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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12584 del 20 dicembre 1994
«Nell'omicidio l'aggravante del nesso teleologico ex art. 576 n. 1 c.p.p. ha natura meramente soggettiva e per la sua struttura concerne i motivi soggettivi dell'agire e non già l'elemento materiale del reato: conseguentemente, per essere estesa ai...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8222 del 3 settembre 1996
«...ni. Ma il reato non sussiste qualora, nel corso del diverbio, il bastone sia stato raccolto estemporaneamente sul luogo e immediatamente utilizzato per ledere. Difatti è necessario che la condotta pericolosa, di porto dello strumento fuori...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8848 del 5 agosto 1992
«Anche le espressioni dubitative, come quelle insinuanti, allusive, sottintese, ambigue, suggestionanti, possono, infatti, essere idonee ad integrare il reato di diffamazione, quando, per il modo con cui sono poste all'attenzione del lettore, fanno...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32325 del 26 agosto 2010
«Ai fini della configurabilità del reato di calunnia - che è di pericolo - non è richiesto l'inizio di un procedimento penale a carico del calunniato, occorrendo soltanto che la falsa incolpazione contenga in sé gli elementi necessari e sufficienti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4852 del 4 aprile 1990
«L'avere acquisito, mediante cessioni o rapimenti, la padronanza assoluta su dei bambini, tenendoli in stato di soggezione e costringendoli a rubare per portare a casa giornalmente e obbligatoriamente la refurtiva, rappresenta una evidente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4490 del 9 aprile 1999
«Attesa la natura di elementi costitutivi del reato e non di circostanze aggravanti, ricavabili dalle previsioni di cui all'art. 609 bis, secondo comma, c.p., deve escludersi che vi sia incompatibilità fra la ritenuta inquadrabilità del fatto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23093 del 8 giugno 2011
«I criteri soggettivi di commisurazione della pena (art. 133, comma secondo, c.p.,) non rilevano ai fini della configurabilità dell'ipotesi di minore gravità del reato di violenza sessuale, non rispondendo la mitigazione della pena all'esigenza di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5646 del 16 maggio 2000
«La circostanza attenuante ad effetto speciale di cui all'art. 609 bis c.p. deve considerarsi applicabile in tutte quelle fattispecie in cui, avuto riguardo alle modalità esecutive ed alle circostanze dell'azione, sia possibile ritenere che la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11558 del 11 ottobre 1999
«Ne consegue la necessità di una valutazione globale del fatto, non limitata alle sole componenti oggettive del reato, bensì estesa anche a quelle soggettive ed a tutti gli elementi menzionati nell'art. 133 c.p. (In applicazione di questo principio...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3234 del 25 marzo 1982
«Il reato di minaccia deve considerarsi reato formale di pericolo e, come tale, non postula l'intimidazione effettiva del soggetto passivo, essendo sufficiente che il male minacciato, in relazione alle concrete circostanze di fatto, sia tale...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8264 del 25 settembre 1985
«Si tratta infatti di reato di pericolo, che si consuma nel momento in cui l'azione intimidatoria sia portata a conoscenza del soggetto passivo. (Nella specie è stata ritenuta la minaccia aggravata in considerazione del tempo di notte, della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 27542 del 15 luglio 2010
«È configurabile il concorso tra il delitto di incendio e quello di omicidio, anche nella forma del tentativo, non potendosi identificare il pericolo per l'incolumità pubblica proprio del primo reato nel pericolo per la vita e l'incolumità delle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2333 del 2 marzo 1996
«In tema di truffa contrattuale, anche il silenzio maliziosamente serbato su alcune circostanze da parte di chi abbia il dovere giuridico di farle conoscere costituisce elemento ai fini della configurabilità del reato di truffa, trattandosi di un...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9194 del 12 settembre 1991
«L'artificio o il raggiro richiesto per la sussistenza del reato di truffa può consistere anche nel semplice silenzio, maliziosamente serbato su alcune circostanze da chi abbia il dovere di farle conoscere, in quanto il comportamento dell'agente in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 134 del 12 gennaio 1990
«La circostanza aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità, di cui all'art. 61, n. 7 c.p., è compatibile con il reato di truffa in danno dell'Aima, di cui all'art. 2, L. 23 dicembre 1986, n. 898.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10565 del 25 luglio 1989
