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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1185 del 2 aprile 1975
«La normativa di cui all'art. 2883 secondo comma c.c., in virtù della quale «il rappresentante legale dell'incapace e ogni altro amministratore, anche se autorizzati a esigere il credito e a liberare il debitore, non possono consentire la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4187 del 2 marzo 2004
«Al provvedimento di sequestro giudiziario emesso dal commissario liquidatore degli usi civici devono considerarsi applicabili, non dettando le norme in tema di esercizio di funzioni giurisdizionali da parte di tale organo (artt. 29, 30, 31 legge...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3074 del 22 marzo 1991
«L'efficacia dell'atto interruttivo della prescrizione è circoscritta, sia dal lato attivo che da quello passivo, ai soggetti di tale atto (il quale sul piano sostanziale è un negozio unilaterale recettizio), senza alcuna influenza sulle posizioni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 576 del 21 gennaio 1994
«Il riconoscimento dell'altrui diritto, che ne interrompe la prescrizione ai sensi dell'art. 2944 c.c., non esige formule speciali e può risultare - secondo un accertamento riservato al giudice del merito ed incensurabile in sede di legittimità, se...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3473 del 23 marzo 2000
«Il principio, desumibile dall'art. 2966 c.c. - secondo cui, allorché l'atto richiesto per impedire una decadenza consista nell'esercizio di un'azione, la tempestiva proposizione della domanda giudiziale, ancorché davanti a giudice incompetente,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10199 del 20 giugno 2012
«Il sindacato dell'autorità giudiziaria sulle delibere delle assemblee condominiali non può estendersi alla valutazione del merito ed al controllo del potere discrezionale che l'assemblea esercita quale organo sovrano della volontà dei condomini,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5897 del 7 dicembre 1995
«Il «luogo dell'accertamento del reato» che, ai sensi dell'art. 11, comma 2, D.L. 10 luglio 1982, n. 429, convertito in L. 7 agosto 1982, n. 516, determina la competenza per territorio in ordine ai reati previsti dal decreto medesimo in tema di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5082 del 29 novembre 1999
«La cognizione dei procedimenti di revisione relativi a condanne inflitte per reati consumati in data anteriore all'entrata in vigore della legge n. 420 del 1998 spetta alla corte di appello individuata dall'art. 11 c.p.p. nella sua formulazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5021 del 27 marzo 1996
«A norma dell'art. 7, comma 2 della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1, le funzioni del collegio per i reati ministeriali, alla scadenza del biennio della durata della sua carica sono prorogate per i procedimenti non definiti nella...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 28233 del 22 dicembre 1998
«Non sono abnormi il decreto del presidente della corte d'appello che autorizzi il presidente di sezione della medesima corte ad astenersi limitatamente a uno solo tra più imputati del medesimo procedimento, precisando che la posizione di tale...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 25 del 6 dicembre 1999
«È giuridicamente inesistente il provvedimento giurisdizionale che, quantunque materialmente esistente e ascrivibile a un giudice, sia tuttavia privo del requisito minimo della provenienza da un organo giudiziario investito del potere di decisione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14 del 5 gennaio 1994
«Allorquando venga proposto, ai sensi dell'art. 311, comma secondo, c.p.p., ricorso diretto per cassazione avverso ordinanze che dispongono misure cautelari, è proponibile la censura prospettata sulla base dell'asserita violazione, da parte del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1099 del 21 aprile 1994
«Il Collegio per i reati ministeriali, nella fase successiva all'autorizzazione a procedere, svolge le funzioni che erano proprie del G.I. con applicazione delle norme procedurali del previgente codice del 1930 giacché soltanto queste si conformano...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 372 del 16 gennaio 1991
«L'impresa sottoposta a liquidazione coatta amministrativa, in relazione ad eventuali omissioni o ritardi in cui incorra il commissario liquidatore nella formazione e nel deposito dello stato passivo, può ricorrere all'autorità di vigilanza, e,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12317 del 25 febbraio 2004
«Deve considerarsi abnorme la decisione con la quale il tribunale in composizione monocratica, a seguito di contestazione modificativa (per fatto diverso) effettuata in udienza dal pubblico ministero, dichiara la propria incompetenza per materia e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4542 del 5 maggio 1993
