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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1897 del 25 febbraio 1994
«Ai fini del risarcimento del danno imputabile a responsabilità precontrattuale dell'imprenditore per la mancata stipulazione di un contratto di lavoro subordinato (che non presuppone l'esistenza di un diritto del lavoratore all'assunzione, ma la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16508 del 21 agosto 2004
«La responsabilità ex art. 1338 c.c., che costituisce una specificazione della responsabilità precontrattuale di cui all'articolo precedente, presuppone non solo la colpa di una parte nell'ignorare la causa di invalidità del contratto, ma anche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11681 del 9 novembre 1995
«Dall'atto di avviamento al lavoro nelle forme del collocamento obbligatorio sorge l'obbligo legale del datore di lavoro, che ne abbia fatto richiesta (anche numerica) e risulti destinatario dell'atto, di assumere il lavoratore avviato; l'esistenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11264 del 9 novembre 1998
«Il principio posto dall'art. 1339 c.c. (inserzione automatica di clausole) non è invocabile nell'ipotesi in cui si prospetti la sostituzione di clausole contrattuali difformi rispetto a norme imperative di legge ma solo l'integrazione di lacune...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8342 del 8 aprile 2010
«La reiterazione costante e generalizzata di un comportamento favorevole del datore di lavoro nei confronti dei propri dipendenti che si traduca in trattamento economico o normativo di maggior favore rispetto a quello previsto dai contratti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18593 del 21 agosto 2009
«In presenza di un uso aziendale legato alle modalità di espletamento della prestazione lavorativa, deve escludersi che il datore di lavoro possa incidere unilateralmente sui diritti acquisiti dal lavoratore per effetto dello stesso, a meno che non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2217 del 25 febbraio 1995
«Gli usi aziendali sono riconducibili non già alla figura degli usi normativi di cui agli artt. 1, 4 e 8 att. c.c., bensì a quella degli usi negoziali o di fatto di cui all'art. 1340 c.c.; integra la fattispecie costitutiva di tali usi, che devono...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10150 del 2 agosto 2000
«La prassi aziendale, consistendo in un reiterato ed unilaterale comportamento mantenuto dal datore di lavoro nella sua azienda verso i dipendenti, in virtù dei poteri gerarchici e di organizzazione dell'impresa, in tanto può derogare al contratto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1773 del 17 febbraio 2000
«Il trattamento di miglior favore, attuato dal datore di lavoro nei confronti della collettività dei dipendenti di una determinata categoria, trova applicazione anche per i lavoratori che ne entrano a far parte solo in epoca successiva. Tale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7774 del 7 agosto 1998
«I cosiddetti usi aziendali, riconducibili alla categoria degli usi negoziali o di fatto, sono caratterizzati dalla reiterazione, nei confronti di una collettività più o meno ampia di destinatari, di un comportamento datoriale che abbia il...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3134 del 30 marzo 1994
«Al fine della formazione di usi aziendali — riconducibili alla categoria di quelli negoziali o di fatto, che, in quanto tali, si distinguono dagli usi normativi, caratterizzati dal requisito soggettivo dell' opinio juris ac necessitatis , e sono...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2406 del 12 marzo 1994
«L'uso aziendale, quale comportamento del datore di lavoro reiterato nel tempo in relazione ad una determinata collettività di lavoratori, si inserisce come clausola più favorevole nei contratti individuali di lavoro dei singoli dipendenti, che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4307 del 9 aprile 1993
«L'adozione generalizzata, da parte dei lavoratori, di un certo tipo di abbigliamento, coincidente con quello normalmente suggerito dal costume o dalle regole del vivere civile e della buona educazione non determina il sorgere di un uso aziendale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 823 del 25 gennaio 1993
«La prassi aziendale (relativa, nella specie, al sistema di calcolo dell'indennità dovuta per ogni ora di supero del cosiddetto nastro lavorativo) ha natura di uso (non normativo ma) negoziale, che, ai sensi dell'art. 1340 c.c. e salvo contraria...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8573 del 23 agosto 1990
«La corresponsione continuativa di un emolumento (nella specie, cosiddetta gratifica di bilancio in favore dei dipendenti della sede centrale dell'U.A.N.S.F.) nel corso del rapporto di lavoro ed in favore della generalità dei dipendenti è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 202 del 14 gennaio 1982
