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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13088 del 27 marzo 2008
«La responsabilità del partecipe di un gruppo criminale terroristico in ordine al reato fine che qualifica il programma criminoso dell'intera associazione può essere desunta dalle connotazioni strutturali dell'associazione, in particolare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 226 del 12 gennaio 1999
«In caso di concordato preventivo con cessione dei beni ai creditori, la chiusura del procedimento concorsuale segna per l'imprenditore ammesso al concordato la definitiva perdita di tutti i diritti sui beni stessi, con la conseguente sua carenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7942 del 31 marzo 2010
«Il concordato preventivo con cessione dei beni ai creditori, deve essere risolto per inadempimento ai sensi dell'art. 186 della legge fall., con la conseguente apertura della procedura fallimentare, quando, anche prima della liquidazione di tutti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6715 del 25 luglio 1996
«Per l'ammissione alla procedura di amministrazione controllata (artt. 187 e 188 L. fall.) - il cui fine quello di consentire la prosecuzione dell'attività dell'impresa quante volte possa ragionevolmente presumere il salvataggio, mentre la tutela...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5396 del 6 ottobre 1988
«Qualora una pluralità di creditori abbiano domandato il fallimento di una società assoggettata a liquidazione coatta amministrativa, e le Sezioni unite della Suprema Corte, in sede di regolamento preventivo proposto in relazione all'istanza di uno...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15304 del 29 novembre 2000
«In tema di liquidazione coatta amministrativa, il piano di riparto, formato dal commissario liquidatore al fine di richiedere ai soci le somme necessarie per l'estinzione delle passività sociali, a norma dell'art. 151 l. fall. — applicabile, per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14900 del 17 novembre 2000
«In tema di liquidazione coatta amministrativa, il piano di riparto modificato o integrato dal presidente della sezione fallimenti del tribunale, lungi dal costituire un piano nuovo che sostituisca l'originario piano di riparto elaborato dal...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3315 del 16 marzo 2000
«Ai fini della decorrenza del termine perentorio della querela occorre che l'offeso abbia avuto conoscenza precisa, certa e diretta del fatto delittuoso, in maniera da possedere tutti gli elementi di valutazione onde determinarsi. Invero, per...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 45826 del 24 novembre 2001
«In tema di esecuzione, il principio secondo cui la competenza per l'esecuzione appartiene al giudice di secondo grado con riferimento a tutti gli imputati anche nella ipotesi che la sentenza abbia riformato solo per alcuni di essi la condanna...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 342 del 11 marzo 1994
«Ha carattere esclusivo e funzionale la competenza del tribunale che abbia disposto l'applicazione della misura di prevenzione di natura patrimoniale in ordine all'adozione di tutti quei provvedimenti riguardanti la custodia, la conservazione e la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6270 del 15 dicembre 1999
«Il principio secondo il quale, in caso di pluralità di provvedimenti da eseguire, la competenza spetta, per tutti, al giudice che ha pronunciato quello divenuto irrevocabile per ultimo, opera anche se tale provvedimento sia stato emesso dal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4142 del 24 novembre 1993
«Allorquando un soggetto abbia subito più condanne definitive da giudici diversi, al giudice del provvedimento che, all'atto dell'assunzione della decisione esecutiva, risulta divenuto irrevocabile per ultimo (quale che di questo sia il contenuto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11082 del 28 settembre 1999
«Il giudice d'appello ha l'obbligo di disporre la rinnovazione del dibattimento solo quando la richiesta della parte sia riconducibile alla violazione del diritto alla prova, non esercitato non per inerzia colpevole, ma per forza maggiore o per la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4646 del 14 aprile 1999
«L'art. 603, comma 1, c.p.p., stabilendo che il giudice di appello, allorché una parte lo richieda, dispone la rinnovazione dell'istruzione dibattimentale solo se ritiene di non essere in grado di decidere allo stato degli atti, intende fare...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12459 del 28 novembre 1998
«Ai fini della rinnovazione del dibattimento nel giudizio di appello (art. 603 c.p.p.) il giudice deve valutare l'indispensabilità della prova richiesta dalla parte, avendo riguardo — con riferimento alla testimonianza — alla sua decisività e non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4859 del 17 gennaio 1995
