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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5496 del 14 marzo 2006
«Anche nel contratto di lavoro subordinato - fermo restando il divieto di unilaterale riduzione della retribuzione di cui all'art. 2099 c.c. è possibile concordare la modifica delle originarie condizioni contrattuali relative agli aspetti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 26985 del 22 dicembre 2009
«Il potere di emettere una decisione secondo equità ai sensi dell'art. 114 c.p.c. si differenzia dal potere di determinare, nel processo del lavoro, la retribuzione ai sensi dell'art. 36 Cost., atteso che, nel primo caso, la decisione viene...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13941 del 21 ottobre 2000
«Il principio della retribuzione sufficiente di cui all'articolo 36 della Costituzione riguarda esclusivamente il. lavoro subordinato e non può essere invocato in tema di compenso per prestazioni lavorative, autonome, ancorché rese, con carattere...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 974 del 1 febbraio 1997
«I trattamenti pensionistici integrativi aziendali hanno natura giuridica di retribuzione differita, ma, in relazione alla loro funzione previdenziale (che spiega la sottrazione alla contribuzione previdenziale dei relativi accantonamenti, disposta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7528 del 29 marzo 2010
«In tema di diritto all'equa retribuzione per i lavoratori subordinati, il giudice di merito, nel determinare il compenso o la retribuzione base spettante al lavoratore subordinato, può, in mancanza di una specifica contrattazione di categoria,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17250 del 28 agosto 2004
«Nel determinare la retribuzione proporzionata e sufficiente, ai sensi dell'art. 36 Cost., il giudice di merito, assunti i minimi salariali indicati dal contratto collettivo nazionale quali parametri di riferimento, può legittimamente, secondo una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17274 del 28 agosto 2004
«Qualora il giudice di merito, nel fissare i parametri per la retribuzione adeguata ai sensi dell'art. 36 Cost., fa riferimento alla paga base e alla contingenza prevista dalla contrattazione collettiva, fornisce valida giustificazione del criterio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5519 del 18 marzo 2004
«In tema di adeguamento della retribuzione ai sensi dell'art. 36 Cost., il giudice del merito, anche se il datore di lavoro non aderisca ad una delle organizzazioni sindacali firmatane, ben può assumere a parametro il contratto collettivo di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7752 del 17 maggio 2003
«Nel rapporto di lavoro subordinato la retribuzione prevista dal contratto collettivo acquista, pur solo in via generale, una «presunzione» di adeguatezza ai principi di proporzionalità e sufficienza, che investe le disposizioni economiche dello...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9759 del 5 luglio 2002
«Ai fini del giudizio circa l'adeguatezza della retribuzione ai sensi dell'art. 36 Cost., il giudice del merito deve accertare la natura e l'entità qualitativa e quantitativa delle prestazioni lavorative del dipendente, nonché le effettive esigenze...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10260 del 26 luglio 2001
«Ai fini della determinazione della giusta retribuzione ai sensi dell'art. 36 Costituzione nei confronti di lavoratore dipendente da datore di lavoro non iscritto ad organizzazione sindacale firmataria di contratto collettivo nazionale di lavoro,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11293 del 28 agosto 2000
«Nella determinazione della giusta retribuzione a norma dell'art. 36 Cost., può assumere rilevanza anche l'anzianità di servizio del lavoratore, sul presupposto di una correlazione tra anzianità di servizio e qualità della prestazione resa, e il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3218 del 26 marzo 1998
«Con riguardo a rapporto di lavoro intercorso con datore di lavoro non aderente ad una delle organizzazioni firmatarie di un contratto collettivo, è impedito assumere puramente e semplicemente quale parametro di determinazione della giusta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19750 del 17 luglio 2008
«Il cosiddetto superminimo, ossia l'eccedenza della retribuzione rispetto ai minimi tabellari, che sia stato individualmente pattuito, è normalmente soggetto al principio generale dell'assorbimento nei miglioramenti contemplati dalla disciplina...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19123 del 15 dicembre 2003
«Ove il datore di lavoro corrisponda ai suoi dipendenti un determinato emolumento, il giudice del merito, al fine di accertare l'obbligatorietà dell'erogazione, deve valutare se quest'ultima — ancorché originariamente corrisposta con carattere di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13389 del 1 dicembre 1999
