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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12021 del 20 novembre 1998
«Nel rito del lavoro non è attribuita al giudice la facoltà di assegnare alle parti un termine per formulare o meglio articolare i capitoli di prova testimoniale, né, in particolare, una simile facoltà era desumibile - prima della sua abrogazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2359 del 4 marzo 1998
«Il fatto che, a norma dell'art. 5, legge 15 luglio 1966, n. 604 gravi sul datore di lavoro l'onere della prova della giusta causa o del giustificato motivo del licenziamento non esime il lavoratore, il quale neghi la sussistenza dei fatti posti a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12250 del 3 dicembre 1997
«Nel rito del lavoro, sia l'attore che il convenuto sono tenuti, a pena di decadenza, a specificare nei rispettivi atti introduttivi della controversia i mezzi di prova dei quali intendono avvalersi ed in particolare, quando si tratta di prove...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9896 del 12 novembre 1996
«Nel rito del lavoro l'indicazione specifica, nel ricorso introduttivo, dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi, prescritta dall'art. 414 n. 5 c.p.c. è stabilita solo ai fini della concentrazione dell'istruttoria nel rispetto del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8020 del 2 settembre 1996
«Nel rito del lavoro, l'omessa indicazione, nell'atto introduttivo del giudizio, dei mezzi di prova dei quali il ricorrente intende avvalersi determina non già l'inammissibilità del ricorso, bensì l'impossibilità di proporre in seguito i mezzi di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4330 del 24 ottobre 1989
«Nel nuovo rito del lavoro, che è caratterizzato dall'oralità, dall'immediatezza e dalla concentrazione degli atti processuali nonché dall'accentuata ufficialità del processo, la disciplina dettata dai nn. 3, 4 e 5 dell'art. 414 c.p.c. — secondo la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3385 del 21 maggio 1986
«Al fine di determinare il valore della causa la quantificazione della perdita pecuniaria conseguente ad una sanzione pecuniaria irrogata dal datore di lavoro ad un suo dipendente costituisce criterio del tutto insufficiente allorquando, ponendosi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1750 del 14 marzo 1986
«Ancorché non menzionato né dall'art. 414 c.p.c. né dall'art. 434 c.p.c. (che prescrivono le indicazioni che deve contenere il ricorso nel giudizio di primo grado e di appello), il rilascio della procura alle liti — previsto dalla disposizione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 752 del 16 gennaio 2007
«La notifica del ricorso per cassazione all'autorità amministrativa anziché all'Avvocatura dello Stato è possibile solo nell'ipotesi eccezionale di cui all'art. 23, quarto comma della legge n. 689 del 1981, che permette all'autorità, ed...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16457 del 27 settembre 2012
«In un giudizio promosso dal datore di lavoro, avente ad oggetto la domanda di accertamento negativo rispetto al verbale ispettivo emesso dal competente Istituto previdenziale per omessa contribuzione, qualora l'Istituto articoli la propria difesa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22289 del 21 ottobre 2009
«Alla stregua di quanto affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 13 del 1977 e con le successive ordinanze nn. 36 e 64 del 1978, nel rito del lavoro, l'attore convenuto in via riconvenzionale ha gli stessi poteri e correlativamente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20176 del 22 luglio 2008
«Nel rito del lavoro, l'onere di chiedere al giudice l'emissione di un nuovo decreto di fissazione dell'udienza, posto dall'art. 418 cod. proc. civ., a pena di decadenza, a carico del convenuto che abbia proposto domanda riconvenzionale, si applica...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10335 del 17 maggio 2005
«In tema di formalità di proposizione della domanda riconvenzionale nelle controversie soggette al rito del lavoro o alle quali tale rito si estenda, qualora la controversia principale sia stata erroneamente introdotta con il rito ordinario e venga...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12300 del 21 agosto 2003
«Nel rito del lavoro, l'onere di chiedere al giudice l'emissione di un nuovo decreto di fissazione dell'udienza, posto dall'art. 418 c.p.c., a pena di decadenza, a carico del convenuto che abbia proposto domanda riconvenzionale, non rispondendo in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5122 del 17 ottobre 1985
«Nel rito del lavoro la necessità per il convenuto che agisce in riconvenzionale di chiedere — a pena di decadenza come espressamente sancisce l'art. 418 c.p.c. — che il giudice adito fissi una nuova udienza di discussione assolve alla funzione di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16955 del 1 agosto 2007