«Ove il giudice del dibattimento, ravvisata la propria incompetenza per territorio ai sensi dell'art. 23, primo comma, c.p.p., la dichiari con sentenza e trasmetta gli atti al giudice competente, il procedimento perviene a quest'ultimo senza subire...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5302 del 28 febbraio 1997
«Deve considerarsi abnorme, e quindi immediatamente ricorribile per cassazione, la pronuncia con la quale il giudice dichiara la propria incompetenza per materia e trasmette gli atti, in violazione dell'art. 23 c.p.p., all'organo giudiziario...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21817 del 16 aprile 2004
«La disciplina dettata dall'art. 27 c.p.p. per il caso di misura cautelare disposta da giudice dichiaratosi incompetente non trova applicazione nei rapporti fra tribunale in composizione monocratica e tribunale in composizione collegiale,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1837 del 2 giugno 1999
«In tema di misure cautelari personali, l'interesse dell'indagato a una pronuncia sulla competenza del giudice che ha adottato la misura custodiale persiste anche quando gli atti siano trasmessi, a norma dell'art. 54 c.p.p., dal pubblico ministero...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2467 del 16 settembre 1998
«Dall'accertamento dell'incompetenza del giudice che ha emesso una misura cautelare non deriva la nullità del provvedimento, bensì la sua inefficacia differita ex art. 27 c.p.p. con correlativa temporanea protrazione della sua efficacia, fermo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16668 del 23 aprile 2001
«In tema di riparto delle «attribuzioni» in relazione alla composizione del giudice, il contrasto negativo tra i due giudici del medesimo tribunale nelle due diverse composizioni, collegiale o monocratica, in merito all'ambito delle rispettive...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 23 del 1 febbraio 2000
«L'eventuale incompatibilità del giudice costituisce motivo di ricusazione, ma non vizio comportante la nullità del giudizio. (Fattispecie relativa a pretesa situazione di incompatibilità del componente di un organo giudicante collegiale).»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1271 del 12 febbraio 1997
«Nessuna norma processuale, in particolare né l'art. 34 c.p.p., né l'art. 604, c.p.p., prescrive che il giudice il quale ha pronunciato sentenza di annullamento per motivi processuali non possa più esercitare successivamente attività...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 16720 del 29 aprile 2011
«Non costituisce motivo di "grave inimicizia" tale da legittimare la ricusazione il fatto che quel giudice abbia adottato una decisione sfavorevole alla parte in altro giudizio riguardante altre vicende, pur se detta decisione sia riformata nel...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 23122 del 9 giugno 2011
«Il divieto, per il giudice ricusato, di pronunciare sentenza ex art. 37 comma secondo, c.p.p., opera sino alla pronuncia di inammissibilità o di rigetto, anche non definitiva, dell'organo competente a decidere sulla ricusazione, essendo, tuttavia,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12399 del 17 marzo 2003
«La regola prevista dall'art. 39 c.p.p., in base alla quale la dichiarazione di ricusazione si considera come non proposta in caso di accoglimento di quella di astensione presentata, anche successivamente, dal giudice ricusato, presuppone la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1276 del 13 marzo 1997
«Dopo l'accoglimento della dichiarazione di astensione del giudice (nella specie di componente di organo collegiale), quest'ultimo non può compiere alcun atto del procedimento e, pertanto, non può neanche declinare la propria competenza in ordine...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2015 del 18 aprile 1998
«L'istituto derogatorio dello spostamento territoriale del procedimento, in caso di impossibilità di sostituzione del giudice astenuto o ricusato con altro magistrato dello stesso ufficio designato secondo le leggi dell'ordinamento giudiziario,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4403 del 29 gennaio 1998
«Il provvedimento di rimessione del processo ad altro giudice, previsto dall'art. 43, comma secondo, c.p.p. nei casi in cui, a seguito di astensione o ricusazione di magistrati dell'ufficio procedente, non ne sia possibile la sostituzione, è da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2086 del 18 giugno 1993
«Nell'ipotesi di accoglimento della dichiarazione di astensione di un giudice, la rimessione del procedimento al giudice determinato a norma dell'art. 11 c.p.p. è consentita solo quando non sia possibile la sostituzione del magistrato astenuto con...»