(massima n. 5)
La decisione che la Corte di cassazione deve adottare, ai sensi dell'art. 48 c.p.p., sulla richiesta di rimessione, deve aver luogo, per l'espresso richiamo contenuto nel primo comma di detto articolo, nelle forme previste dall'art. 127 c.p.p.; il che comporta la necessità che dell'udienza camerale sia dato avviso a tutte le parti del processo nell'ambito del quale la richiesta è stata formulata; parti che, per la peculiarità del giudizio di cassazione, vanno tuttavia identificate nei soli difensori di quelle private, oltre che nel procuratore generale presso la Corte Suprema. Non può infatti considerarsi sufficiente, ai fini della valida instaurazione del contraddittorio, la previa notifica della richiesta di rimessione che, ai sensi dell'art. 46 comma 1 c.p.p., la parte richiedente è tenuta a fare nei confronti delle altre parti, giacchè l'adempimento di tale incombenza comporta soltanto, per le altre parti, la conoscenza del fatto che la richiesta è stata avanzata, ma non le informa della data di svolgimento dell'udienza camerale di trattazione e non le pone, quindi, nella condizione di far valere le proprie ragioni in un giudizio che, in ipotesi di accoglimento della richiesta, verrebbe ad incidere su un diritto costituzionalmente garantito, quale è quello della precostituzione del giudice naturale.