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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10947 del 16 marzo 2011
«Non è abnorme e non è, pertanto, ricorribile per cassazione l'ordinanza dettata a verbale con la quale il giudice di pace trasmetta gli atti al P.M. dichiarando la propria incompetenza per materia, trattandosi di provvedimento che riveste,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1787 del 8 aprile 1998
«Qualora, esercitata l'azione penale, il giudice innanzi al quale sia stato incardinato il giudizio dichiari la propria incompetenza territoriale, deve considerarsi preclusa al pubblico ministero presso il giudice competente, al quale gli atti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4542 del 5 maggio 1993
«Qualora il giudice del dibattimento dichiari con sentenza la propria incompetenza per territorio e ordini la trasmissione degli atti al giudice competente, non sussiste una situazione di soggezione dell'organo dibattimentale designato al giudice...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 534 del 20 gennaio 1995
«Ai sensi dell'art. 568, comma 2, c.p.p. sono sempre soggetti a ricorso per cassazione, quando non siano altrimenti impugnabili, i provvedimenti con i quali il giudice decide sulla libertà personale e le sentenze, salvo quelle sulla competenza che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21817 del 16 aprile 2004
«La disciplina dettata dall'art. 27 c.p.p. per il caso di misura cautelare disposta da giudice dichiaratosi incompetente non trova applicazione nei rapporti fra tribunale in composizione monocratica e tribunale in composizione collegiale,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3712 del 5 dicembre 1996
«L'art. 3 D.L. 13 maggio 1991, n. 152 convertito con modifiche in legge 12 luglio 1991, n. 203, inoltre, stabilendo la possibilità dell'arresto fuori flagranza, indica che il delitto si perfeziona al momento dell'allontanamento dal luogo di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1608 del 24 aprile 1995
«L'ordinanza con la quale il giudice, che ha ricevuto gli atti a seguito di dichiarazione di incompetenza, applica la misura cautelare ai sensi degli artt. 27 e 292 c.p.p., non è soggetta all'appello di cui all'art. 310, bensì alla richiesta di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33519 del 5 ottobre 2006
«Non è abnorme l'ordinanza con cui il giudice del rito abbreviato, terminata la discussione e prima della camera di consiglio per la deliberazione della sentenza, respinge un'eccezione di nullità, poiché la scelta di rendere anticipatamente la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3115 del 29 maggio 2000
«Infatti, e come emerge dalla relazione al D.L.vo n. 51 del 1998, l'inosservanza delle disposizioni sulla composizione collegiale o monocratica del tribunale (art. 33 quinquies, c.p.p.) non è considerata dalla legge “una questione di mera...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5658 del 13 febbraio 2002
«Non costituisce indebita anticipata manifestazione del proprio convincimento sui fatti oggetto dell'imputazione, e non può quindi dar luogo a ricusazione del giudice ai sensi dell'art. 37, comma 2 c.p.p., la pronuncia di ordinanza con la quale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1752 del 11 giugno 1998
«Pertanto, essa non è idonea a dar luogo all'incompatibilità - introdotta con sentenza additiva della Corte costituzionale 2 novembre 1996, n. 371, che ha modificato in tal senso l'art. 34 c.p.p. - del giudice che tale sentenza abbia pronunciato o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5293 del 6 novembre 1996
«L'ipotesi di ricusazione prevista dall'art. 37, comma primo, lett. a) in riferimento all'art. 36, comma primo, lett. c), sussiste sempre che un parere sull'oggetto del procedimento sia stato manifestato fuori dell'esercizio delle funzioni...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1589 del 17 ottobre 2002
«In tema di capacità del giudice, non dà luogo alla nullità prevista dall'art. 178 lett. a) c.p.p. l'inosservanza delle norme riguardanti la procedura per la sostituzione del giudice astenuto, atteso che l'art. 33 comma secondo c.p.p. stabilisce...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 155 del 10 gennaio 2012
«Il diniego di termini a difesa, ovvero la concessione di termini ridotti rispetto a quelli previsti dall'art. 108, comma primo, c.p.p., non possono dar luogo ad alcuna nullità quando la relativa richiesta non risponda ad alcuna reale esigenza...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 31421 del 26 giugno 2002
«La presentazione della dichiarazione di ricusazione del giudice non determina automaticamente la sospensione dell'attività processuale e, conseguentemente, non comporta la sospensione dei termini di durata della custodia cautelare ai sensi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18852 del 15 maggio 2002
