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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5396 del 13 marzo 1989
«La violenza sulle cose, quale circostanza aggravante del reato di violazione di domicilio e sulla base dell'indicazione legislativa contenuta nell'art. 392 c.p. (esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose), può consistere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8490 del 17 ottobre 1983
«L'esclusione della circostanza aggravante, la cui esistenza determina la procedibilità d'ufficio, non fa venire meno la procedibilità stessa, poiché l'aggravante, pur non potendo influire sulla misura della pena, conserva ogni altro suo effetto ai...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9483 del 18 ottobre 1982
«Ai fini dell'aggravante prevista dall'art. 614 ultimo comma c.p. non è sufficiente un rapporto occasionale tra gli atti di violenza e la violazione di domicilio, ma occorre un nesso teleologico fra le due azioni. Pertanto, se la violenza è usata...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1067 del 4 febbraio 1982
«Il semplice danneggiamento di una porta per aprirla e trattenersi sulla soglia dell'abitazione, è idoneo ad integrare la violenza prevista dall'art. 392, cpv., c.p., e quindi l'aggravante prevista dall'ultimo comma dell'art. 614 c.p., per la cui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4751 del 21 maggio 1983
«L'attenuante di aver cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di speciale tenuità non è applicabile al delitto di violazione di domicilio poiché tale reato offende non già il patrimonio, bensì l'inviolabilità del domicilio.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8996 del 10 agosto 2000
«L'assorbimento del reato di violazione di domicilio in quello di ragion fattasi si verifica solo quando l'esercizio del preteso diritto si concreta nel semplice ingresso e nella sola permanenza invito domino nella altrui abitazione (o negli altri...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16303 del 27 novembre 1989
«L'assorbimento del reato di violazione di domicilio in quello di ragion fattasi si verifica soltanto quando l'esercizio del preteso diritto si concreta o consiste nel solo ingresso e nella sola permanenza nell'altrui casa, invito domino. Quando...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7089 del 17 giugno 1988
«Il delitto di violazione di domicilio è assorbito nell'aggravante del furto ex art. 625 n. 1 c.p., ma non nel delitto di rapina, in cui il furto, che entra nella composizione complessa di detto reato, non è qualificato da alcuna aggravante.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4992 del 21 maggio 1985
«Il reato di violazione di domicilio non resta assorbito, ai sensi dell'art. 84 c.p., in quello di rapina impropria, in quanto non può considerarsi né elemento costitutivo né circostanza aggravante della rapina. (Nella specie è stato ritenuto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5088 del 19 maggio 1993
«L'abuso di poteri inerenti alle funzioni, che qualifica la condotta del delitto di violazione di domicilio commesso da un pubblico ufficiale, non postula la presenza degli estremi necessari per l'integrazione del reato di abuso di ufficio, potendo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9235 del 8 marzo 2012
«Il riferimento contenuto nel primo comma dell'art. 615 bis c.p. ai luoghi indicati nell'art. 614 dello stesso codice ha la funzione di delimitare gli ambienti nei quali l'interferenza nella altrui vita privata assume penale rilevanza, ma non anche...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25453 del 24 giugno 2011
«Non integra il reato di interferenze illecite nella vita privata (art. 615 bis c.p.), la condotta di colui che faccia riprese fotografiche e videofilmate dell'attività edificatoria in corso nella contigua proprietà della persona offesa e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7550 del 25 febbraio 2011
«Ai fini della configurabilità del reato di interferenze illecite nella vita privata di cui all'art. 615 bis c.p. è irrilevante la mancata identificazione, o la non identificabilità, della persona cui si riferisce l'immagine abusivamente captata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41375 del 28 ottobre 2009
«La riproduzione su un periodico di immagini attinenti alla vita privata di soggetto, captate, mediante strumenti di ripresa visiva a distanza, all'interno della sua abitazione, integra il reato di interferenze illecite nella vita privata, la cui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46509 del 17 dicembre 2008
«Integra il reato di interferenze illecite nella vita privata la condotta di colui che consenta ai giornalisti di introdursi nell'abitazione di un soggetto privato, in assenza di quest'ultimo, e di effettuare riprese fotografiche - successivamente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44156 del 26 novembre 2008