«La prassi aziendale, costituendo un uso negoziale, è un mezzo d'interpretazione del contratto di lavoro e d'integrazione della volontà dei suoi contraenti, che il giudice del merito è tenuto ad utilizzare, ai sensi dell'art. 1374 c.c., al fine di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6314 del 22 marzo 2006
«Affinché una clausola contrattuale possa considerarsi vessatoria, e come tale efficace solo se specificamente approvata per iscritto, non è sufficiente indicare che essa comporti l'alterazione del sinallagma contrattuale, ma è necessario...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15093 del 26 giugno 2009
«Il licenziamento nullo per illiceità del motivo (nella specie, dettato da finalità elusive di precedente pronuncia giudiziale di reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro) è insuscettibile di produrre qualsiasi effetto, con la conseguenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20197 del 19 ottobre 2005
«La norma dettata dall'art. 1345 c.c. che, derogando al principio secondo il quale i motivi dell'atto di autonomia privata sono di regola irrilevanti, eccezionalmente qualifica illecito il contratto determinato da un motivo illecito comune alle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8236 del 6 aprile 2009
«Nel regime anteriore all'entrata in vigore del D.P.R. 22 ottobre 2001, n. 462 - che ha affidato all'installatore la verifica di conformità rispetto alla normativa vigente - i dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche erano soggetti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5731 del 13 giugno 1990
«In materia di lavoro subordinato è giuridicamente configurabile l'assoggettabilità, in forza di specifica previsione in tal senso espressa dal contratto collettivo applicabile al rapporto, della stipulazione dei contratti individuali alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14198 del 28 luglio 2004
«La clausola contrattuale che sottoponga il sorgere del diritto al compenso, da parte del professionista incaricato del progetto di un'opera pubblica, all'intervenuto finanziamento dell'opera progettata, contiene una condizione mista che, con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25138 del 13 dicembre 2010
«L'atto di dimissioni, nel realizzare il diritto potestativo di recesso del lavoratore, idoneo a determinare la risoluzione del rapporto di lavoro indipendentemente dalla volontà del datore di lavoro, non sopporta una condizione risolutiva, che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16144 del 18 agosto 2004
«Il contratto di lavoro dà origine ad un rapporto che, fondato sulla volontà delle parti, si protrae nel tempo, restando, tale volontà, inscritta in ogni atto di esecuzione del contratto. L'esecuzione, esprimendo soggettivamente la suddetta volontà...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15721 del 12 agosto 2004
«In tema di interpretazione di accordo aziendale stipulato dall'imprenditore con organismi rappresentativi dei lavoratori, può rilevare, ai fini della determinazione della comune intenzione delle parti stipulanti, il comportamento del datore di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13886 del 23 luglio 2004
«La erronea interpretazione del contratto individuale di lavoro da parte del giudice del merito attiene ad un punto decisivo, ed è perciò idonea a comportare la cassazione della sentenza, solo ove si dimostri che con la interpretazione propugnata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5287 del 8 marzo 2007
«Nell'ambito dei canoni di interpretazione delineati dagli artt. 1362 e segg. c.c. e, in particolar modo, nell'interpretazione delle norme dei contratti collettivi di lavoro di diritto comune, non esiste un principio di gerarchia tra i canoni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10500 del 9 agosto 2000
«Nell'interpretazione della disciplina contrattuale collettiva dei rapporti di lavoro — la quale spesso è articolata su diversi livelli (nazionale, provinciale, aziendale, ecc.), regola una materia vasta e complessa in ragione della interdipendenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7763 del 17 luglio 1995
«Nell'interpretazione dei contratti collettivi di lavoro non può ricorrersi all'analogia, ma, in relazione al principio secondo cui, nell'interpretazione dei contratti, deve in primo luogo ricercarsi la volontà delle parti secondo i criteri fissati...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9813 del 14 aprile 2008
«In tema di concorsi interni per attitudini e merito comparato per l'attribuzione di qualifiche superiori (nella specie, per il conferimento di un incarico dirigenziale), spetta all'autonomia negoziale delle parti in sede di contrattazione...»