«Nel rito del lavoro, l'inosservanza da parte del convenuto, che abbia ritualmente proposto, ai sensi dell'art. 416 c.p.c., domanda riconvenzionale, del disposto di cui al primo comma dell'art. 418 c.p.c. — il quale impone, a pena di decadenza...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 13025 del 4 dicembre 1991
«Nel rito del lavoro, l'inosservanza del convenuto, il quale formuli domanda riconvenzionale, all'onere di chiedere la fissazione di una nuova udienza, secondo le previsioni dell'art. 418, primo comma, c.p.c., implica decadenza, e, quindi,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6090 del 18 ottobre 1983
«Nel caso in cui il giudice del lavoro ritenga di non dover dare corso alla domanda riconvenzionale del convenuto (per un qualsiasi motivo di forma o di sostanza) dichiarandola in limine litis inammissibile, e così ometta di provvedere alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4347 del 19 aprile 1995
«Nel rito del lavoro, non determina nullità la mancata comunicazione al convenuto, che abbia proposto domanda riconvenzionale, della data fissata per la nuova udienza ai sensi dell'art. 418 c.p.c., considerato che tale comunicazione non è richiesta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19834 del 4 ottobre 2004
«A norma dell'art. 419, c.p.c., nelle controversie soggette al rito del lavoro l'intervento del terzo ex art. 105 c.p.c. non può avvenire oltre il termine stabilito per la costituzione del convenuto e, qualora sia tardivo, la tardività non può...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5689 del 21 maggio 1991
«Il provvedimento del giudice del lavoro che neghi la sussistenza delle condizioni necessarie per l'ammissibilità dell'intervento volontario del terzo (art. 419 c.p.c.) ha contenuto decisorio ma non definitivo e pertanto non è impugnabile con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2420 del 1 febbraio 2013
«Nel rito del lavoro, il potere di rilevazione, anche d'ufficio, delle eccezioni in senso lato può essere esercitato dal giudice d'appello solo sulla base di elementi probatori ritualmente e tempestivamente allegati agli atti. (Nella specie,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16182 del 25 luglio 2011
«Nel rito del lavoro l'esercizio del potere d'ufficio del giudice è possibile e doveroso solo allorquando si sia in presenza di allegazioni e di un quadro probatorio che, pur delineati dalla parti, presentino incertezze. Ne consegue che, in tema di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2526 del 7 febbraio 2006
«Qualora l'atto di appello riferito al rito del lavoro - la cui tempestività deve essere valutata con riguardo al momento del deposito del relativo ricorso in cancelleria - sia stato notificato presso il procuratore domiciliatario di una società...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1130 del 20 gennaio 2005
«Nel rito del lavoro, qualora il giudice abbia, nell'esercizio dei poteri d'ufficio di cui all'art. 421 c.p.c., assegnato ad una delle parti un termine per porre rimedio alle irregolarità riscontrate nella formulazione dei capitoli di prova, con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23929 del 23 dicembre 2004
«Nel rito del lavoro, la nullità del ricorso introduttivo per mancata indicazione degli elementi di fatto e di diritto posti alla base della domanda è sanabile alla stregua dell'art. 164, quinto comma, c.p.c., ed in caso di mancata fissazione, da...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5639 del 8 giugno 1999
«Dal combinato disposto dei commi quinto e sesto dell'art. 420 c.p.c. (la cui interpretazione letterale induce a ritenere che le suddette disposizioni si riferiscano alle prove «costituende») nonché dalla duplice circostanza che nel codice di rito...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 262 del 13 gennaio 1997
«Nel rito del lavoro, qualora la parte abbia, con l'atto introduttivo del giudizio, proposto capitoli di prova testimoniale, specificamente indicando di volersi avvalere del relativo mezzo in ordine alle circostanze di fatto ivi allegate, ma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9192 del 30 agosto 1993
«L'art. 421 c.p.c., il quale, per le cause soggette al rito del lavoro, stabilisce che il giudice indica alla parte l'eventuale irregolarità di atti e documenti suscettibile di essere sanata, assegnando un termine per provvedervi, non trova...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2166 del 1 marzo 1988
«Il regime di sanatoria delle nullità formali afferenti l'atto introduttivo del giudizio e la sua notificazione, posto dagli artt. 156, 162, 164 e 291 c.p.c., trova applicazione anche nel rito del lavoro, in mancanza di specifica deroga e non...»