«La recidiva, inerendo esclusivamente alla persona dell'imputato, non incide sulla gravità del fatto reato e pertanto non può essere compresa tra le circostanze aggravanti che rendono perseguibile d'ufficio il delitto di truffa.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 45352 del 19 dicembre 2001
«L'art. 640 bis c.p. (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche) configura un'ipotesi autonoma di reato e non una circostanza aggravante del reato di truffa, come può, in particolare, desumersi: a) dalla collocazione della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4731 del 31 gennaio 2000
«In tema di condizioni per la riabilitazione, mentre, da un lato, la impossibilità di adempiere le obbligazioni civili derivanti dal reato non va intesa in senso restrittivo e cioè come conseguenza della sola impossidenza economica (ma ricomprende...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31683 del 24 agosto 2001
«Sussiste continuità normativa tra l'art. 644 bis c.p., formalmente abrogato dalla legge 7 marzo 1996, n. 108 (art. 1, comma 2) e la fattispecie criminosa inserita nel terzo comma del precedente art. 644, come modificato dall'art. 1 della stessa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1399 del 24 novembre 1967
«L'art. 645 codice penale, riferendosi genericamente alle mendaci asserzioni ed alle false notizie, che costituiscono i mezzi di esecuzione del reato, non opera alcuna distinzione fra quelle concernenti fatti o circostanze relative alla possibilità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10460 del 1 settembre 1999
«In tema di circostanze del reato, per la sussistenza della aggravante di abuso di relazioni di prestazioni d'opera, non è necessario che il rapporto intercorra direttamente tra l'autore del fatto e la persona offesa, essendo sufficiente che...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4170 del 2 febbraio 2007
«Per la configurabilità del delitto di ricettazione è necessaria la consapevolezza della provenienza illecita del bene ricevuto, senza che sia indispensabile che tale consapevolezza si estenda alla precisa e completa conoscenza delle circostanze di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6896 del 9 luglio 1993
«Solo se tale valore è lieve l'indagine deve essere estesa anche a tutte le altre circostanze di cui all'art. 133 c.p. e l'ipotesi cosiddetta «affievolita» del reato di ricettazione va esclusa se pure uno solo degli elementi materiali di detto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3764 del 25 marzo 1998
«Poiché la ratio dell'art. 651 c.p. è quella di salvaguardare l'esigenza di consentire al pubblico ufficiale una pronta e compiuta identificazione del soggetto in circostanze di interesse generale, e allo scopo precipuo di evitare intralci...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3494 del 7 gennaio 1994
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 660 c.p., per «petulanza», deve intendersi un modo di agire pressante, indiscreto e impertinente, che sgradevolmente interferisca nella sfera della libertà e della quiete di altre persone; mentre...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4093 del 11 aprile 1994
«...per persone o cose, di guisa che assumano, nel loro insieme, la caratteristica della micidialità. In tale ultima ipotesi, la loro detenzione integra il reato di cui all'art. 10 della L. n. 497 del 1974, e non quello di cui all'art. 678 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7634 del 7 luglio 1994
«L'elemento oggettivo della contravvenzione di cui all'art. 707 c.p., rappresentato dal fatto che l'agente sia «colto in possesso» di chiavi alterate o di grimaldelli, non va inteso nel senso che, oltre al possesso di tali oggetti, si richiede...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8007 del 16 luglio 1992
«Ai fini della sussistenza della contravvenzione di cui all'art. 712 c.p. (incauto acquisto), non è necessario che si dimostri la provenienza da reato delle cose acquistate, diversamente da quanto richiesto dall'art. 648 c.p. in tema di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9271 del 13 settembre 1991
«Per contro il dubbio motivato dalla rappresentazione della possibilità dell'origine delittuosa dell'oggetto per circostanze idonee a suscitare perplessità sulla lecita provenienza dello stesso, integra la specifica ipotesi di reato prevista...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2790 del 7 marzo 1987
«Per affermare la penale responsabilità in ordine al reato di incauto acquisto, ascrivibile a titolo di colpa — a differenza del delitto di ricettazione — è sufficiente che l'agente abbia omesso i necessari accertamenti anche in ordine ad una sola...»