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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 20780 del 18 maggio 2009
«Il meccanismo di computo dei termini di durata delle misure cautelari prevsito dal terzo comma dell'art. 297 c.p.p. (cd. “contestazione a catena”) non si applica al caso in cui la precedente ordinanza cautelare sia stata emessa nell'ambito di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16492 del 24 aprile 2007
«Ai fini dell'applicazione dell'articolo 297, comma 3, del c.p.p., la nozione di anteriore «desumibilità» delle fonti indiziarie, poste a fondamento dell'ordinanza cautelare successiva, dagli atti inerenti la prima ordinanza cautelare, non va...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2136 del 11 giugno 1999
«In tema di giudizio di appello, appartiene al giudice di secondo grado (ed anche al giudice di rinvio che debba decidere su di un appello in materia di provvedimenti restrittivi della libertà) il potere di sostituire, integrare e modificare la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 996 del 15 aprile 1998
«In tema di divieto di «contestazioni a catena», di cui all'art. 297, comma 3, c.p.p., il termine al quale riferire la «desumibilità dagli atti» è diverso a seconda che in relazione al fatto oggetto della prima ordinanza cautelare sia o meno...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4042 del 5 novembre 1999
«Lo strumento della revoca della misure cautelari, in quanto diretto a consentire la valutazione della sussistenza ex ante e della persistenza ex post delle condizioni di applicabilità delle misure, non giustifica, in relazione alla sua funzione,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3716 del 23 novembre 1995
«La circostanza che in sede di revoca di una misura cautelare personale, dovendosi considerare sia i fatti sopravvenuti che quelli originari e sussistenti al momento dell'adozione dell'ordinanza impositiva, sia possibile una valutazione diversa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2829 del 5 giugno 1995
«La revoca della misura cautelare coercitiva postula il mutamento, in senso favorevole all'indagato, del quadro indiziario tenuto presente al momento dell'adozione del provvedimento, sicché, in difetto di sopravvenute ragioni positive, il cui onere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4135 del 4 gennaio 1995
«In tema di revoca delle misure cautelari, l'art. 299, comma 3, c.p.p., va interpretato in stretta correlazione con il suo comma 1, che espressamente evoca le «condizioni previste dall'art. 273»; un precetto dal quale è possibile ricavare il grado...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3944 del 16 febbraio 1994
«Nell'ipotesi di sospensione condizionale della pena subordinata all'adempimento di determinati obblighi, l'inosservanza di questi da parte del condannato non comporta la revoca automatica del beneficio, potendo il soggetto allegare la comprovata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 456 del 21 marzo 1992
«In materia di misure cautelari personali vige il principio della «domanda cautelare». Ciò, non soltanto quando debba procedersi all'adozione di una misura, ma pure quando vengano in considerazione le modalità esecutive della misura stessa perché...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4184 del 2 febbraio 1995
«Il disposto di cui all'art. 299, comma 4, c.p.p., il quale riconnette la sostituzione di una misura cautelare in precedenza disposta con una più grave all'aggravamento delle esigenze cautelari, non trova applicazione per l'ipotesi in cui la misura...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 235 del 23 febbraio 1993
«Le condizioni processuali, espressamente previste dalla legge, che legittimano il giudice per le indagini preliminari alla emissione dei provvedimenti in materia di misure cautelari, nello stesso momento in cui il provvedimento viene emesso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1635 del 22 maggio 1995
«L'adozione, da parte del giudice, del provvedimento previsto dall'art. 299, comma quarto, c.p.p., in caso di aggravamento delle esigenze cautelari (sostituzione della misura applicata con un'altra più grave o imposizione di modalità più gravose...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 671 del 11 marzo 1994
«Il procedimento in camera di consiglio di cui all'art. 127 c.p.p. con le connesse formalità di previo avviso alle parti non è espressamente previsto per la deliberazione di istanze di scarcerazione, essendo delimitato, appunto nella materia dei...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7674 del 27 febbraio 2002
«Nel procedimento di appello avverso le ordinanze de libertate sono ammissibili, purché compatibili con la sua natura incidentale ed attuate assicurando il contraddittorio, l'acquisizione e la conseguente valutazione di elementi probatori...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5543 del 30 gennaio 1995
