-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47469 del 11 dicembre 2003
«In tema di rifiuto di generalità (art. 651 c.p.), atteso che il bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice è costituito dal potere-dovere di vigilanza attribuito dalla legge all'amministrazione di appartenenza del pubblico ufficiale al...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21730 del 28 maggio 2001
«Per la configurazione del reato di cui all'art. 651 c.p. è necessario che il soggetto il quale richieda ad altri di fornire le sue generalità, oltre che essere in servizio permanente, eserciti in concreto le pubbliche funzioni, giacché la nozione...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10027 del 23 settembre 2000
«Ai fini della individuazione della qualità di pubblico ufficiale, l'ente delle Ferrovie dello Stato, anche dopo la trasformazione in Spa, conserva le connotazioni proprie della originaria natura pubblicistica; conseguentemente non viene meno la...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3764 del 25 marzo 1998
«Poiché la ratio dell'art. 651 c.p. è quella di salvaguardare l'esigenza di consentire al pubblico ufficiale una pronta e compiuta identificazione del soggetto in circostanze di interesse generale, e allo scopo precipuo di evitare intralci...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8624 del 26 settembre 1997
«L'obbligo di fornire le richieste indicazioni sulla propria identità personale, penalmente sanzionato dall'art. 651 c.p., può essere assolto anche mediante esibizione, di un documento contenente i dati all'uopo necessari, sempre che lo stesso...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4898 del 23 maggio 1997
«All'agente venatorio deve essere riconosciuta la qualità di pubblico ufficiale, pur non essendo qualificabile come agente di polizia giudiziaria. Pertanto, il rifiuto di fornire le proprie generalità a guardia giurata che agisca nell'esercizio...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10378 del 14 luglio 1989
«Il rifiuto di consegnare un documento di riconoscimento integra — ricorrendone le altre condizioni richieste dalla legge (persone pericolose o sospette) — gli estremi del reato di cui agli artt. 4 T.U. legge di P.S. e 294 del relativo regolamento...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1959 del 15 febbraio 1988
«Non può configurarsi il reato di cui all'art. 651 c.p. quando non venga accertato un effettivo rifiuto d'indicazione sulla propria identità personale. Pertanto, il rifiuto di consegnare i propri documenti per la identificazione non concreta gli...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1804 del 23 febbraio 1985
«Il reato di cui all'art. 651 c.p. si perfeziona con il semplice rifiuto di indicare la propria identità personale, onde è irrilevante ai fini della sussistenza dell'illecito, che successivamente vengano fornite le generalità o che l'identità del...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6347 del 8 febbraio 2013
«Integra il reato di adunata sediziosa la condotta di chi prenda parte ad una riunione o ad un assembramento di dieci o più persone con uno scopo prestabilito e manifesti comportamenti di ribellione e di ostilità nei confronti di chi rappresenta...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12229 del 3 dicembre 1994
«Posto che, in base alla sentenza della Corte costituzionale n. 15/73, per «atteggiamento sedizioso», penalmente rilevante ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 655 c.p., deve intendersi quello «che implica ribellione, ostilità,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4860 del 9 aprile 1977
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 655 c.p. (radunata sediziosa), deve ritenersi sediziosa la condotta che rivela ribellione verso i pubblici poteri e verso gli organi dello Stato ai quali spetta il diritto-dovere di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9475 del 7 novembre 1996
«Il reato di pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico (art. 656 c.p.), è un reato di pericolo, sicché nulla rileva, ai fini della sua esclusione, il fatto che non si sia verificato alcun...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3967 del 17 marzo 1977
«A differenza della «voce», caratterizzata dalla vaghezza e dalla incontrollabilità, la «notizia» rilevante ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 656 c.p. (pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose), è...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25045 del 1 luglio 2002
«In tema di molestia o disturbo alle persone, la norma dell'art. 660 c.p. mira a prevenire il turbamento della pubblica tranquillità attuato mediante l'offesa alla quiete privata, e la relativa contravvenzione è procedibile d'ufficio. Ne consegue...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1731 del 12 dicembre 1999