«Ne consegue che non dà luogo ad una ipotesi di ricusazione la circostanza che lo stesso magistrato, dopo aver adottato l'ordinanza applicativa della misura della custodia in carcere, sia chiamato a pronunciarsi nello stesso procedimento sulla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11546 del 12 marzo 2013
«Non dà luogo ad una ipotesi di ricusazione, ai sensi dell'art. 37 cod. proc. pen. come risultante a seguito della parziale dichiarazione di illegittimità di cui alla sentenza n. 283 del 2000 della Corte costituzionale, la circostanza che il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9047 del 15 giugno 1999
«Deve infatti trovare applicazione la norma transitoria, di cui ai commi 3 e 5 dell'art. 6 della suddetta legge, la quale prevede che, se la parte interessata lo richieda, si debba far luogo a parziale rinnovazione del dibattimento, al fine di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2051 del 20 marzo 2000
«Qualora venga ricusato un intero collegio della Corte di cassazione, in caso di obiettiva carenza dei presupposti di ammissibilità della dichiarazione di ricusazione, così come delineati dall'art. 38, comma terzo, c.p.p., è legittima la pronuncia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5723 del 29 novembre 1994
«La decisione che la Corte di cassazione deve adottare, ai sensi dell'art. 48 c.p.p., sulla richiesta di rimessione, deve aver luogo, per l'espresso richiamo contenuto nel primo comma di detto articolo, nelle forme previste dall'art. 127 c.p.p.; il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8777 del 8 luglio 1999
«In base alla norma dell'art. 570 c.p.p. nei procedimenti previsti dall'art. 51, comma 3 bis, c.p.p. la legittimazione ad appellare va riconosciuta al procuratore distrettuale e, nel caso in cui quest'ultimo si sia avvalso della facoltà prevista...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10077 del 12 marzo 2002
«Non sussiste l'interesse della parte civile a proporre ricorso per cassazione avverso la sentenza di condanna che abbia escluso per l'imputato l'aggravante della premeditazione (art. 577 n. 3 c.p.p.) la quale, pur incidendo sulla gravità del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12212 del 30 marzo 2005
«Il criterio della non delegabilità delle funzioni di pubblico ministero a soggetti non togati nei procedimenti per reati diversi da quelli per i quali si procede con la citazione diretta a giudizio, stabilito dall'articolo 72, ultimo comma,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6 del 8 gennaio 1997
«L'omessa notifica a uno dei due difensori dell'indagato della data di deliberazione in camera di consiglio sulla richiesta del P.M. di proroga della custodia cautelare dà luogo alla nullità del procedimento camerale dinanzi al giudice per le...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3832 del 14 giugno 1997
«Il nuovo codice di rito si ispira all'esigenza di assicurare la continuità dell'assistenza tecnico-giuridica e di garantire la concreta ed efficace tutela dei diritti dell'imputato, secondo il principio dell'immutabilità del difensore fino...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6864 del 14 giugno 1994
«Le modifiche introdotte dall'art. 114 c.p.p. vigente, in tema di atti del procedimento per i quali vige il divieto di pubblicazione, non hanno comportato una successione di leggi penali, sicché non può porsi questione di diritto transitorio, né...»
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Cassazione penale, Sez. I, ordinanza n. 2076 del 23 agosto 1994
«Poiché, in materia di sostanze stupefacenti, è la detenzione in sè di tali sostanze a costituire reato, indipendentemente dalla finalità di spaccio, con la sola eccezione costituita dalla destinazione ad uso personale (nel quale caso il fatto si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4844 del 11 gennaio 1993
«A norma dell'art. 127, terzo comma, c.p.p., quando l'interessato è detenuto in luogo posto fuori della circoscrizione del giudice, non ha diritto a presenziare all'udienza camerale, ma può solo chiedere di essere sentito dal magistrato di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 45458 del 20 dicembre 2001
«E) c.p.p., la sentenza che rechi una motivazione vergata a mano con grafia incomprensibile, non potendo farsi carico alla parte né di un obbligo, non previsto dalla legge e dall'esito incerto, di attivarsi per ottenere una diversa redazione del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1212 del 7 febbraio 1995
«Nel giudizio di appello avverso sentenza pronunciata con il rito abbreviato, che si svolge, ai sensi degli artt. 443 e 599 c.p.p., in camera di consiglio con le forme previste dall'art. 127 c.p.p., deve essere l'imputato, il quale sia sottoposto...»