«Al giudice dell'impugnazione è inibita l'adozione di misure coercitive a carico dell'imputato prosciolto, prima della pronuncia della sentenza che, riformando quella di primo grado, sia stata essa emessa all'udienza preliminare od all'esito di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4310 del 4 gennaio 1996
«L'obbligo di sentire previamente il difensore, che l'art. 301, comma 2, c.p.p. — nel testo risultante a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 219 del 1994 con la quale è stata dichiarata la parziale illegittimità della norma — pone...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1213 del 4 giugno 1999
«In materia di misure cautelari, nel caso della seconda fattispecie prevista dall'art. 302 c.p.p., cioè di rinnovazione del provvedimento cautelare per caducazione della precedente ordinanza, la violazione dell'obbligo processuale del giudice di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3719 del 12 settembre 1994
«Ai fini del ripristino della custodia cautelare, l'art. 302 c.p.p. non esige che l'interrogatorio avvenga a piede libero, ma che il titolo caducato non sia più operante, neppure di fatto, al momento dell'interrogatorio stesso e che il giudice,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9857 del 8 marzo 2007
«In ipotesi di ripristino della custodia cautelare in carcere contestualmente o successivamente alla sentenza di condanna, ai sensi dell'art. 307, comma secondo, lett. b), c.p.p., il giudice non è tenuto a espletare l'interrogatorio di garanzia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 460 del 18 febbraio 1999
«A fronte di una generica richiesta di applicazione di custodia cautelare, avanzata dal pubblico ministero nel corso del giudizio di primo grado nei confronti di soggetto già detenuto, in vista di una sua eventuale scarcerazione, il giudice, nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4412 del 8 febbraio 1996
«L'art. 307, primo comma c.p.p. prevede che l'applicazione, nei confronti dell'imputato scarcerato per decorrenza dei termini, di altre misure cautelari, di cui ricorrano i presupposti, è possibile ove permangano le ragioni, che avevano...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17092 del 8 ottobre 2012
«In tema di sicurezza sul lavoro, le prestazioni del Fondo vittime dell'amianto di cui all'art. 1, comma 241 e seguenti, della legge n. 244 del 2007, ai sensi del comma 242, non escludono e si cumulano alle prestazioni diverse dovute in favore dei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 925 del 24 gennaio 2012
«Le regole legali di ermeneutica contrattuale sono governate da un principio di gerarchia, in forza del quale i criteri degli artt. 1362 e 1363 c.c. prevalgono su quelli integrativi degli artt. 1365-1371 c.c., posto che la determinazione oggettiva...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6601 del 30 aprile 2012
«Ai fini della verifica della tempestività della costituzione del convenuto, il termine di cui all'art. 166 c.p.c., al pari di tutti i termini a ritroso, deve essere calcolato considerando quale "dies a quo", non computabile per il disposto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1994 del 13 febbraio 2012
«Il datore di lavoro, in caso di violazione delle norme poste a tutela dell'integrità fisica del lavoratore, è interamente responsabile dell'infortunio che ne sia conseguito e non può invocare il concorso di colpa del danneggiato, avendo egli il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5780 del 12 aprile 2012
«Il rifiuto preventivo espresso dal lavoratore contro un eventuale trasferimento, pur in presenza delle ragioni tecniche, organizzative e produttive, che ne avrebbero giustificato l'adozione, non autorizza il datore di lavoro a privare il...»
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Cassazione civile, Sez. I, ordinanza n. 4946 del 27 febbraio 2013
«L'annullabilità di una delibera di aumento del capitale sociale, laddove non ne sia stata disposta la sospensione dell'esecuzione ai sensi dell'art. 2378, terzo comma, cod. civ., non incide - ancorché ne possa derivare una modifica della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4739 del 23 marzo 2012
«La nozione di concorrenza sleale di cui all'art. 2598 c.c. va desunta dalla "ratio" della norma, che impone, alle imprese operanti nel mercato, regole di correttezza e di lealtà, in modo che nessuna si possa avvantaggiare, nella diffusione e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4993 del 8 febbraio 2010
«In tema di giudicato cautelare, non costituisce fatto nuovo, idoneo a modificare il quadro indiziario già valutato in sede di riesame ed a legittimare la revoca della misura, il mero fatto dell'adozione, sempre in sede cautelare, di una decisione...»