«La remissione di querela non produce effetti per il reato di molestia o disturbo alle persone (art. 660 c.p.). Con detta previsione, il legislatore ha, infatti, inteso tutelare, oltre alla quiete privata, la tranquillità pubblica, avuto riguardo...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7437 del 24 giugno 1998
«In materia di molestia o disturbo alle persone, l'art. 660 c.p. è teso a punire quei comportamenti astrattamente idonei a suscitare nella persona direttamente offesa e, a volte, anche nella gente, reazioni violente o moti di disgusto o di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11208 del 9 novembre 1994
«Con la disposizione prevista dall'art. 660 c.p. il legislatore, attraverso la previsione di un fatto recante molestia alla quiete di un privato, ha inteso tutelare la tranquillità pubblica per l'incidenza che il suo turbamento ha sull'ordine...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3758 del 28 gennaio 2014
«Il reato di molestia di cui all'art. 660 cod. pen. non è necessariamente abituale, per cui può essere realizzato anche con una sola azione di disturbo o di molestia, purché ispirata da biasimevole motivo o avente il carattere della petulanza, che...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24510 del 30 giugno 2010
«Non integra il reato di molestia o disturbo alla persona col mezzo del telefono o l'invio di un messaggio di posta elettronica che provochi turbamento o fastidio nel destinatario.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 28853 del 15 luglio 2009
«Ai fini della configurabilità del reato di molestia o disturbo alle persone, si intende aperto al pubblico il luogo cui ciascuno può accedere in determinati momenti ovvero il luogo al quale può accedere una categoria di persone che abbia...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17787 del 5 maggio 2008
«Il reato di molestie o disturbo alle persone, pur non essendo per sua natura necessariamente abituale, in quanto può essere realizzato anche con una sola azione di disturbo o di molestia, può però assumere tale forma, incompatibile con la...»
-
Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 32321 del 8 agosto 2007
«L'esercizio del diritto di libera espressione del pensiero, per spiegare la propria funzione scriminante in relazione al reato di molestia o disturbo delle persone, deve essere esercitato entro limiti ben definiti e non esclude la contravvenzione...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19438 del 18 maggio 2007
«Integra il reato di molestie, la condotta di continuo ed insistente corteggiamento, che risulti non gradito alla persona destinataria, in quanto tale comportamento è oggettivamente caratterizzato da petulanza. (Nel caso di specie l'imputato, ex...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8198 del 8 marzo 2006
«Il reato di cui all'art. 660 c.p. consiste in qualsiasi condotta oggettivamente idonea a molestare e disturbare terze persone, interferendo nell'altrui vita privata e nell'altrui vita di relazione. (Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che il...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23521 del 19 maggio 2004
«Il reato di molestia di cui all'art. 660 c.p. non è necessariamente abituale, per cui può essere realizzato anche con una sola azione di disturbo o di molestia. (Nella specie è stata ritenuta molesta una sola telefonata effettuata alle ore 23,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14512 del 24 marzo 2004
«La pluralità di azioni di disturbo costituisce elemento costitutivo del reato di cui all'art. 660 c.p. e non può, quindi, essere riconducibile all'ipotesi di reato continuato.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9619 del 2 marzo 2004
«In tema di molestia o disturbo alle persone (art. 660 c.p.), se, per un verso, deve ritenersi la configurabilità del reato anche quando l'agente esercita, o crede di esercitare, un proprio diritto, in modo tale, tuttavia, da rivelare l'esistenza...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12230 del 3 dicembre 1994
«Perché una condotta possa assumere rilievo, ai fini della configurabilità del reato di molestie di cui all'art. 660 c.p., non è sufficiente che essa sia di per sè molesta o arrechi disturbo, ma è altresì necessario che sia accompagnata da...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3494 del 7 gennaio 1994
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 660 c.p., per «petulanza», deve intendersi un modo di agire pressante, indiscreto e impertinente, che sgradevolmente interferisca nella sfera della libertà e della quiete di altre persone; mentre...»