«La dichiarazione di fallimento è un elemento costitutivo del reato di bancarotta e non una condizione oggettiva di punibilità, di guisa che tale reato si concretizza in tutti i suoi elementi costitutivi solo nel caso in cui il soggetto, che abbia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12284 del 18 dicembre 1975
«L'art. 3 della Costituzione, relativo alla eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, non può considerarsi in alcun modo violato dalla parità di trattamento punitivo stabilita dagli artt. 217, 219 della legge fallimentare in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9575 del 4 settembre 1987
«In caso di fallimento di una società con soci a responsabilità illimitata, ciascun socio risponde dei fatti di bancarotta fraudolenta commessi sia sui beni propri che su quelli della società. Con la precisazione, però, che i beni appartenenti al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22629 del 20 ottobre 2006
«In ipotesi di fallimento di una società di persone e dei soci illimitatamente responsabili (art. 147 legge fall.), il curatore del fallimento sociale non ha legittimazione processuale nelle controversie coinvolgenti la massa attiva personale del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3431 del 14 dicembre 1999
«Configura un caso di paralisi dell'attività dibattimentale determinata da mancata assistenza difensiva la revoca in massa delle nomine dei difensori da parte degli imputati detenuti con nomina di altri difensori ai quali venga concesso termine a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4871 del 27 luglio 1999
«In caso di procedimento nei confronti di più imputati, l'impedimento di alcuni di essi o dei loro difensori a comparire e la conseguente richiesta di rinvio comporta l'applicazione dell'art. 304, primo comma, lett. a) anche nei confronti di tutti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2832 del 5 giugno 1995
«È legittimo il rinvio del dibattimento ad altra udienza, con la conseguente applicazione della sospensione dei termini custodiali, ricorrendo la fattispecie di cui all'art. 304 c.p.p., allorché siano indicate, dal giudice di merito, con...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1015 del 7 aprile 1992
«La sospensione dei termini di custodia cautelare (art. 304 c.p.p.) si determina ogni qualvolta in un'attività processuale dell'imputato o del suo difensore sia configurabile una richiesta, anche implicita, di sospensione o di rinvio del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4306 del 28 settembre 1998
«La sospensione dei termini di durata della custodia cautelare in pendenza del deposito della motivazione della sentenza di condanna, opera non solo per gli imputati che, durante il giudizio, fossero già detenuti, ma anche per quelli che, giudicati...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3672 del 26 giugno 1996
«In caso di sospensione dei termini di custodia cautelare, ai sensi dell'art. 304, comma 2, c.p.p., «nei confronti di tutti gli imputati detenuti», cui abbia fatto seguito altro analogo provvedimento nei confronti di altri imputati, precedentemente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12372 del 23 marzo 2007
«La sospensione dei termini di custodia cautelare di cui all'art. 304, comma primo, lett. c), c.p.p. rappresenta un'ipotesi di sospensione automatica che opera a vantaggio della successiva fase di appello e in relazione a tutti i reati oggetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4618 del 9 gennaio 1998
«In caso di sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare ex art. 304, comma secondo, c.p.p., non può farsi luogo al riconoscimento di posizioni individuali differenziate tra imputati, sempreché si tratti di soggetti cui sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4204 del 6 agosto 1998
«In caso di provvedimento di sospensione dei termini di custodia cautelare ai sensi dell'art. 304 comma secondo c.p.p. adottato «per tutti gli imputati in stato di custodia cautelare», ad esso deve necessariamente far seguito altro analogo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11186 del 9 novembre 1994
«Il principio della conservazione del mezzo di impugnazione impropriamente proposto può operare soltanto quando abbia tutti i requisiti sostanziali e formali del mezzo che si sarebbe dovuto correttamente proporre. Ne consegue che qualora avverso...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 25303 del 7 giugno 2004
«In tema di successione di leggi processuali riguardanti le impugnazioni, in tutti quei casi in cui, al momento della proposizione dell'impugnazione, era consentito soltanto il ricorso per cassazione, non trova applicazione, in base al principio...»