«Il reato di cui all'art. 615 bis c.p. (interferenze illecite nella vita privata) non è configurabile per il solo fatto che si adoperino strumenti di osservazione e ripresa a distanza, nel caso in cui tali strumenti siano finalizzati esclusivamente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 40577 del 30 ottobre 2008
«La ripresa fotografica da parte di terzi lede la riservatezza della vita privata ed integra il reato di cui all'art. 615 bis, c.p., sempre che vengano ripresi comportamenti sottratti alla normale osservazione dall'esterno, essendo la tutela del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1766 del 14 gennaio 2008
«Non integra il reato di interferenze illecite nella vita privata (art. 615 bis c.p.) la condotta di colui che mediante l'uso di strumenti di ripresa visiva provveda a filmare in casa propria rapporti intimi avvenuti con la convivente, in quanto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39827 del 30 novembre 2006
«Il reato di interferenze illecite nella vita privata, previsto dall'art. 615 bis c.p., è configurabile anche nel caso di indebita registrazione, da parte di un coniuge, di conversazioni che, in ambito domestico, l'altro coniuge intrattenga con un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18058 del 16 aprile 2003
«L'art. 615 bis c.p. tutela la riservatezza o privacy nei luoghi di privata dimora nei quali la stessa principalmente, ed in misura di gran lunga prevalente, si dispiega. Ne deriva, pertanto, che titolare dell'interesse protetto dalla norma non è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25666 del 12 giugno 2003
«Il reato di interferenze illecite nella vita privata (art. 615 bis c.p.) richiede il dolo generico, consistente nella volontà cosciente dell'agente di procurarsi indebitamente immagini inerenti la “privacy” altrui. (Applicando tale principio, la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28251 del 9 luglio 2009
«Non integra il reato di interferenze illecite nella vita privata (art. 615 bis c.p.) la condotta di colui che installi nell'auto di un soggetto (nella specie ex fidanzata) un telefono cellulare, con suoneria disattivata e con impostata la funzione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4926 del 4 febbraio 2009
«L'occulta collocazione all'interno di un'autovettura di un telefono cellulare in grado di intercettare le conversazioni intercorse tra le persone a bordo non integra il reato d'installazione d'apparecchiature atte ad intercettare od impedire...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22024 del 22 maggio 2013
«Integra il reato di accesso abusivo al sistema informatico la condotta del pubblico dipendente, impiegato della Agenzia delle entrate, che effettui interrogazioni sul sistema centrale dell'anagrafe tributaria sulla posizione di contribuenti non...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4694 del 7 febbraio 2012
«Il delitto di rivelazione di segreti d'ufficio riveste natura di reato di pericolo effettivo e non meramente presunto nel senso che la rivelazione del segreto è punibile, non già in sé e per sé, ma in quanto suscettibile di produrre nocumento a...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9891 del 11 marzo 2011
«Integra il reato di frode informatica, e non già soltanto quello di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, la condotta di introduzione nel sistema informatico delle Poste italiane S.p.A. mediante l'abusiva utilizzazione dei codici...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19463 del 21 maggio 2010
«Integra il reato di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615 ter c.p.) il pubblico ufficiale che, pur avendo titolo e formale legittimazione per accedere al sistema, vi si introduca su altrui istigazione criminosa nel...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1727 del 16 gennaio 2009
«L'accesso abusivo ad un sistema informatico (art. 615 ter, comma primo, c.p.) e l'accesso commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio, con abuso dei poteri o con violazione dei doveri o con abuso della qualità di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37322 del 1 ottobre 2008
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 615 ter c.p. (accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico ), la protezione del sistema può essere adottata anche con misure di carattere organizzativo, che disciplinino le...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2534 del 17 gennaio 2008
«Non integra il reato di accesso abusivo ad un sistema informatico (art. 615 ter c.p. ) la condotta di coloro che, in qualità rispettivamente di ispettore della Polizia di Stato e di appartenente all'Arma dei Carabinieri, si introducano nel sistema...»