottoposta alle indagini, nel corso di un'attività amministrativa (ispettiva o di vigilanza),...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1732 del 24 luglio 1997
«I c.d. «agenti provocatori» non possono testimoniare, ostandovi il disposto di cui all'art. 62 c.p.p., sulle dichiarazioni comunque rese da coloro con i quali sono venuti in contatto e che, con l'acquisizione della notizia di reato, abbiano già...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10621 del 9 ottobre 1998
«Dal tenore letterale e dalla ratio della norma del capoverso dell'art. 63 c.p.p., come dal suo necessario coordinamento con le disposizioni di cui agli artt. 62 e 350 c.p.p., si deve ritenere che la preclusione all'utilizzazione dibattimentale,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12976 del 5 aprile 2012
«In caso di esame dbattimentale in qualità di testimone assistito ex art. 197 bis, comma secondo cod. proc. pen., di imputato di reato connesso o interprobatoriamente collegato allo stesso non deve essere dato l'avviso di cui all'art. 64, comma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36685 del 24 settembre 2008
«L'imputato concorrente nel medesimo reato ascritto al soggetto cui si riferiscono le sue dichiarazioni accusatorie non deve ricevere, l'avvertimento previsto dall'art. 64, comma terzo, lett. c ), c.p.p., non potendo assumere, prima della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1603 del 20 gennaio 2005
«L'avvertimento di cui all'art. 64, comma 3, lett. c), c.p.p. circa l'assunzione, da parte della persona interrogata, dell'ufficio di testimone se renderà dichiarazioni su fatti concernenti la responsabilità di altri soggetti, non è dovuto nel caso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17900 del 10 maggio 2002
«L'art. 26 comma 2 della legge 1 marzo 2001, n. 63, condiziona la conservazione dell'efficacia alle dichiarazioni rese dai soggetti indicati dagli artt. 64 e 197 bis c.p.p. alla loro rinnovazione da parte del pubblico ministero, purché il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 21602 del 25 maggio 2009
«Le dichiarazioni eteroaccusatorie rese dal coimputato nell'interrogatorio svoltosi prima dell'entrata in vigore della L. 1 marzo 2001, n. 63, e, quindi, non precedute dall'avvertimento previsto dalla nuova formulazione dell'art. 64 comma terzo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34171 del 26 agosto 2008
«L'inutilizzabilità, per inosservanza della disposizione sul previo avvertimento ex art. 64, terzo comma, lett. c ), c.p.p., delle dichiarazioni rese come persona informata sui fatti dal soggetto che invece avrebbe dovuto essere imputato di reato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34560 del 6 giugno 2007
«Sono utilizzabili le dichiarazioni accusatorie nei confronti del coimputato — fatte in sede di esame dibattimentale dall'imputato del medesimo reato nell'ambito dello stesso procedimento, pure in assenza degli avvertimenti prescritti dall'art. 64,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6054 del 21 giugno 1997
«Ai fini dell'interruzione della prescrizione le dichiarazioni spontanee rese all'autorità giudiziaria equivalgono all'interrogatorio solo ove, nel corso della loro acquisizione, venga contestato il fatto per il quale si procede ed il propalante...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2700 del 27 febbraio 1999
«L'incertezza o l'erronea identificazione della persona autrice del reato non vanno confuse con l'incertezza o la falsità delle generalità che la contraddistinguono. Ne consegue che, nella prima ipotesi, in cui la persona chiamata a rispondere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5472 del 12 maggio 1995
«La formula di proscioglimento «per essere rimasti ignoti gli autori del reato» presuppone l'assoluta impossibilità di identificare fisicamente l'imputato e non la difficoltà o l'incertezza di pervenire alla esatta acquisizione delle generalità,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1338 del 4 aprile 1998
«Una volta che l'azione penale sia stata esercitata con l'emissione del decreto di citazione a giudizio da parte del P.M. presso la pretura, non è ammissibile, per il principio di irretrattabilità dell'azione penale, una successiva richiesta di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10177 del 11 novembre 1997
«L'incertezza sull'individuazione anagrafica, quando sia certa l'identità fisica dell'imputato, non pregiudica il compimento di atti di indagine e la celebrazione del giudizio, competendo rispettivamente prima al pubblico ministero e poi al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5945 del 12 giugno 1996
«Allorquando sia certa l'identità fisica dell'autore del reato, nei confronti dello stesso — identificabile con qualsiasi mezzo idoneo a fornire una dimostrazione scientifica dell'identità — deve essere esercitata l'azione penale.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3149 del 8 ottobre 1991
«In tema di misure cautelari personali, l'art. 286 c.p.p. stabilisce che, se la persona da sottoporre in custodia cautelare si trova in stato di infermità di mente che ne esclude o ne diminuisce grandemente la capacità di intendere o di volere, il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 35616 del 27 settembre 2007
«Il registro utilizzato dalle cancellerie giudiziarie per l'annotazione del deposito delle minute delle sentenze, benché sia un registro sussidiario e quindi non obbligatorio, è atto pubblico fidefaciente e quindi ha valore di prova documentale.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 38809 del 21 ottobre 2005
«Il termine a difesa al quale, ai sensi dell'art. 184, comma 2, c.p.p., ha diritto la parte la quale dichiari di essere comparsa al solo fine di far rilevare l'irregolarità della citazione, dell'avviso o delle relative notifiche, dev'essere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5613 del 12 maggio 2000
«In tema di risarcimento del danno, il soggetto legittimato all'azione civile è il danneggiato che non necessariamente si identifica con il soggetto passivo del reato in senso stretto, ma è chiunque abbia riportato un danno eziologicamente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9475 del 22 ottobre 1997
«Fermo il principio che la valutazione dell'ammissibilità della costituzione di parte civile, sia nel giudizio di primo grado sia negli ulteriori stati e gradi di giudizio, non può prescindere dal criterio dell'interesse, deve ritenersi che la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1266 del 28 maggio 1996
«Il danneggiato, cui ai sensi degli artt. 185 c.p. e 74 c.p.p. spetta il risarcimento e che si può, ma non si deve necessariamente, identificare col soggetto passivo del reato in senso stretto, è chiunque abbia riportato un danno eziologicamente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 59 del 10 gennaio 1990
«È affidato all'apprezzamento del giudice del merito accertare se l'interesse che l'ente o l'associazione pretende azionare rientri in un collegamento concreto e effettivo col circostanziato ambito d'incidenza del sodalizio, di tal che questo sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 795 del 21 gennaio 1999
«Nel procedimento penale relativo al reato di esercizio abusivo di una professione, di cui all'art. 348 c.p., la costituzione di parte civile dell'associazione professionale (nella specie, l'Associazione nazionale medici dentisti — ANDI —) mira a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2123 del 3 marzo 1993
«Sussiste legittimazione alla costituzione di parte civile di un partito politico nel procedimento penale per omicidio volontario di un associato, soprattutto se rivestiva importanti incarichi e svolgeva funzioni di preminente importanza per il...»