«I compensi per lavoro straordinario, anche se erogati in misura fissa e continuativa, non entrano - in difetto di una contraria volontà delle parti rigorosamente provata ed accertata dal giudice di merito - a far parte della retribuzione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11137 del 5 novembre 1998
«L'inesistenza di un principio di onnicomprensività della retribuzione comporta che un certo emolumento non possa, in mancanza di una previsione esplicita di legge o di contratto collettivo, essere incluso nella base di calcolo di altri istituti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4524 del 8 luglio 1988
«La legittimità o meno di un accordo aziendale in tema di cottimo e di determinazione delle relative tariffe deve essere dal giudice del merito verificata mediante una compiuta analisi dell'accordo stesso in relazione ai parametri normativi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2481 del 24 aprile 1981
«A norma dell'art. 2100 c.c. l'obbligatorietà del cottimo si verifica soltanto quando sia richiesta al lavoratore una prestazione più intensa di quella del normale lavoro in economia o la realizzazione di un risultato produttivo predeterminato,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25897 del 10 dicembre 2009
«Il principio di tutela della professionalità acquisita, che resta impregiudicato pur in presenza di un accorpamento convenzionale delle mansioni, precludendo la disciplina legale di carattere inderogabile dell'art. 2103, primo comma, c.c. la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23744 del 17 settembre 2008
«Gli elementi della continuazione e del coordinamento, che caratterizzano il rapporto di lavoro cosiddetto parasubordinato (art. 409, primo comma, n. 3, cod. proc. civ.) quale rapporto di durata, comportano uno svolgimento di prestazioni lavorative...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9263 del 18 aprile 2007
«In caso di ristrutturazioni o riconversioni produttive, si esprime con la massima ampiezza la libertà dell'imprenditore, tutelata dall'art. 41 Cost., che garantisce allo stesso, tra l'altro, un'autonoma scelta sulla collocazione territoriale delle...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 25033 del 24 novembre 2006
«Ai fini della verifica del legittimo esercizio dello ius variandi da parte del datore di lavoro, deve essere valutata, dal giudice di merito - con giudizio di fatto incensurabile in cassazione ove adeguatamente motivato - la omogeneità tra le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2948 del 1 marzo 2001
«Nella controversia concernente la validità di un licenziamento intimato per insubordinazione del lavoratore consistita nel rifiuto di svolgere le nuove mansioni affidategli dal datore di lavoro, ove il dipendente deduca l'illegittimo esercizio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2428 del 17 marzo 1999
«L'art. 2103 c.c., pur nel nuovo testo, non ha eliminato lo ius variandi del datore di lavoro, ove giustificato da esigenze organizzative e direzionali ovvero da radicale e profonda ristrutturazione dell'azienda, ma ne ha limitato rigorosamente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10775 del 3 novembre 1997
«Alla utilizzabilità di prove testimoniali formatesi in altro processo fra le stesse parti non è d'ostacolo la circostanza (costituente del resto la regola) che i due giudizi vertano su fatti diversi e che, in particolare, quello nel quale le prove...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14546 del 9 novembre 2000
«Ai fini dell'applicazione dell'art. 2103 c.c., spetta all'autonomia collettiva fissare la gerarchia delle mansioni e delle relative qualifiche allo scopo di stabilire la «categoria superiore» e le «mansioni superiori»; peraltro, per appurare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24738 del 7 ottobre 2008
«In materia di pubblico impiego privatizzato, la sottoutilizzazione professionale di un dirigente a seguito di trasferimento ad un organismo amministrativo di nuova formazione (nella specie, ali Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11142 del 7 maggio 2008
«Ove il datore di lavoro abbia, unilateralmente e ingiustificatamente, rifiutato la prestazione del lavoratore non adibendolo ad alcuna attività, con conseguente sua dequalificazione professionale, la successiva sospensione del rapporto per il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17564 del 2 agosto 2006
«Il lavoratore — cui l'art. 2103 c.c. (nel testo sostituito dall'art. 13 della legge 20 maggio 1970, n. 300), con norma applicabile anche ai dirigenti, riconosce esplicitamente il diritto a svolgere le mansioni per le quali è stato assunto ovvero...»